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domenica 30 aprile 2017

NELLA VECCHIA FATTORIA....


 Tutti conoscevano la fattoria “Il Girasole” di Tony, il grande casolare di mattoni rossi  all'ombra di un platano secolare. I filari ordinati delle viti gli facevano da contorno, la gente andava  comprare i prodotti profumati dell’orto coltivati naturalmente, come una volta.
Tony era rimasto in campagna a fare il contadino e aveva trasformato la cascina di famiglia in una tenuta agricola modello; chi voleva mangiare bene andava da lui per avere sulla tavola verdura fresca e genuina e vino di ottima qualità. Le signore, al di là della convenienza facevano volentieri  la spesa anche perché lui era un gran bel ragazzo: sempre abbronzato dal sole dei campi e con una faccia simpatica e aperta.
“Tony…cosa hai raccolto stamattina?”, era la domanda che facevano appena arrivate e… se ne andavano soddisfatte con le borse piene di ogni ben di Dio. Fra le clienti più assidue c’era Rosa che gestiva una piccola trattoria in paese, le sue insalate e i piatti vegetariani erano rinomati e trovare un tavolo libero era un’impresa quasi impossibile.  
Fra i due era nata una storia e Tony, si era innamorato di quella bella donna esuberante e piena di vita che sembrava fatta per lui che era timido e insicuro. Il loro rapporto durava da tempo e avevano anche fatto progetti per l’avvenire: “Ci mettiamo insieme e trasformiamo tutto in una bella Beauty Farm…con ristorante, maneggio, campi da tennis…”. Sognavano ad occhi aperti abbracciati nel lettone di ferro battuto in attesa di realizzare i loro sogni.
A sconvolgere il loro equilibrio una sera un’auto sportiva imboccò il vialetto che portava al casolare..
 Dal macchinone uscirono, prima due gambe inguainate in calze a rete, poi l’intera figura di una donna di una bellezza sconvolgente: alta, con i capelli lisci e biondi, un viso angelico illuminato da grandi occhi verdi
“Lei è il proprietario?”, chiese la meravigliosa creatura.
“Sì…posso esserle utile?”, rispose lui attonito; i loro sguardi si incrociarono e Tony sentì una corrente elettrica attraversargli il corpo. La ragazza si presentò:
“Sono Clarissa, dell’agenzia Publifilm, sto cercando un posto adatto per uno spot pubblicitario…la sua fattoria sarebbe il luogo ideale…se vuole ne possiamo parlare”, disse sfoderando un luminoso sorriso.
Tony sul momento non seppe rispondere, non aveva ben capito la proposta preso dal fascino della giovane donna; ci pensò un secondo poi l’invitò ad entrare. Lei si guardò intorno:
“Qui sarebbe perfetto… il camino, il pavimento di cotto, i mobili rustici, la madia della nonna…le sedie impagliate, proprio quello che cercavo…”, mormorò soddisfatta.
.Intanto lui intimidito la fece accomodare nel divanetto a rose gialle:
“Posso offrirle qualcosa?”, chiese.
“Grazie…ho una sete terribile, anche un bicchiere d’acqua va bene”, rispose lei sedendosi e scoprendo le lunghe gambe snelle. Sarà perché Tony non aveva mai frequentato un certo mondo, sarà che la fanciulla che aveva davanti era attraente, si sentiva come frastornato…andò a prendere due calici e una bibita, ma fece grande attenzione a riempire i bicchieri per non versare fuori la bevanda. Come imbambolato rimase a osservare Clarissa che beveva con avidità, la ragazza posò il bicchiere sul tavolino:
“Allora, vogliamo parlare d’affari?”, chiese lanciandogli uno sguardo malizioso.
Ma non ci fu bisogno di trattare, Tony accettò la proposta della giovane senza fiatare pur di rivederla.
Il circo dei cameramen e delle modelle arrivò il giorno dopo sconvolgendo la tranquillità della campagna. I clienti che arrivavano guardavano con curiosità l’andirivieni dei tecnici che urlavano, mettendo a soqquadro la fattoria…Ma Tony non sentiva, gli interessava solo essere accanto a Clarissa, si dava da fare in qualunque maniera pur di starle vicino...e anche lei lo guardava in modo particolare, non le dispiaceva affatto quel giovane contadino dai muscoli solidi, anzi, non perdeva occasione per fare la civetta con lui…
 Tony non le staccava gli occhi di dosso: gli piaceva il suo modo di fare, come parlava, come si muoveva come era vestita…abituato com’era ad avere attorno a lui persone semplici, quella donna sofisticata lo stava affascinando.
Rosa arrivò e si guardò intorno:
“Si può sapere cosa sta succedendo?”, chiese esterrefatta.
 Clarissa si fece avanti e :
“Stiamo girando uno spot pubblicitario…la prego si metta da parte”, disse toccandole un braccio.
 Lei si girò innervosita e stava per rispondere a dovere, quando un cameraman l’avvicinò con una telecamera sulla spalla, così fu costretta ad allontanarsi…
“Tony….mi vuoi spiegare cosa ci fa qui questa gente?”, sbottò inviperita lanciando occhiate di fuoco in direzione della bellezza bionda che si muoveva come se fosse a casa sua.
“Non ti preoccupare, mi hanno chiesto se potevano fare della pubblicità nella fattoria e ho dato il permesso…e poi ci pagano, e anche bene”, tentò di rassicurarla.
Ma il fiuto di una donna innamorata non si ingannava, Rosa notò gli sguardi del suo uomo verso quella magnifica creatura e cercò di correre ai ripari, doveva riprendersi subito ciò che era suo.
 “Ci vediamo stasera?”, chiese invitante; gli andò vicino e lo prese sottobraccio. Lui si irrigidì:
“Sono molto stanco…questa confusione mi ha stressato e…vorrei andare a letto presto”, disse cercando di non essere sgarbato. Rosa deglutì come se avesse ingoiato un rospo:
“Va bene…come vuoi…a domani”, concluse andandosene inviperita.
Tony la seguì con lo sguardo e si diede dello stupido! ... che bisogno c’era di trattare in quel modo Rosa che era sempre  affettuosa con lui? Ma lo scrupolo durò poco: la vide allontanarsi e non la richiamò, il suo sguardo non si staccava da Clarissa.
La giornata stava per finire e la carovana della pubblicità stava riponendo nel furgone gli attrezzi, le modelle se n’erano già andate. .
Clarissa con le braccia cariche stava correndo, inciampò e cadde proprio davanti a lui. Tony si precipitò ad aiutarla:
“Ti sei fatta male?”, chiese ansioso.
“No…no…almeno credo, lasciami alzare e dopo te lo dico”, rispose lei.
Il giovanotto la sorresse e il solo contatto con il suo corpo lo fece arrossire, Clarissa se ne accorse e pensò che aveva fatto colpo…anche lei era stata attratta subito da lui e in quell’attimo decise che non poteva farsi scappare un tipo così. Le sue braccia avvolsero il collo di Tony in un abbraccio:
“Non ce la faccio a stare in piedi…devo essermi slogata una caviglia”, si lamentò con la voce di una bimba viziata.
“Ti porto in casa…poi chiamiamo un medico…”, disse lui precipitosamente.
Lei gli sorrise: “Grazie…sapevo che eri un bravo ragazzo”, sussurrò dolcemente.
 Tony la prese fra le braccia e mentre la trasportava si sentiva l’uomo più felice del mondo: era tutto il giorno che desiderava toccarla, e ora l’aveva tutta per sé…L’adagiò con cautela sul letto:
“Chiamo subito il dottore…”, esclamò.
“No…vieni qui…mi sembra di stare meglio, il dolore è quasi sparito…”, disse lei trattenendolo per la camicia.
Tony non capiva più niente, avere nel suo letto quella donna che l’aveva stregato appena l’aveva vista lo metteva in ansia…non sapeva più cosa fare. Clarissa con una smorfia di dolore cercò di alzarsi:
“Penso che sia meglio per ora non sforzare il piede, vai fuori e dì a tutti di andarsene senza di me, li raggiungerò più tardi…in questo momento non posso assolutamente guidare”, sussurrò...e gli occhi verdi sembravano due smeraldi lucenti.
 Tony corse fuori e ritornò, aveva letto in quegli occhi lo stesso suo desiderio, si sdraiò accanto a lei ma non ebbe il coraggio neppure di toccarla, era intimidito dalla sua bellezza… La mano di Clarissa si insinuò nella sua, quelle dita affusolate che stringevano la sua mano callosa lo fecero fremere, lei prese l’iniziativa e lo baciò sulla bocca…La passione si scatenò, Tony ricambiò il bacio e la strinse a sé, il profumo della sua pelle lo stordì, Clarissa si tolse i vestiti lentamente, la visione della biancheria di pizzo sulla pelle bianca e liscia gli diede un brivido e finalmente si lasciò andare…era la prima volta che provava emozioni così forti, con Rosa non era così…anche se le voleva molto bene fra di loro non c’era quella febbre che lo divorava in quel momento…avere fra le braccia quella creatura raffinata e diversa dalle donne che era solito frequentare non gli pareva vero, era come se stesse vivendo un sogno…si inebriò al profumo dei capelli di seta sparsi sul cuscino e con mani tremanti accarezzò il corpo liscio e perfetto…

Rosa intanto, aveva deciso di fare un salto da Tony anche se le aveva detto che era stanco…magari solo per augurargli la buona notte, di solito era lui che la veniva a prendere per portarla alla fattoria, ma quella sera voleva fargli una sorpresa…Parcheggiò l’utilitaria fuori dal cancello e si inoltrò nel vialetto…notò una vettura sportiva sull’aia, nel cascinale tutto era silenzio, alzò gli occhi e vide che soltanto la finestra della camera da letto era illuminata. Un presentimento la spinse a guardare dentro l’abitacolo della macchina ferma. Sui sedili una borsa e una giacca femminili, inequivocabilmente la proprietaria era una donna, sicuramente la bionda indaffarata che sembrava una Barbie e lassù, in quella stanza Tony era con lei…
Un groppo alla gola le impedì di fare qualsiasi mossa, anzi decise di andarsene, non avrebbe mai creduto che lui potesse arrivare a tanto…tradirla con una di città, una smorfiosa che l’avrebbe fatto soffrire, che stupido e ingenuo! Tornò a casa delusa e quella notte non prese sonno…non ce l’aveva tanto con lui ma con quella che era venuta a scombinare la sua vita, sicuramente solo per un capriccio…
Il giorno dopo nel casolare Tony si svegliò presto, accanto a lui Clarissa dormiva ancora, sfiorò con un dito la bella bocca atteggiata in una smorfia infantile e ricordò i suoi baci… si alzò piano piano per non svegliarla…aveva ancora addosso il profumo sensuale della sua pelle.
“Sveglia, dormigliona…è pronta la colazione”, annunciò poco dopo reggendo un vassoio con un bricco di caffè fumante, biscotti e marmellata. Lei aprì gli occhi pigramente:
“Grazie…solo un caffè senza zucchero”, disse con la voce ancora impastata di sonno. 
Tony ci rimase male….era abituato con Rosa che di buon mattino mangiava con piacere quelle buone cose fatte in casa…
 Il giovane si avvicinò per porgerle la tazzina e la guardò negli occhi:
“E’ stato così bello che mi sembra di aver sognato”, sussurrò, “ti amo disperatamente”.
Lei sorseggiò con cautela la bevanda bollente, “Anche per me è stato bello…sei un uomo meraviglioso”, rispose distrattamente, “ purtroppo ora devo andare…il lavoro mi aspetta…”, disse alzandosi di slancio.
Tony l’osservò meravigliato: “La caviglia? Ti fa ancora male?”.
Lei si massaggiò la gamba:
 “No…è tutto passato….merito tuo”, gli disse nascondendo il viso nel suo petto.
Fece una doccia e si vestì in fretta, “Beh… ciao, ti telefono io,”, disse presentandosi pronta per andarsene.
“Non puoi andartene così….quando ci vediamo?”, chiese lui implorante.
Clarissa sorrise: “Mi farò viva presto, non ti preoccupare…”, l’abbracciò e gli diede ancora un bacio sulla bocca, poi scese le scale e corse all’auto su piazzale…Tony sentì il motore avviarsi, l’osservò dalla finestra mentre partiva…e già gli mancava.
Da quel momento visse soltanto aspettando una telefonata….che non venne mai.
Era diventato un’altra persona…non sorrideva più e pensava sempre a lei, ogni ora ogni minuto, ricordava la notte d’amore con Clarissa e non sapeva darsi pace ”perché non mi telefona?”, si chiedeva, non voleva ammettere di essere stato l’oggetto del capriccio di una ragazza abituata a giocare con l’amore. Per lui invece era stata un’altra cosa, aveva messo tutto se stesso in quella breve storia; era bastato un giorno, anzi una notte per sconvolgergli la vita…non poteva dimenticare le emozioni, sapeva che non le avrebbe mai più riprovate con nessun’altra donna…
 Quando telefonò all’agenzia e, per lui, Clarissa non c’era…non sperò più…
Piombò in uno stato di inerzia, la malattia d’amore lo annientò, la passione lo bruciava…il sortilegio di un’ammaliatrice come Clarissa si era impadronito del suo animo semplice…
Rosa non si fece più vedere e Tony, abbandonato a se stesso era sull’orlo della depressione, finché una sera, quando proprio non ce la faceva più, decise di andare a cenare a “L’Ortolano”, la trattoria di Rosa.
“Cosa ci fai qui conciato in quel modo?… guardati, hai la barba lunga, sei dimagrito…”, disse lei non appena se lo vide davanti con un’aria da cucciolo abbandonato. Lui la guardò intensamente:
“Ho bisogno di te…aiutami a guarire…”, supplicò, “non lasciarmi”.
Rosa in quel momento sentì il rancore sciogliersi, alzò lo sguardo verso il suo uomo e capì che non poteva perderlo:
“Ti sta bene! Sei stato uno stupido ...cercherò di perdonarti…ma tu mi devi promettere che non guarderai mai più una bionda…”, disse buttandogli le braccia al collo.
Tony la strinse e si sentì al sicuro: “Te lo giuro”, sussurrò affondando il viso nei suoi capelli che non sapevano di profumo francese…ma erano tanto rassicuranti!
FINE

 











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