Anche Luca
era in confusione, non gli era mai capitato di lasciarsi prendere da
un’emozione così intensa : Nora aveva risvegliato in lui qualcosa che si era
assopito durante la lunga relazione con Clelia: aveva dimenticato che l’amore è
fatto anche di passione e di istinto. Non riusciva a scordare di aver stretto
fra le braccia Nora e di avere sentito
che anche lei era stata coinvolta dalla passione esplosa senza che loro nemmeno
se ne accorgessero… Non riusciva più a dormire, voleva ritrovarla ad ogni
costo: ritornò su quella strada, nel bar, girò per altri marciapiedi nella
speranza di incontrarla. Una sera gli parve finalmente di averla vista e corse
verso di lei con il cuore in tumulto…ma era solo una zingara che importunava i
passanti.
Con Clelia
aveva fatto pace dopo averla rassicurata che con la ragazza del quadro non
c’era stato assolutamente nulla di più che un rapporto di lavoro…ma verso di
lei non era più lo stesso. Le voleva bene e aveva sempre pensato a lei come a
una futura moglie, ma ora non ne era più
certo. Anche Clelia si era accorta che
lui era cambiato, lo sentiva distante, distratto, non sapeva a cosa attribuire
quella trasformazione. Voleva pensare che fosse solo stress da lavoro, ma la
sua natura sospettosa la induceva a cattivi pensieri.
“Cosa ci
sta succedendo?”, chiese gli infine una
sera, “non riusciamo più a comunicare…dov’è finita la nostra complicità?… se
non mi vuoi più devi dirmelo. Forse è tutta colpa della gelosia che mi fa
sragionare. Ti prometto che d’ora in poi non dirò più niente…”. Aveva
un’espressione così disperata che Luca si commosse: povera Clelia, come poteva
confessarle che in quei giorni aveva la mente occupata da un’altra?
“Stai
tranquilla, va tutto bene…sono solo un po’ stanco”.
“Cosa ne
diresti di fare una bella vacanza insieme?”, propose lei rinfrancata dalle sue
parole.
“In questo
momento non posso assentarmi, ho un sacco da fare”, si giustificò Luca preso
alla sprovvista.
Clelia
capì che era il momento di mettere in atto un po’ di seduzione: si avvicinò,
passò le dita con una leggera carezza sulla sua fronte:
“Sei
sciupato, hai bisogno di riposo…come tuo medico personale ti prescrivo un bel
viaggio”, scherzò sorridendo, poi si accostò ancor di più, “andiamocene via…ti
prego. Non vedi che stiamo allontanandoci? Abbiamo bisogno di ritrovarci.
Prendiamo un aereo e partiamo, lontani da qui, in un posto dove possiamo stare
noi due soli…”, avvicinò le labbra alle sue, “non voglio perderti, ti amo”,
sussurrò.
Luca
l’abbracciò forte, forse aveva ragione lei, andarsene sarebbe stata la medicina
migliore per guarirlo dalla febbre che l’aveva preso da quando aveva incontrato
quella strana ragazza, della quale, in fin dei conti non sapeva nulla. Poteva essere chiunque… e
poi era sparita nel nulla e la sua spasmodica ricerca per ritrovarla era
fallita. Doveva convincersi a lasciar perdere…era stata solo un’avventura senza
nessuna conseguenza, come può capitare a tanti, solo un’attrazione fisica del
momento…
“Va bene”,
disse dopo una breve pausa, “cercherò di liberarmi dagli impegni, organizza
pure dove vuoi tu….per una settimana ce ne staremo in pace, ne abbiamo entrambi
bisogno”, concluse accarezzandole affettuosamente il viso. Clelia era al colmo
della felicità e il giorno dopo passò subito in un’agenzia viaggi per
programmare la sua settimana di vacanza.
Le Baleari
le sembrarono una meta adatta: il sole, il mare e un bell’albergo erano
senz’altro gli strumenti adatti a cancellare le ombre che si erano accumulate
fra di loro negli ultimi tempi. Ritornò con un mucchio di dépliants:
“Ecco,
scegli tu “, invitò con tutta la grazia che possedeva buttando sul tavolo gli
opuscoli colorati che offrivano vacanze indimenticabili. Luca diede un rapido
sguardo .
“Ti lascio la scelta, per me va bene tutto, purché tu sia contenta”, disse conciliante.
“Ti lascio la scelta, per me va bene tutto, purché tu sia contenta”, disse conciliante.
“Cosa ne
dici di Formentera?”, propose Clelia, è un posto tranquillo con paesaggi
stupendi”.
“O.K., per
me va bene, prenota pure per la settimana prossima”, concluse lui che non
vedeva l’ora di esaurire l’argomento. Partiva di malavoglia, ma aveva deciso di
staccare la spina e di tornare ad essere quello di prima: un uomo tranquillo,
con una fidanzata che lo amava e che aspettava soltanto di diventare sua moglie.
Quella
sera Luca voleva starsene a casa approfittando del fatto che Clelia aveva il
turno di notte in ospedale. Non aveva molto appetito, cenò con del pollo freddo
avanzato dal giorno prima e dell’insalata, poi si sdraiò in poltrona e accese
il televisore. Facendo zapping fra le varie TV si fermò su un canale: una bella
bionda stava annunciando un nuovo programma: “Per Televerità una giornalista ha trascorso venti giorni sulle strade
chiedendo l’elemosina. Vedremo giorno per giorno ciò che le è successo…”. Luca
si fermò incuriosito.
Dopo la
sigla cominciarono le immagini: la sagoma di una ragazza che mendicava in mezzo
alla gente lo fece sobbalzare: "Nora...non è possibile", mormorò
esterrefatto. Non voleva crederci, coltivò la speranza che non fosse lei finché
un primo piano non gli tolse ogni illusione: era proprio Nora, con la chioma in
disordine, gli occhi lucenti e il giaccone extralarge. Sentì un flusso di
sangue salirgli alla testa, poi un brivido lo percorse da capo a piedi, lo
stupore l’aveva paralizzato. Rimase inchiodato alla poltrona e seguì il
programma sempre più curioso di vedere dove andava a finire. Vide Nora che
importunava i passanti, qualcuno la trattava male, qualche altro la scostava
come un’appestata, la vide anche alle prese con un vigile che voleva impedirle
di questuare…ma la cosa più sorprendente fu quando vide se stesso nel momento
in cui toglieva di tasca la banconota, mentre la voce fuori campo stava
dicendo: “Un affascinante sconosciuto si commuove e offre a Nora un panino”. Si
rivide al bar con lei che stava ingurgitando i bocconi con avidità,
interpretando perfettamente la parte dell’affamata. “Brava!…mi hai proprio
fregato…”, brontolò Luca al colmo dell’indignazione. Ma, secondo lo speaker, la
storia cominciata sul marciapiede non era finita, infatti l’occhio della
telecamera era arrivato anche a casa sua, nel momento in cui dipingeva il
ritratto di Nora. Per fortuna il servizio finiva lì, le altre sedute non erano
state riprese: il loro momento di passione non era andato in onda.. Luca capì
allora la presenza di Pablo, evidentemente era un cameraman e aveva girato le
immagini senza farsi accorgere usando una telecamera nascosta, una specie di
candid camera… Si convinse anche che la donna che aveva visto al ristorante e
nel pub fosse lei che, dopo il lavoro, ritornava ad essere una persona normale.
Finito il programma Luca rimase annichilito davanti al televisore spento, era
talmente stupito di quello che aveva visto che stentava a credere…si sentiva
tradito ed era infuriato anche con se stesso per essere caduto nella trappola.
Dopo un primo momento di smarrimento si riprese e decise di telefonare alla
redazione dell’emittente televisiva che aveva mandato in onda quel servizio
senza chiedere nessuna autorizzazione. Cercò sull’elenco telefonico e chiamò
immediatamente, furibondo:
“Sono Luca Gervasi…voglio parlare con il direttore di Televerità”.
“Sono Luca Gervasi…voglio parlare con il direttore di Televerità”.
“A che
proposito, signor Gervasi?”, gli rispose una voce femminile.
“Quel
servizio appena andato in onda…mi avete ripreso senza l’autorizzazione…siete
venuti in casa mia, io vi denuncio!”, gridò con quanto fiato aveva in gola.
“Si
calmi….in questo momento il direttore non c’è, può telefonare domani mattina.
Se vuole posso farla parlare con la signorina
Guidi”, propose gentilmente la sua interlocutrice.
“Chi…Nora?
Assolutamente no”, rispose secco lui interrompendo bruscamente la
conversazione.
La rabbia
gli ribolliva dentro, era deluso…si dava dello stupido e non poteva perdonare
il tradimento. Come un leone in gabbia percorreva i pochi metri quadrati
dell’appartamento avanti e indietro. Entrò nello studio e, il primo impulso fu
di distruggere il quadro ancora sul cavalletto: solo vedere quel viso che
sembrava fissarlo con ironia si sentiva preso in giro. Gli tornava alla mente
il piacere che aveva provato a ritrarre i suoi occhi neri e brillanti, la bocca
sinuosa…ce l’aveva messa tutta per trasportare sulla tela ciò che stava
provando, e ci era riuscito…dal viso di Nora, dal suo sguardo traspariva
sensualità, era un quadro molto bello…ma in quel momento l’avrebbe fatto a
pezzi… Per finire la serata si aspettava anche che Clelia telefonasse e non era
dell’umore giusto per sopportare un interrogatorio, anche se lei aveva promesso
di non fare più scenate, la conosceva troppo bene….non avrebbe saputo
resistere! Ma Clelia telefonò più tardi
solo per augurargli la buonanotte e non fece cenno alla trasmissione: era in ospedale
e non l’aveva vista , Luca si guardò bene dal parlagliene. Per addormentarsi fu
costretto a ingurgitare un sonnifero, ma nonostante il tranquillante passò la
notte più agitata della sua vita. Incubi di tutti i generi lo tormentarono fino
all’alba, infine prese sonno e si svegliò molto tardi. Si buttò sotto la doccia
quasi gelata per rinfrescarsi le idee. Mentre si faceva la barba lo specchio
gli rimandò l’immagine di un uomo distrutto: le borse sotto gli occhi e il
colorito giallastro lo facevano assomigliare a uno zombi. Poco dopo, verso mezzogiorno ricevette una
telefonata:
“Sono Salvi, il direttore di Televerità”, disse una voce d’uomo.
“Sono Salvi, il direttore di Televerità”, disse una voce d’uomo.
“Ah,
proprio con lei volevo parlare… come si è permesso di violare la mia privacy
per realizzare la sua TV spazzatura”,
esclamò Luca facendosi riprendere
dalla rabbia.
“Non
offenda, signor Gervasi, le dico solo che lei ha perfettamente ragione… c’è
stata un’incomprensione con la redazione… le ho telefonato appunto per proporle un incontro, vedrà che ci
metteremo d’accordo”, disse con voce melliflua il suo interlocutore telefonico.
“Non
voglio vederla per nessuna ragione al mondo”, ribatté il giovane al colmo
dell’indignazione.
“Si
calmi”, continuò l’altro imperterrito, “se non vuole venire nei nostri studi le
manderò la giornalista che ha realizzato il servizio, con lei forse troverà un
punto d’incontro, dato che la conosce già”.
Luca sentì
salirgli il sangue alla testa, che sfacciataggine! Se c’era qualcuno che non
voleva vedere in quel momento era proprio lei.
“Se lo
tolga dalla testa… e la prego di non importunarmi più. La farò contattare dal
mio avvocato…”, chiuse il telefono con un gesto secco.
Intanto
Nora stava vivendo momenti difficili, il direttore insisteva perché andasse da
Luca a proporgli di continuare la storia in TV, molti avevano chiesto chi fosse
quel pittore, i giornali avevano messo l’accento sul fatto che l’artista
apparso nel servizio fosse rimasto sconosciuto ed era così scattata la caccia
al misterioso personaggio. Lei, invece, era piena di rimorsi, e non aveva il
coraggio di rivederlo, quando lo pensava sentiva una fitta al cuore; avrebbe
dato qualunque cosa per cancellare ciò che gli aveva fatto: aveva tradito la
sua buonafede e non se lo poteva perdonare. Purtroppo il dottor Salvi era molto
testardo e le ordinò letteralmente di accettare
l’incarico. La chiamò al suo cospetto:
“E’ già
passato troppo tempo…vai subito e ricordati ciò che ti ho detto….mi
raccomando”, disse in tono che non ammetteva replica.
Nora chinò
la testa, doveva muoversi. Mentre, in macchina si recava all’indirizzo di Luca
era tesa e nervosa, per calmarsi canticchiava qualcosa ma…non c’era niente da
fare. Il momento di affrontarlo era vicino e, quando suonò il campanello stava
per sentirsi male. Aspettava di vederlo comparire col cuore in tumulto: cosa
gli dico?…si chiedeva mentre attendeva che quella porta si aprisse. Ma
dall’interno non proveniva nessun rumore. Suonò ancora e aspettò. Niente.
Risuonò invano. “Non è in casa”, si disse quasi sollevata. L’uscio dell’appartamento accanto si aprì:
“Cerca il signor Gervasi?”, chiese una donna osservandola con curiosità. Nora
rispose di sì e l’altra: “E’ partito per una vacanza…con la fidanzata”, rispose
pronta la vicina. A Nora non restò che ridiscendere le scale ripensando alle
parole di quella donna con una piccola fitta dentro. “Con la fidanzata…”, già,
aveva dimenticato che era legato ad un’altra..
Per Luca i
giorni dopo la trasmissione furono un incubo: era quasi diventato celebre. In
ufficio non poteva sottrarsi alle punzecchiature, gli amici, i parenti si erano
tutti fatti vivi per congratularsi con lui…congratularsi di cosa? Di essere
stato raggirato da una giornalista in cerca di notorietà?. Non ne poteva
più. Specialmente con Clelia aveva
dovuto fare discussioni infinite per convincerla che la bugia che le aveva
detto era stata solo per evitare una lite in più, e che, con la giovane donna
che aveva ritratto, non c’era stato nulla… Voleva convincere soprattutto se
stesso che non era successo niente, anche se in realtà quel breve incontro gli
aveva lasciato nel cuore una ferita.
La vacanza programmata gli
apparve come una liberazione, doveva allontanarsi al più presto per cercare un
po’ di pace.