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sabato 19 gennaio 2019

BRUCO VERDICCHIO




                                                                                                            
Bruco Verdicchio arrancava sulla salita dell'orto, era una giornata caldissima, il sole splendeva rosso e rovente nel cielo sereno.
"Che faticaccia!", si lamentava Bruco Verdicchio tutto sudato e ansante. Don! Don! Dodici rintocchi di campana risuonarono nella valle . "Mamma mia, è già mezzogiorno!", esclamò Bruco Verdicchio sempre più affannato , "sono in ritardo e ho anche una gran fame. Coraggio, è l'ultimo sforzo, sono quasi arrivato!"
Una formichina passava di lì e lo sentì:
"Hai fame Bruco Verdicchio?", gli chiese con grande gentilezza. "Se vuoi riposarti un po' e mangiare un boccone posso invitarti a casa mia, nella dispensa per l'inverno ho tante briciole di pane, posso dartene qualcuna!"
Bruco Verdicchio si voltò a guardare la formichina :
"Scusami ma non posso fermarmi neanche un momento, sono già in ritardo, Brucone mi aspetta dentro il quarto cavolo della seconda fila, devo dargli il cambio, il mio turno è dalle dodici alle quindici e...come hai sentito è già suonato mezzogiorno", rispose con un filo di voce . Poi brontolando fra sé e sé aggiunse: "e poi le briciole di pane non mi piacciono neanche!"
Ricominciò ad arrancare. Si fermò un attimo e alzò la testa: una farfalla bianca stava volando sopra di lui. "Com'è bella!", pensò, "come vorrei essere lei, così leggera e graziosa!"
Mancava qualche centimetro ormai al quarto cavolo, Brucone era già fuori che l'aspettava con la faccia scura: "Dai, sbrigati!", lo apostrofò vedendolo arrivare.
"Scusami Brucone, ho fatto tardi...ma oggi fa un gran caldo!"
 "Tutti i giorni c'è una scusa pronta", brontolò Brucone, "vieni su che sono stanco di scavare, ora tocca a te!" Scese dal cavolo e si avviò lentamente verso casa mentre Verdicchio altrettanto lentamente s'infilava nel solco scavato dal suo amico per continuare il lavoro.
"Ciomp...ciomp...". Bruco Verdicchio mangiava a bocca piena e intanto la galleria si faceva sempre più profonda. "Ciomp...ciomp..e il suo pancino si riempiva di buone e tenere foglie di cavolo. Ciomp...ciomp...ormai era tanto tempo che masticava e per la verità aveva le mascelle stanche.
"Sarà bene che mi faccia un riposino, poi continuerò". Ma giù, nel cuore del cavolo c'era tanto buio, decise di risalire alla luce del sole per prendere una boccata d'aria. Si stese sul cavolo e chiuse gli occhi. Due farfalle si posarono vicino a lui:
"Riposiamoci un attimo, abbiamo volato tutta la mattina!", disse la prima.
"Hai ragione, fermiamoci qui che c'è un bel cavolo per appoggiarci", rispose l'altra.
"Uh!! Stai attenta, guarda cosa c'è vicino a te...un bruco!"
"Mamma mia che paura! Mi fa un certo effetto vedere un animale così brutto!", disse una di loro agitando le antenne.
"Andiamocene su quella bella rosa così non rischieremo di fare  incontri spiacevoli. Vieni Fiorella, voliamo via!"
"Presto Lillina prima che si svegli..."
Le due farfalline leggere come l'aria si alzarono per andare a posarsi su un roseto in fiore.
Bruco Verdicchio, che aveva sentito tutto, aprì un occhio, poi l'altro, appena in tempo per vedere Fiorella e Lillina che se n'andavano. Ci rimase molto male, si guardò le gambine corte, la panciotta grassa, il lungo corpo un po' goffo. Certo, che a paragone delle farfalline era bruttino, ma quelle due forse avevano esagerato, volare via così, addirittura spaventate dalla sua presenza!...Bruco Verdicchio se ne tornò sconsolato nella galleria del cavolo e per dimenticare ricominciò a mangiare a più non posso. A malapena riuscì a risalire tanto era pieno. Ritornò a casa, ma quella notte dormì male: sognò di diventare bellissimo, di incontrare Fiorella e Lillina e farsi ammirare da loro; purtroppo fu solo un sogno e il mattino dopo si ritrovò un piccolo bruco verde tale e quale come prima. Andò al lavoro di malavoglia, rifece faticosamente la strada per arrivare al quarto cavolo della seconda fila dove Brucone lo aspettava come al solito di malumore.
"Sei sempre in ritardo!", gli gridò Brucone.
"Verdicchio sconsolato e stanco lo guardò fisso e gli chiese:
"Senti, Brucone, sono proprio tanto brutto?"
"Stai dicendo delle grandi stupidaggini, sei un bellissimo giovane bruco", rispose Brucone con voce burbera.
"Dici sul serio?", chiese Verdicchio un po' incredulo.
"Ma certo, e ti dirò di più, continua a mangiare le foglie di questo bel cavolo e vedrai che migliorerai a vista d'occhio", affermò Brucone con aria sicura.
"Le farfalline dicono che faccio "un certo effetto", e questo non mi va, tu che ne dici?"
Brucone con molta pazienza , come si conviene a un vecchio e saggio bruco, lo guardò con un sorrisino e rispose: "Non dare retta a quelle sciocchine, sono vanitose e leggere. Ricordati le mie parole: un giorno non ti dovrai vergognare del tuo aspetto di fronte a loro...aspetta e vedrai...", e dopo aver pronunciato questa profezia Brucone se ne andò senza voltarsi indietro. Verdicchio sempre più sorpreso rimase in bilico sull'orlo della galleria e nel voltarsi per vedere l'amico che se ne andava perse l'equilibrio e scivolò dentro. Riavutosi dalla botta, Verdicchio cominciò a pensare alle parole di Brucone: "Cosa avrà voluto dire?...mah! sono troppo piccolo per capire certe cose...mi conviene mangiare come ha detto lui, diventerò grande e capirò tutto!"...
Da quel giorno ne passarono tanti altri e tutti uguali, Verdicchio si presentava all'appuntamento con Brucone sempre un po' in ritardo ma tutti i giorni. Mangiava...mangiava e aspettava il miracolo che gli aveva promesso il vecchio bruco.
Un bel giorno... Bruco Verdicchio era più stanco del solito, uscì dalla galleria del quarto cavolo della seconda fila e questa volta si addormentò di un sonno profondo, così profondo che non si accorse nemmeno di essere imprigionato in un soffice bozzolo. Dentro quella morbida ovatta Verdichio russava come un ghiro e...sognava di essere diventato una farfalla: leggera, meravigliosa, con le ali bianche come i petali di una margherita. Stava volando nell'aria pulita e fresca della campagna, sotto di sé c'era un campo di grano punteggiato da rossi papaveri, poi più in là vedeva l'orto....ma quello era il suo cavolo!...e lui non stava sognando! Il miracolo che il vecchio bruco gli aveva promesso si era realizzato: il goffo e impacciato Bruco Verdicchio era ora una bellissima farfalla. Al colmo della felicità prese a volare di qua e di là come impazzita. Mentre se ne andava superba e altera di fiore in fiore sentì delle voci provenire da un tulipano:
"Guarda Fiorella com'è elegante quella farfalla bianca! E che ali grandi e maestose..."
"E' veramente stupenda, Lillina, come vorrei essere così!"
Verdicchio, che ora si chiamava Verdina, fu talmente felice di sentire quelle parole che andò a sbattere contro una foglia.
"Oh, poverina, si è fatta male, andiamo a vedere". Le due farfalline si precipitarono verso di lei felici di aiutare la nuova arrivata. Verdina le vide arrivare e pensò " Il mio sogno si è realizzato, sono bella come loro...anzi di più".
Le due farfalline premurose si diedero da fare per rialzarla e così ebbe inizio la loro amicizia: Fiorella e Lillina erano orgogliose di farsi vedere con lei , se ne volavano instancabili chiacchierando del più e del meno. Un giorno incontrarono un bruco verde su un cavolo e Fiorella fece un gesto di ribrezzo, anche Lillina tentò di scappare...ma Verdina disse forte per farsi sentire:
"Guardate che carino! Forza bruchetto, mangia e resisti, vedrai che ci sarà una bella sorpresa per te!"
Le due farfalline la guardarono stupite, ma non fuggirono, anzi restarono a guardare con simpatia il bruchino che si riposava sul cavolo.
Il bruchino alzò la testa meravigliato e ritornò nella galleria mentre le tre farfalle, come petali di fiori portati dal vento, si allontanavano insieme.

 FINE