Nella redazione di Televerità il
dottor Salvi, che sperava d’imbastire una puntata con
il seguito della storia
cominciata sulla strada, aspettava impaziente Nora alla quale aveva ordinato di andare da Luca per convincerlo a ritirare la querela in cambio di
una notevole somma di denaro… ma lei tornò a mani vuote.
“ Non posso credere che quel pittore abbia
rifiutato tutti quei soldi , in fin dei conti è un emerito sconosciuto e se
avesse collaborato avrebbe trovato un po’ di pubblicità e magari venduto
qualche quadro i più!”.
“ Mi
dispiace direttore, ho tentato di tutto ma non c’è stato niente da fare!”, mentì
lei. La piccola fitta al cuore le ricordò il momento in cui aveva saputo che
lui era partito con la fidanzata . Forse era meglio così, rivederlo sarebbe
stato troppo penoso!
Il
direttore si rassegnò e rinunciò a malincuore a quella che lui chiamava “un’idea formidabile”,
“O.K., ormai
è troppo tardi, dobbiamo metterci al lavoro … ”, congedò Nora che tornò dai
colleghi a organizzare la puntata che andò in onda senza il pittore dal cuore
tenero.
Luca aprì
la porta del suo piccolo appartamento e buttò le valigie in anticamera: era
distrutto. Il viaggio non era andato molto bene per via del cattivo tempo, sul
traghetto aveva avuto il mal di mare a causa delle onde alte e l’aereo era
partito con un’ora di ritardo. Il morale
era terra: se aveva sperato di superare la crisi , ora non ne era più tanto
sicuro. La vacanza era stata bellissima ma, non era bastato allontanarsi e
cambiare ambiente per cancellare ciò che provava per Nora…purtroppo non
riusciva a dimenticarla. Pensava anche a Clelia che non era più la stessa da
quando aveva incontrato in quel paradiso terrestre il professore, entrato in
scena nel momento in cui fra loro si stava rompendo qualcosa.
Sfinito si
buttò sul divano, aveva la testa pesante e chiuse gli occhi per cercare di
rilassarsi. Rimase così qualche minuto, poi mise in funzione la segreteria
telefonica per ascoltare le telefonate ricevute in quella settimana d’assenza.
Con suo grande stupore notò che i messaggi erano parecchi e tutti con un solo
obiettivo: proposte di lavoro di tutti i generi, dalla pubblicità, alle serate
in discoteca…rimase annichilito ad ascoltare quelle voci sconosciute, maschili
o femminili che si rivolgevano a lui lasciando indirizzi e numeri di telefono
con la preghiera di farsi vivo al più presto. “Ci mancava anche questa per
complicarmi la vita”, borbottò furioso. Stava per interrompere, quando sentì
qualcosa che attirò la sua attenzione: una galleria d’arte voleva vedere i suoi
quadri per un’eventuale mostra. Ascoltò con attenzione e annotò il numero
telefonico, forse poteva essere la sua grande occasione per farsi luce nel
campo che più gli premeva: la pittura. Andò nello studiolo dove erano
ammonticchiate le sue opere, il quadro di Nora era lì, in bella mostra ancora
sul cavalletto. Nel vederlo sentì una fitta dentro, si avvicinò e ammirò quel
viso, passò le dita sugli occhi e la bocca…”non so se ti potrò perdonare…”,
mormorò.
Qualche
giorno dopo prese contatto con la galleria ed accettò la loro proposta. Si mise
subito all’opera con entusiasmo, passava le serate a valutare ciò che poteva
essere messo in mostra, preparò tutti i quadri che, secondo lui, erano i
migliori. In quel periodo frequentò poco anche Clelia spiegandole il motivo
della sua assenza. Con sua sorpresa lei
non reagì nel solito modo ma, al contrario, fu più accondiscendente del previsto.
Tornata
dalle Baleari la dottoressa Clelia Valeri riprese il suo posto in ospedale.
Anche per lei in quel viaggio non aveva ritrovato la serenità che sperava,
anzi…l’aveva scombussolata a tal punto che non era più sicura di se stessa. Nel
primo giorno di rientro era tesa, mentre si infilava il camice pensava al momento
in cui avrebbe rivisto Federico. Come doveva comportarsi?…e lui, come l’avrebbe
accolta?. A toglierla dall’imbarazzo ci pensò proprio Monti che incontrò nel
corridoio:
“Sono
felice di vederti”, le disse sorridendo, “ti vedo in forma”, aggiunse poi
fissandola negli occhi e prendendole una mano fra le sue. A quel contatto
Clelia sentì un calore strano che le arrossò il viso.
Cercò di
liberarsi ma lui strinse ancor di più:
“Andiamo a
prendere un caffè”, l’invitò.
Lei accettò e, mentre portava alle labbra il
bicchierino di carta con la bevanda calda, non sapeva come comportarsi.
“Vedo che
porti il mio braccialetto”, notò lui.
Lei
accarezzò il bracciale: “Sì…è un bel ricordo”, bisbigliò.
“Luca come
sta?”, chiese ancora Federico.
“Non lo vedo
da parecchio…sta allestendo una mostra”.
“Allora
sei libera…che ne dici di andare a bere qualcosa insieme, stasera?”, propose
improvvisamente Monti. Clelia rimase zitta, quella proposta l’aveva presa alla
sprovvista.
“Ovviamente
come amici”, si affrettò ad aggiungere lui.
Lei
mormorò “Va bene…”, e alzò lo sguardo verso di lui, confusa.
I medici
che erano presenti davanti alla macchinetta del caffè non credevano ai propri
occhi: il professor Monti che faceva il galante con la dottoressa Valeri! Quella specie di orso era capace di
sorridere….cose dell’altro mondo…
Luca
intanto aveva già portato i quadri alla
galleria, ovviamente il ritratto di Nora doveva avere il posto d’onore…gli era
stata proposta la cosa solo se avesse messo in mostra anche il quadro che
avrebbe certamente portato pubblicità…Quando aveva saputo che la condizione era
quella, in un primo momento aveva rifiutato, ma poi la voglia di emergere aveva
preso il sopravvento, sapeva di avere talento e fino ad allora aveva dovuto sempre
lottare per farsi conoscere…non poteva certo lasciar perdere quell’occasione…se
ne sarebbe pentito per tutta la vita. L’evento era stato annunciato da
quotidiani, riviste, televisione, perciò ci si aspettava l’afflusso di
pubblico, anche solo per curiosità.
Seduta
davanti al computer, Nora stava scrivendo dei testi, quando sentì Raffaella, la
segretaria che la chiamava. “Il direttore ti vuole”, stava dicendole da qualche
minuto.
Lei si
alzò ed entrò nell’antro del dottor Salvi che, dietro un’enorme scrivania
l’accolse con un ironico sorrisetto:
“Alle
diciannove c’è l’inaugurazione della mostra del suo pittore”, annunciò.
“Lo so…e
allora?”, chiese Nora.
“Allora si
faccia accompagnare da un cameraman e vada ad intervistarlo”, disse secco
l’uomo. Quando il direttore usava il “lei”, voleva dire che tirava una brutta
aria, non si poteva replicare.
Nora
rimase ferma, immobile, anche il respiro si era bloccato. Poi si riprese:
“Perché proprio io?”, domandò con un filo di voce.
“Perché proprio io?”, domandò con un filo di voce.
“Perché
lei è in confidenza e avete un conto in sospeso…o sbaglio?”, proseguì Salvi
imperterrito. “…e poi non voglio discussioni, sarà bene che si organizzi,
altrimenti farà tardi”, concluse.
A Nora non
restò altro che uscire dalla stanza a capo chino…quella tegola non se
l’aspettava. Era riuscita quasi a farsene una ragione e cercava in tutti i modi
di dimenticare l’uomo che aveva portato lo scompiglio nella sua vita e ora era
costretta ad affrontarlo e…a intervistarlo. Quella carogna di Salvi si era
vendicato perché non aveva potuto sfruttare fino in fondo quella storia…
Il
vernissage si era aperto con successo, gli invitati, il pubblico di gente
comune che andava ad ammirare i ritratti del pittore che aveva aiutato e
ritratto la ragazza che chiedeva l’elemosina per strada, senza sapere che fosse
una giornalista, era affluito numeroso. Il buffet organizzato con grande
eleganza offriva l’aperitivo e snack di ogni genere. La gente si fermava
davanti alle tele, l’attenzione era attirata dal ritratto di Nora che aveva già
molte opzioni per l’acquisto. Ma Luca era perplesso, gli spiaceva privarsi di
quell’opera che amava più delle altre; stava appunto discutendo con una signora
che insisteva per aggiudicarsela, quando entrò una troupe televisiva.
“Gervasi,
c’è la televisione”, lo informò il gallerista, “vorrebbero un’intervista”.
Luca si
preparò ad affrontare i giornalisti, quando vide avanzare Nora cambiò
espressione, divenne serio e si estraniò: rivisse in un attimo il momento in
cui l’aveva tra le braccia e questo gli trasmise un’emozione intensa.
“Cosa ci
fai qui?”, chiese quasi sgarbatamente.
“Il mio
lavoro”, rispose pronta lei.
Si
squadrarono in silenzio. “Non concedo interviste”, affermò Luca categorico.
“Ce l’hai
ancora con me?…cerca di capirmi non potevo fare altrimenti…mi dispiace, non
avrei voluto ingannarti”, disse Nora pregandolo con gli occhi.
In quel
momento Clelia, che era arrivata in ritardo, si fece largo fra il pubblico.
“Sono
qui”, gli fece cenno con la mano alzata.
Nora si
voltò e una nube passò nei suoi occhi. “E’ quella la tua fidanzata?”, mormorò.
Luca stava
per assentire, ma nello stesso momento vide apparire accanto a Clelia il professor
Monti:
“Non ne sono più tanto sicuro”, disse pensoso, “ma non voglio parlare di me…vorrei rispondere alla tua domanda: in questo momento non sono in grado di pensare, forse ti perdonerò ma….se non ci fosse stata l’ultima parte della storia sarebbe stato tutto più facile”.
“Non ne sono più tanto sicuro”, disse pensoso, “ma non voglio parlare di me…vorrei rispondere alla tua domanda: in questo momento non sono in grado di pensare, forse ti perdonerò ma….se non ci fosse stata l’ultima parte della storia sarebbe stato tutto più facile”.
Nora capì,
anche per lei l’ultimo giorno in cui si erano incontrati era stato fatale.
“Allora…posso
intervistarti?”, insisté sperando che nel frattempo lui avesse cambiato idea.
“Assolutamente
no…non saprei cosa dirti”, tagliò corto Luca.
La ragazza
si volse verso i colleghi: “riprendiamo semplicemente la mostra: niente
interviste”, affermò indispettita. Lasciò Luca alle prese con la signora
ingioiellata e se ne andò voltandogli le spalle decisamente. Si limitò a fare
il servizio sulla mostra, sapendo che avrebbe ricevuto una lavata di testa dal
suo direttore…”pazienza, forse questo è il minore dei mali”, pensò.
Intanto
Clelia si era avvicinata:
“Mi sembra la giornalista del tuo ritratto”, disse a Luca girandosi ad osservare Nora che si allontanava con la troupe.
“Mi sembra la giornalista del tuo ritratto”, disse a Luca girandosi ad osservare Nora che si allontanava con la troupe.
“Non
sbagli, è proprio lei…avrebbe potuto risparmiarsi questa visita”, brontolò lui,
aspettava la sfuriata di Clelia e non aveva nessuna intenzione di affrontarla
lì, in mezzo alla gente. Ma la dottoressa si rivolse al professor Monti:
“Non trovi che sia molto carina?”, affermò tranquilla lasciando Luca letteralmente sbalordito: non capiva più niente, era arrivato il successo ma stava perdendo le donne della sua vita.
“Non trovi che sia molto carina?”, affermò tranquilla lasciando Luca letteralmente sbalordito: non capiva più niente, era arrivato il successo ma stava perdendo le donne della sua vita.
Dopo la
mostra era diventato di moda avere in salotto un ritratto di Luca Gervasi, le
signore facevano a gara per posare per lui, ormai le sue quotazioni erano
salite parecchio e la sua vita era cambiata: si era licenziato dal lavoro di
grafico, aveva cambiato studio per uno più grande, sempre in zona dei Navigli. Avrebbe
dovuto essere contento, il suo sogno si era realizzato in poco tempo: era
diventato famoso, ma non era più in pace con se stesso ed era infelice…
praticamente era rimasto solo. Anche Clelia aveva trovato un’altra strada in
compagnia del suo professore: si era accorta di essersi pazzamente innamorata
di quell’uomo che aveva sempre creduto burbero e scostante e che invece si era
rivelato un romantico tenerone.
Lo confessò a Luca, in un pomeriggio mentre
passeggiavano in via Montenapoleone, tranquillamente sottobraccio come una
coppia di vecchi coniugi. Erano davanti alla vetrina di un noto stilista:
sembrava che Clelia ammirasse i capi esposti, in realtà stava pensando a come
dire a Luca che voleva lasciarlo. Glielo disse, in fretta, senza fermarsi:
“Ti devo parlare…”, cominciò titubante. Lui la guardò sorpreso aspettando che lei continuasse.
“…ti voglio bene…ma non sono più innamorata di te…vorrei rimanere soltanto tua amica”, le parole gli erano uscite di getto…. finalmente si era liberata dal grande peso che aveva sul cuore fin dal ritorno da Formentera. Lui la fissò:
“Ti devo parlare…”, cominciò titubante. Lui la guardò sorpreso aspettando che lei continuasse.
“…ti voglio bene…ma non sono più innamorata di te…vorrei rimanere soltanto tua amica”, le parole gli erano uscite di getto…. finalmente si era liberata dal grande peso che aveva sul cuore fin dal ritorno da Formentera. Lui la fissò:
“Stai dicendo sul serio? Lasciami indovinare
perché”, fece una lunga pausa e Clelia rimase col fiato sospeso.
“Mi lasci
per il tuo professore?”, domandò infine Luca . Lei fece cenno con la testa, non
aveva il coraggio di dire sì. Lui le mise un braccio attorno alle spalle e
disse mestamente:
“Forse è la cosa migliore da fare… e ti devo
confessare che da qualche tempo mi sta succedendo la stessa cosa”.
“C’è di
mezzo la giornalista? Mi sono accorta che da quando l’hai conosciuta sei
cambiato…però non voglio perderti, siamo stati bene insieme”. Lo guardò e
sorrise :
“Sai una
cosa?”, continuò lei, “Quello che mi ha fatto decidere è il fatto che non sono
più gelosa di te”.
“Adesso se
la sbrigherà quell’altro…povero professore, non lo invidio!”, esclamò Luca
divertito.
Quella
sera andarono al ristorante insieme, per brindare al loro nuovo avvenire con
altri partners.
Anche Nora
aveva deciso di troncare, ma di troncare
con se stessa, voleva cancellare Luca dai suoi pensieri e ritrovare la propria
libertà…chi credeva di essere quello lì? In fin dei conti se aveva raggiunto la
fama era in parte per merito suo…se non fosse apparso in televisione sarebbe
rimasto nell’ombra, bravo….ma sconosciuto. Faceva tutti questi ragionamenti ma
poi le veniva un groppo alla gola ripensando ai suoi occhi grigi, al suo
sorriso particolare, alle braccia nelle quali si era rifugiata, alle emozioni
che le aveva trasmesso…
Luca,
disteso sul divano nel soggiorno della nuova casa, stava guardando
svogliatamente un programma televisivo, nei titoli di coda lesse il nome di
Nora Guidi e venne ripreso dalla voglia di lei.
Dopo che
il rapporto con Clelia si era interrotto, era stato difficile decidere di non
vederla più: una volta sola era stato con lei, ma quella volta aveva lasciato
un segno impossibile da cancellare. Doveva cercarla e dirle che l’amava. Passò
tutta la notte a rimuginare su come avrebbe potuto riprendere il rapporto
interrotto così bruscamente. Provava e riprovava le frasi che doveva dirle…come
un liceale al primo amore.
Al
mattino, quando non si dorme la notte e il cervello è ancora intorpidito, si fa
molta fatica a ritornare alla realtà e la realtà di quel momento era il telefono che squillava… con la
voce impastata di sonno Luca rispose: “Pronto?”
Era Nora:
“Questa è l’ultima volta che ti chiedo perdono…ma non posso farne a meno,
allora…abbiamo finito di farci la guerra?” .
Luca si
svegliò di colpo… il cuore cominciò a battere più in fretta:
“Propongo una pace duratura…però dobbiamo incontrarci. Devo dirti una cosa molto importante”, disse.
“Propongo una pace duratura…però dobbiamo incontrarci. Devo dirti una cosa molto importante”, disse.
“Cosa?”,
chiese lei già sulla difensiva.
“Che ti
amoooo!!!”, gridò Luca al colmo della felicità.