Tutti conoscevano la fattoria “Il Girasole” di Tony, il
grande casolare di mattoni rossi all'ombra di un platano secolare. I filari
ordinati delle viti gli facevano da contorno, la gente andava comprare i prodotti profumati dell’orto
coltivati naturalmente, come una volta.
Tony era rimasto in campagna a fare il contadino e aveva
trasformato la cascina di famiglia in una tenuta agricola modello; chi voleva
mangiare bene andava da lui per avere sulla tavola verdura fresca e genuina e
vino di ottima qualità. Le signore, al di là della convenienza facevano
volentieri la spesa anche perché lui era
un gran bel ragazzo: sempre abbronzato dal sole dei campi e con una faccia
simpatica e aperta.
“Tony…cosa hai raccolto stamattina?”, era la domanda che
facevano appena arrivate e… se ne andavano soddisfatte con le borse piene di
ogni ben di Dio. Fra le clienti più assidue c’era Rosa che gestiva una piccola
trattoria in paese, le sue insalate e i piatti vegetariani erano rinomati e
trovare un tavolo libero era un’impresa quasi impossibile.
Fra i due era nata una storia e Tony, si era innamorato di
quella bella donna esuberante e piena di vita che sembrava fatta per lui che
era timido e insicuro. Il loro rapporto durava da tempo e avevano anche fatto
progetti per l’avvenire: “Ci mettiamo insieme e trasformiamo tutto in una bella
Beauty Farm…con ristorante, maneggio, campi da tennis…”. Sognavano ad occhi aperti
abbracciati nel lettone di ferro battuto in attesa di realizzare i loro sogni.
A sconvolgere il loro equilibrio una sera un’auto sportiva
imboccò il vialetto che portava al casolare..
Dal macchinone
uscirono, prima due gambe inguainate in calze a rete, poi l’intera figura di
una donna di una bellezza sconvolgente: alta, con i capelli lisci e biondi, un
viso angelico illuminato da grandi occhi verdi
“Lei è il proprietario?”, chiese la meravigliosa creatura.
“Sì…posso esserle utile?”, rispose lui attonito; i loro
sguardi si incrociarono e Tony sentì una corrente elettrica attraversargli il
corpo. La ragazza si presentò:
“Sono Clarissa, dell’agenzia Publifilm, sto cercando un posto adatto per uno spot pubblicitario…la sua fattoria sarebbe il luogo ideale…se vuole ne possiamo parlare”, disse sfoderando un luminoso sorriso.
“Sono Clarissa, dell’agenzia Publifilm, sto cercando un posto adatto per uno spot pubblicitario…la sua fattoria sarebbe il luogo ideale…se vuole ne possiamo parlare”, disse sfoderando un luminoso sorriso.
Tony sul momento non seppe rispondere, non aveva ben capito
la proposta preso dal fascino della giovane donna; ci pensò un secondo poi
l’invitò ad entrare. Lei si guardò intorno:
“Qui sarebbe perfetto… il camino, il pavimento di cotto, i mobili rustici, la madia della nonna…le sedie impagliate, proprio quello che cercavo…”, mormorò soddisfatta.
“Qui sarebbe perfetto… il camino, il pavimento di cotto, i mobili rustici, la madia della nonna…le sedie impagliate, proprio quello che cercavo…”, mormorò soddisfatta.
.Intanto lui intimidito la fece accomodare nel divanetto a
rose gialle:
“Posso offrirle qualcosa?”, chiese.
“Posso offrirle qualcosa?”, chiese.
“Grazie…ho una sete terribile, anche un bicchiere d’acqua va
bene”, rispose lei sedendosi e scoprendo le lunghe gambe snelle. Sarà perché
Tony non aveva mai frequentato un certo mondo, sarà che la fanciulla che aveva
davanti era attraente, si sentiva come frastornato…andò a prendere due calici e
una bibita, ma fece grande attenzione a riempire i bicchieri per non versare
fuori la bevanda. Come imbambolato rimase a osservare Clarissa che beveva con avidità,
la ragazza posò il bicchiere sul tavolino:
“Allora, vogliamo parlare d’affari?”, chiese lanciandogli uno sguardo malizioso.
“Allora, vogliamo parlare d’affari?”, chiese lanciandogli uno sguardo malizioso.
Ma non ci fu bisogno di trattare, Tony accettò la proposta
della giovane senza fiatare pur di rivederla.
Il circo dei cameramen e delle modelle arrivò il giorno dopo
sconvolgendo la tranquillità della campagna. I clienti che arrivavano
guardavano con curiosità l’andirivieni dei tecnici che urlavano, mettendo a
soqquadro la fattoria…Ma Tony non sentiva, gli interessava solo essere accanto
a Clarissa, si dava da fare in qualunque maniera pur di starle vicino...e anche
lei lo guardava in modo particolare, non le dispiaceva affatto quel giovane
contadino dai muscoli solidi, anzi, non perdeva occasione per fare la civetta
con lui…
Tony non le staccava
gli occhi di dosso: gli piaceva il suo modo di fare, come parlava, come si
muoveva come era vestita…abituato com’era ad avere attorno a lui persone
semplici, quella donna sofisticata lo stava affascinando.
Rosa arrivò e si guardò intorno:
“Si può sapere cosa sta succedendo?”, chiese esterrefatta.
“Si può sapere cosa sta succedendo?”, chiese esterrefatta.
Clarissa si fece
avanti e :
“Stiamo girando uno spot pubblicitario…la prego si metta da parte”, disse toccandole un braccio.
“Stiamo girando uno spot pubblicitario…la prego si metta da parte”, disse toccandole un braccio.
Lei si girò
innervosita e stava per rispondere a dovere, quando un cameraman l’avvicinò con
una telecamera sulla spalla, così fu costretta ad allontanarsi…
“Tony….mi vuoi spiegare cosa ci fa qui questa gente?”, sbottò
inviperita lanciando occhiate di fuoco in direzione della bellezza bionda che
si muoveva come se fosse a casa sua.
“Non ti preoccupare, mi hanno chiesto se potevano fare della
pubblicità nella fattoria e ho dato il permesso…e poi ci pagano, e anche bene”,
tentò di rassicurarla.
Ma il fiuto di una donna innamorata non si ingannava, Rosa
notò gli sguardi del suo uomo verso quella magnifica creatura e cercò di correre
ai ripari, doveva riprendersi subito ciò che era suo.
“Ci vediamo stasera?”,
chiese invitante; gli andò vicino e lo prese sottobraccio. Lui si irrigidì:
“Sono molto stanco…questa confusione mi ha stressato e…vorrei
andare a letto presto”, disse cercando di non essere sgarbato. Rosa deglutì
come se avesse ingoiato un rospo:
“Va bene…come vuoi…a domani”, concluse andandosene inviperita.
“Va bene…come vuoi…a domani”, concluse andandosene inviperita.
Tony la seguì con lo sguardo e si diede dello stupido! ... che
bisogno c’era di trattare in quel modo Rosa che era sempre affettuosa con lui? Ma lo scrupolo durò poco:
la vide allontanarsi e non la richiamò, il suo sguardo non si staccava da
Clarissa.
La giornata stava per finire e la carovana della pubblicità
stava riponendo nel furgone gli attrezzi, le modelle se n’erano già andate. .
Clarissa con le braccia cariche stava correndo, inciampò e
cadde proprio davanti a lui. Tony si precipitò ad aiutarla:
“Ti sei fatta male?”, chiese ansioso.
“Ti sei fatta male?”, chiese ansioso.
“No…no…almeno credo, lasciami alzare e dopo te lo dico”,
rispose lei.
Il giovanotto la sorresse e il solo contatto con il suo corpo
lo fece arrossire, Clarissa se ne accorse e pensò che aveva fatto colpo…anche
lei era stata attratta subito da lui e in quell’attimo decise che non poteva
farsi scappare un tipo così. Le sue braccia avvolsero il collo di Tony in un
abbraccio:
“Non ce la faccio a stare in piedi…devo essermi slogata una caviglia”, si lamentò con la voce di una bimba viziata.
“Non ce la faccio a stare in piedi…devo essermi slogata una caviglia”, si lamentò con la voce di una bimba viziata.
“Ti porto in casa…poi chiamiamo un medico…”, disse lui
precipitosamente.
Lei gli sorrise: “Grazie…sapevo che eri un bravo ragazzo”,
sussurrò dolcemente.
Tony la prese fra le
braccia e mentre la trasportava si sentiva l’uomo più felice del mondo: era
tutto il giorno che desiderava toccarla, e ora l’aveva tutta per sé…L’adagiò
con cautela sul letto:
“Chiamo subito il dottore…”, esclamò.
“Chiamo subito il dottore…”, esclamò.
“No…vieni qui…mi sembra di stare meglio, il dolore è quasi
sparito…”, disse lei trattenendolo per la camicia.
Tony non capiva più niente, avere nel suo letto quella donna
che l’aveva stregato appena l’aveva vista lo metteva in ansia…non sapeva più
cosa fare. Clarissa con una smorfia di dolore cercò di alzarsi:
“Penso che sia meglio per ora non sforzare il piede, vai fuori e dì a tutti di andarsene senza di me, li raggiungerò più tardi…in questo momento non posso assolutamente guidare”, sussurrò...e gli occhi verdi sembravano due smeraldi lucenti.
“Penso che sia meglio per ora non sforzare il piede, vai fuori e dì a tutti di andarsene senza di me, li raggiungerò più tardi…in questo momento non posso assolutamente guidare”, sussurrò...e gli occhi verdi sembravano due smeraldi lucenti.
Tony corse fuori e ritornò, aveva letto in quegli occhi lo stesso suo
desiderio, si sdraiò accanto a lei ma non ebbe il coraggio neppure di toccarla,
era intimidito dalla sua bellezza… La mano di Clarissa si insinuò nella sua,
quelle dita affusolate che stringevano la sua mano callosa lo fecero fremere,
lei prese l’iniziativa e lo baciò sulla bocca…La passione si scatenò, Tony
ricambiò il bacio e la strinse a sé, il profumo della sua pelle lo stordì,
Clarissa si tolse i vestiti lentamente, la visione della biancheria di pizzo
sulla pelle bianca e liscia gli diede un brivido e finalmente si lasciò
andare…era la prima volta che provava emozioni così forti, con Rosa non era
così…anche se le voleva molto bene fra di loro non c’era quella febbre che lo
divorava in quel momento…avere fra le braccia quella creatura raffinata e
diversa dalle donne che era solito frequentare non gli pareva vero, era come se
stesse vivendo un sogno…si inebriò al profumo dei capelli di seta sparsi sul
cuscino e con mani tremanti accarezzò il corpo liscio e perfetto…
Rosa intanto, aveva deciso di fare un salto da Tony anche se
le aveva detto che era stanco…magari solo per augurargli la buona notte, di
solito era lui che la veniva a prendere per portarla alla fattoria, ma quella
sera voleva fargli una sorpresa…Parcheggiò l’utilitaria fuori dal cancello e si
inoltrò nel vialetto…notò una vettura sportiva sull’aia, nel cascinale tutto era silenzio, alzò gli occhi e vide che soltanto la finestra
della camera da letto era illuminata. Un presentimento la spinse a guardare
dentro l’abitacolo della macchina ferma. Sui sedili una borsa e una giacca
femminili, inequivocabilmente la proprietaria era una donna, sicuramente la
bionda indaffarata che sembrava una Barbie e lassù, in quella stanza Tony era
con lei…
Un groppo alla gola le impedì di fare qualsiasi mossa, anzi
decise di andarsene, non avrebbe mai creduto che lui potesse arrivare a
tanto…tradirla con una di città, una smorfiosa che l’avrebbe fatto soffrire,
che stupido e ingenuo! Tornò a casa delusa e quella notte non prese sonno…non
ce l’aveva tanto con lui ma con quella che era venuta a scombinare la sua vita,
sicuramente solo per un capriccio…
Il giorno dopo nel casolare Tony si svegliò presto, accanto a
lui Clarissa dormiva ancora, sfiorò con un dito la bella bocca atteggiata in
una smorfia infantile e ricordò i suoi baci… si alzò piano piano per non
svegliarla…aveva ancora addosso il profumo sensuale della sua pelle.
“Sveglia, dormigliona…è pronta la colazione”, annunciò poco
dopo reggendo un vassoio con un bricco di caffè fumante, biscotti e marmellata.
Lei aprì gli occhi pigramente:
“Grazie…solo un caffè senza zucchero”, disse con la voce ancora impastata di sonno.
“Grazie…solo un caffè senza zucchero”, disse con la voce ancora impastata di sonno.
Tony ci rimase male….era abituato con Rosa che di buon mattino mangiava
con piacere quelle buone cose fatte in casa…
Il giovane si avvicinò
per porgerle la tazzina e la guardò negli occhi:
“E’ stato così bello che mi sembra di aver sognato”, sussurrò, “ti amo disperatamente”.
“E’ stato così bello che mi sembra di aver sognato”, sussurrò, “ti amo disperatamente”.
Lei sorseggiò con cautela la bevanda bollente, “Anche per me
è stato bello…sei un uomo meraviglioso”, rispose distrattamente, “ purtroppo
ora devo andare…il lavoro mi aspetta…”, disse alzandosi di slancio.
Tony l’osservò meravigliato: “La caviglia? Ti fa ancora
male?”.
Lei si massaggiò la gamba:
“No…è tutto passato….merito tuo”,
gli disse nascondendo il viso nel suo petto.
Fece una doccia e si vestì in fretta, “Beh… ciao, ti telefono
io,”, disse presentandosi pronta per andarsene.
“Non puoi andartene così….quando ci vediamo?”, chiese lui
implorante.
Clarissa sorrise: “Mi farò viva presto, non ti preoccupare…”,
l’abbracciò e gli diede ancora un bacio sulla bocca, poi scese le scale e corse
all’auto su piazzale…Tony sentì il motore avviarsi, l’osservò dalla finestra
mentre partiva…e già gli mancava.
Da quel momento visse soltanto aspettando una telefonata….che
non venne mai.
Era diventato un’altra persona…non sorrideva più e pensava
sempre a lei, ogni ora ogni minuto, ricordava la notte d’amore con Clarissa e
non sapeva darsi pace ”perché non mi telefona?”, si chiedeva, non voleva ammettere di essere stato l’oggetto del capriccio di una ragazza abituata a giocare con
l’amore. Per lui invece era stata un’altra cosa, aveva messo tutto se stesso in
quella breve storia; era bastato un giorno, anzi una notte per sconvolgergli la
vita…non poteva dimenticare le emozioni, sapeva che non le avrebbe mai più
riprovate con nessun’altra donna…
Quando telefonò
all’agenzia e, per lui, Clarissa non c’era…non sperò più…
Piombò in uno stato di inerzia, la malattia d’amore lo
annientò, la passione lo bruciava…il sortilegio di un’ammaliatrice come
Clarissa si era impadronito del suo animo semplice…
Rosa non si fece più vedere e Tony, abbandonato a se stesso
era sull’orlo della depressione, finché una sera, quando proprio non ce la
faceva più, decise di andare a cenare a “L’Ortolano”, la trattoria di Rosa.
“Cosa ci fai qui conciato in quel modo?… guardati, hai la
barba lunga, sei dimagrito…”, disse lei non appena se lo vide davanti con
un’aria da cucciolo abbandonato. Lui la guardò intensamente:
“Ho bisogno di te…aiutami a guarire…”, supplicò, “non
lasciarmi”.
Rosa in quel momento sentì il rancore sciogliersi, alzò lo
sguardo verso il suo uomo e capì che non poteva perderlo:
“Ti sta bene! Sei stato uno stupido ...cercherò di perdonarti…ma tu mi devi promettere che non guarderai mai più una bionda…”, disse buttandogli le braccia al collo.
“Ti sta bene! Sei stato uno stupido ...cercherò di perdonarti…ma tu mi devi promettere che non guarderai mai più una bionda…”, disse buttandogli le braccia al collo.
Tony la strinse e si sentì al sicuro: “Te lo giuro”, sussurrò
affondando il viso nei suoi capelli che non sapevano di profumo francese…ma
erano tanto rassicuranti!
FINE
“