La città addobbata a festa mostrava il suo volto più
fantasioso: le vetrine scintillanti, i festoni con le luci intermittenti
mandavano lampi colorati, il grande albero costellato di palloncini multicolore
completava lo scenario natalizio che ogni anno si ripeteva puntualmente.
Giorgia
camminava per le vie del centro fra l’andirivieni della gente carica di
pacchetti di ogni genere. Il freddo pungente le entrava addosso facendola
rabbrividire, in quel momento l’atmosfera festosa che la circondava le dava
quasi fastidio, si sentiva esclusa da quella bonaria aria di famiglia che la
circondava e che si intuiva da chi le passava accanto. Anche per lei era stato così,
prima di conoscere Freddy il Natale le metteva addosso una gran voglia di
essere buona, ma adesso dentro di lei c’era solo astio e veleno per quella
donna, la moglie del suo grande amore che, solo perché portava la fede al dito,
aveva tutti i diritti mentre per lei rimanevano solo le briciole… Le visite
frettolose, i momenti d’amore rubati, le solite promesse mancate: «Chiederò il
divorzio…dammi solo tempo… vedrai che tutto si risolverà presto…». Erano ormai
tre anni che sentiva sempre le stesse parole, ogni volta sperava che lui si
decidesse ad andarsene di casa, ma il tempo passava e tutto rimaneva
nell’immobilità più assoluta. Lei non voleva perderlo per nessuna ragione al
mondo, era disposta a fare di tutto pur di tenerlo legato a sé. Faceva finta di
credere alle sue parole e continuava a mandare avanti quella storia perché non
poteva fare a meno di lui. Ormai era diventata un’ossessione e, quando pensava
all’altra aveva dentro di sé pulsioni di rabbia feroce nei suoi confronti, fino
ad augurarsi di vederla morta, stava lentamente scivolando in uno stato mentale
pericoloso.
«Anche
quest’anno è arrivato Natale», pensò amaramente, «e anche quest’anno dovrò
starmene in casa a rimirare l’albero spento aspettando una sua
telefonata». Passò davanti all’insegna
di un grande magazzino: sulla porta un Babbo Natale suonava mestamente un
campanello attirando l’attenzione dei bambini con una filastrocca. Giorgia
riuscì a cogliere lo sguardo malinconico dell’uomo sotto il travestimento,
“poveraccio, anche lui deve pur mangiare…”, si disse. Una giovane donna bionda,
molto elegante, che stava aprendo le porte a vetri dell’emporio le ricordò Letizia, la sua rivale. Nella sua mente passò
qualcosa di torbido che tentò di scacciare, ma insistente, tortuoso e perfido
il pensiero si insinuò sempre più nei meandri del suo cervello ormai intento a
pensare sempre la stessa cosa, fino a diventare un martellamento incontrollato.
Il Babbo Natale e Letizia… Letizia e il Babbo Natale… Sapeva che tutti gli anni
la moglie di Freddy si recava nel grande magazzino per acquistare i regali,
quasi sempre l’antivigilia, accompagnata naturalmente dal marito e se… un
killer nei panni di Santa Klaus l’avesse fatta fuori? Chi avrebbe riconosciuto
l’assassino sotto la barba e i baffi candidi del buon vecchio che scampanellava
sul marciapiede? Poteva essere un delitto perfetto e finalmente Freddy sarebbe
stato tutto suo… Si vedeva già al braccio dell’architetto Martini come
legittima sposa: un sogno che poteva diventare realtà se avesse messo a punto
il suo disegno con le dovute cautele. La prima cosa da fare era cercare il
killer. La sua testa lavorava a ritmo frenetico spronata dal pensiero criminale
che l’aiutava a mettere a fuoco tutte le possibilità mentre si infilava nelle
scale sotterranee della metropolitana. La sua attenzione fu attratta da un
gruppo di uomini che sostavano bighellonando nei corridoi poco illuminati:
erano tutti male in arnese, sporchi, vestiti male, con le facce tirate e gli
occhi allucinati di chi ha fame. Forse erano drogati, o avanzi di galera o
semplicemente poveracci senza una casa e soprattutto senza una soldo. “Se offro
centomila Euro qualcuno di loro forse sarebbe disposto a togliere di mezzo
quella maledetta”, pensò nella sua mente malata.. Quella somma era pressappoco
tutto quello che possedeva anche grazie alla generosità di Freddy, ma non le
importava nulla, dopo non avrebbe più
avuto motivo di avere del denaro in banca. Diventare sua moglie voleva dire
anche trasformarsi in una ricca signora, con una bella casa, un’automobile di
lusso… insomma quello che aveva sempre sognato di essere. E…se ci avesse
provato? Tentare non nuoce, dice il proverbio, se fosse andata buca…pazienza!
Avrebbe cercato altrove. Naturalmente doveva fare tutto con molta circospezione
tentando di assaggiare il terreno senza sbilanciarsi. La sera dopo, vincendo la
paura, ottenebrata dalla sua voglia malsana, si recò nei pressi del gruppo:
tutti la squadrarono sospettosi:
«Cosa vuoi?», disse uno di loro, «hai bisogno
della roba ?».
«No», rispose lei titubante, «vorrei parlare con te»,
indicò un tale con i capelli unti e la barba lunga, il suo aspetto trasandato
l’aveva colpita.«Ce l’hai con me?», rispose lui sorpreso, «cosa ti ho fatto?…non ne voglio sapere di una come te, lasciami stare», nella sua voce c’era una nota di paura, come se avvertisse qualche pericolo.
«Vorrei incontrarti da solo, magari in un bar, cosa ne dici?», Giorgia ce la metteva tutta per essere persuasiva, ormai aveva imboccato quella strada e non voleva tornare indietro.
La risata che seguì la fece sobbalzare: «Hai fatto colpo sulla signorina! dai Ivan, vai con lei, magari ci ricavi un po’ di grana», il resto del gruppo sghignazzava senza ritegno. Il ragazzo la guardò: «Mi stai prendendo in giro?», chiese con aria strafottente.
«Non sono mai stata così seria, vieni con me, cosa ti costa, non avrai paura, sono solo una donna che vuole proporti un affare. Dai, sbrigati che si sta facendo tardi !», disse lei puntandogli gli occhi addosso. L’altro guardò i suoi compagni come per avere l’approvazione: un coro di “Vai!” lo spinse ad accettare l’invito di quella ragazza, dopotutto che cosa ci rimetteva?
Si avviarono verso un locale poco distante ed entrarono. Seduti ad un tavolo appartato discussero a lungo, Giorgia giudicava il soggetto con cautela, prima di sbilanciarsi volle sapere chi era, dal suo accento aveva intuito che poteva essere uno straniero, infatti lui le disse di essere venuto in Italia da poco perché nel suo paese non aveva nemmeno da mangiare, nei suoi occhi freddi vide la disperazione e capì che poteva proporgli “l’affare”
«Vorresti guadagnare centomila Euro?», gli chiese a bruciapelo. Il giovane alzò di botto la testa: «Stai scherzando?», disse eccitato. «Farei qualunque cosa per quella somma!»
«Anche uccidere?», domandò la donna guardandolo in faccia.
Prima di rispondere l’altro esitò ma vide che lei non stava scherzando, c’era troppa determinazione nei suoi occhi. Tirò un respiro e rispose:
«L’ho già fatto e l’ho fatta franca, per questo sono qui. Quei soldi mi farebbero molto comodo, ma…», fece una pausa guardandosi in giro, «Dovrebbe essere una cosa pulita», disse a voce bassa. Giorgia si fermò un attimo: il suo piano stava prendendo forma e quasi aveva paura di continuare, ma ormai era andata troppo oltre: il suo odio per Letizia si ingigantiva sempre più dandole la forza di andare avanti nel suo piano criminoso.
«Vediamoci domani sera, lontano da qui, dimmi tu un posto sicuro, dove possiamo parlare senza essere visti da nessuno che ci conosce».
Ivan le diede un indirizzo e l’appuntamento fu fissato per il giorno dopo, alle diciotto. Uscirono uno dopo l’altro senza salutarsi. L’indomani Giorgia spiegò il suo piano con molta precisione: l’antivigilia di Natale, quando sapeva che Letizia si sarebbe recata a fare acquisti nel centro commerciale, Ivan avrebbe dovuto essere davanti all’entrata vestito da Babbo Natale, così imbacuccato, con barba e baffi bianchi, non l’avrebbe riconosciuto nessuno e sarebbe stato facile, nella confusione della folla natalizia sparare con una pistola con silenziatore alla signora senza destare sospetti, poi doveva immediatamente dileguarsi e confondersi fra la gente. Prima però, doveva conoscere bene la sua vittima, ogni giorno doveva recarsi nei pressi dell’abitazione di Freddy, spiare le abitudini della moglie: come si vestiva, con chi usciva… soprattutto non doveva mai perderla di vista per imprimersi nella mente la sua figura in modo da essere sicuro quando avrebbe dovuto colpire. Sembrava che il ragazzo fosse anche intelligente perché diede qualche prezioso suggerimento per mettere a punto il piano. «Da questo momento dovremo vederci solo a cosa fatta», disse Giorgia : «So che tutto si concluderà come voglio io!». Un sorriso cattivo comparve sulla sua bocca, salutò il killer non prima di avergli dato un acconto sulla somma pattuita.
In quei giorni rivide Freddy e i momenti d’amore
furono bellissimi, non si era mai pentita di quello che aveva in progetto di
fare, anzi, in cuor suo sapeva che fra pochissimo lui sarebbe stato solo suo e
questo le ricacciava dentro l’eventuale rimorso.
Nel frattempo Ivan seguiva coscienziosamente la
signora Martini, vedeva uscire quella bella donna sempre molto elegante e la
seguiva senza farsi notare, ogni tanto vedeva anche il marito che
l’accompagnava. Ormai aveva impresso nella memoria le loro figure, sapeva
riconoscerle da lontano: lei bionda, snella, non molto alta; lui un tipo
brizzolato che portava quasi sempre un cappotto blu. La signora indossava di
solito una pelliccia scura, solo negli ultimi giorni era uscita con un visone
bianco molto appariscente, in testa aveva un colbacco dello stesso pelo.
Mancava
meno di una settimana a Natale, Giorgia anche senza volerlo era agitata, si
avvicinava il giorno fatidico e aveva paura che qualche imprevisto le impedisse
di compiere la sua vendetta. Di solito Freddy, si faceva vivo il giovedì, ma quel giorno di lui nessuna notizia, era sempre attaccata al telefono per non lasciarsi sfuggire un’eventuale chiamata; ormai era sera e non aveva più speranze, verso l’ora di cena il campanello squillò: un fattorino le consegnò una grande scatola legata da un fiocco rosso: «Buon Natale!», le disse sorridendo il ragazzo..
Quando finalmente Freddy arrivò gli buttò le braccia al collo:
«Grazie tesoro, mi hai fatto un regalo meraviglioso!», gli disse stringendosi al suo petto.
Lui la baciò e Giorgia si accorse di essere schiava di quell’amore impossibile che le aveva fatto perdere la ragione.
Ivan, come pattuito, non si era più fatto vivo, i
giorni passavano e Natale era vicino. Giorgia voleva sincerarsi che il rito
degli acquisti fosse rimasto invariato, come tutti gli anni. Contattò Freddy
con una scusa per farsi confermare il giorno e l’ora:
«Ci vediamo domani?», gli chiese al telefono sicura di
una risposta negativa.Infatti, Freddy le rispose evasivamente:
«Non so, devo accompagnare mia moglie al centro commerciale per le ultime compere, cercherò di uscire con una scusa dopo cena, non essere in collera con me, ti amo». Con sua grande sorpresa lei fu molto comprensiva: «Non importa, uscirò da sola, non ti preoccupare…anch’io ti amo», rispose con voce dolce.
«Bene!», pensò Giorgia, «tutto procede a gonfie vele. Ora devo cercare Ivan per essere certa che vada al suo appuntamento». Lo trovò nel gruppo di sbandati della metropolitana, sembrava molto sicuro di sé: «Tutto sotto controllo», le disse calmo, «ormai la conosco più di mia sorella, fidati! Ci vediamo dopo, quando sarà tutto fatto… al solito posto il giorno di Santo Stefano a mezzogiorno in punto. Mi raccomando la grana!». Nei suoi occhi brillava una luce sinistra.
L’antivigilia di Natale era una giornata freddissima, la neve era caduta nella notte e le strade erano ricoperte da uno strato scivoloso di poltiglia sporca, Giorgia si svegliò e guardò fuori: il paesaggio poco invitante la indusse a ritornare sotto le coperte; quello era un giorno particolare, fra qualche ora si sarebbe compiuto il suo destino, preferiva rimanere in casa ad aspettare gli eventi. Non riuscì a stare a letto, si alzò per farsi un caffè, accese il televisore per avere una presenza in casa, si muoveva fra i mobili spostando qualcosa qua e là, era presa da una frenesia che le impediva di stare ferma.
Ogni tanto dava un’occhiata all’orologio, il tempo non passava mai…alla fine non ce la fece più e si accinse a vestirsi per uscire: meglio fuori…l’aria le avrebbe fatto bene! Si preparò con molta lentezza, studiando tutto quello che doveva mettersi, tanto per far passare i minuti; si coprì bene per affrontare la giornata rigida, cercò le chiavi di casa che dimenticava sempre nei posti più impossibili, in quel momento il suono del citofono la fece sobbalzare.
«Chi è?», chiese innervosita.
«Aprimi, sono io!», la voce di Stefano le risuonò nelle orecchie .
Come un automa schiacciò il pulsante e si sedette sul divano, tutta vestita, senza sapere cosa fare.
«Ivan l’ha già uccisa!», pensò credendo che Freddy venisse a darle la notizia della morte di Letizia . Cercò di calmare il cuore impazzito, si ricompose e quando aprì la porta il suo volto non tradiva nessuna emozione. Quello che vide la meravigliò, Freddy era sull’uscio con il sorriso sulle labbra:
«Sorpresa! Vedo che sei già vestita…dai, usciamo insieme, per una volta tanto anche per noi sarà Natale», disse allegramente.
Giorgia lo guardò senza capire: «E…Letizia? Tutti gli anni esci all'antivigilia », chiese.
«Ha un po’ di febbre…è rimandato tutto a domani. Vieni, devo fare un salto ai grandi magazzini in centro, accompagnami…dopo torniamo qui». Le accarezzò dolcemente il volto: «Sai che sei bellissima?», le disse. Lei si guardò addosso, in effetti quella pelliccia le stava molto bene:
«Lo so, è tutto merito tuo», rispose, ma nella sua voce c’era una nota di apprensione.
Freddy colse la sua tensione: «C’è qualcosa che non va?», domandò preoccupato.
«No… va tutto bene, ma vuoi proprio uscire?».
«Certo, con una signora così elegante ci faccio solo bella figura!», la prese sottobraccio e cercò di chiudere la porta, ma lei tornò dentro: «Vado a prendere gli occhiali scuri, il riverbero della neve mi dà fastidio». Lui la accompagnò dolcemente per le spalle e chiuse definitivamente l’uscio.
Quanta gente sotto i portici! A malapena si riusciva a passare, nella grande confusione Giorgia si sentiva stordita, era preoccupata per l’imprevisto che mandava a monte il suo piano, ma si fidava di Ivan, se non avesse visto Letizia avrebbe capito che doveva rimandare il piano…forse sarebbe riuscita anche a fargli un cenno d’intesa.
«Guarda, oggi ci sono due Babbi Natale!», disse Stefano.
Mentre si avvicinavano all’ingresso Giorgia cercava di riconoscere sotto i baffoni bianchi il viso di Ivan. «Eccolo!», si disse: uno dei due aveva gli occhi chiari e la pelle più scura…era lui!
Mentre si stava avvicinando, un uomo con un grande pacco sotto il braccio la urtò, lei si girò per protestare, in quell’istante un dolore lancinante la trapassò, cadde per terra sotto gli occhi atterriti di Freddy.
La bella pelliccia di visone bianco si sporcò di sangue: era il suo regalo di Natale, uguale a quello che aveva fatto una settimana prima a Letizia, le due donne che amava allo stesso modo e dalle quali non riusciva a separarsi.
Il killer non poteva sbagliarsi: una donna che indossa un capo tanto vistoso e particolare non passa inosservata, così, con mano sicura aveva colpito mortalmente quella signora col berretto di lana e gli occhiali scuri che si avvicinava accompagnata dal marito che portava il solito cappotto blu.
Il corpo senza
vita di Giorgia giaceva sul marciapiede, il capannello di curiosi si stava
diradando in attesa dell’ambulanza, era rimasto solo un Babbo Natale, l’altro,
quello con gli occhi chiari se ne era andato, inghiottito dalla folla.
FINE