Quella notte dormì
male, in preda a sogni angosciosi, il mattino dopo si svegliò con la bocca
amara e un cerchio alla testa.
Nei giorni che seguirono ebbe un sacco di cose
da fare, durante la sua assenza si erano accumulati problemi che dovevano
essere risolti e questo lo distrasse dai suoi pensieri. Avrebbe voluto anche
farsi vivo con gli ex colleghi per sapere com’ era andata a finire dopo che si
era dimesso, ma aspettava di essere nello spirito giusto per affrontare
l’argomento.
Una sera era sprofondato sul divano e stava
leggendo un libro, quando il suono del telefono ruppe il silenzio e lo fece
sobbalzare. Chissà perché sperò di risentire la voce di Fiamma, ma rimase subito
deluso:
“Ciao, bentornato”, era Carlo, un tale che lavorava con lui, “So che sei stato all’estero, com’è andata?”.
“Ciao, bentornato”, era Carlo, un tale che lavorava con lui, “So che sei stato all’estero, com’è andata?”.
“Molto bene”,
rispose distratto, se ci vediamo ti dirò…. e qui? Ci sono novità?”, chiese
Giulio tanto per dire qualcosa.
“Ti ho telefonato
appunto per raccontarti . Saresti libero questa sera?”, continuò l’altro .
Preso dalla
curiosità Giulio rispose: “Certo, vuoi che ceniamo insieme?”
Si incontrarono in
un ristorante e Carlo cominciò a parlare: da quando Giulio si era dimesso
l’ingegner Morandi non aveva fatto altro che rimpiangerlo.
“Ti stima molto”,
disse il collega diventando improvvisamente serio, “gli è spiaciuto che te ne
fossi andato così, sapeva di aver perso un collaboratore difficilmente
rimpiazzabile. Di cervelli come il tuo ce ne sono pochi in giro”.
Gli mise una mano sulla spalla: “Perché non
sei più tornato?”, chiese.
Giulio non rispose.
“Morandi ti poteva
ancora accogliere in ditta, aveva capito che chiunque poteva cadere nel
tranello. Quando poi ho conosciuto quella rossa tutti abbiamo pensato che non
potevi sfuggirle…troppo affascinante!”.
“Come?…hai visto
Fiamma?”, esclamò Giulio sorpreso.
“Certo, dopo che
te ne sei andato Morandi è stato contattato dal direttore della ditta che ci ha
fregato la formula…”
“Continua”, disse
sempre più interessato Giulio.
“Era un’azienda in
crisi, non era bastata la crema magica a risollevarla e chiese al nostro
direttore una fusione,… praticamente si offrivano come soci minoritari pur di
uscire dal crac”.
Giulio era sempre
più stupito.
“Allora?…”, era
impaziente di sentire la conclusione della storia che gli aveva cambiato la
vita..
“Allora il tuo
lavoro non è andato perduto…ora loro producono per noi…”
“Non avrei mai
immaginato che finisse così”, mormorò Giulio. “Ma c’è ancora qualcosa da
spiegare”, riprese “hai detto di aver conosciuto Fiamma?”.
“E’ venuta da noi
con il suo capo…credo sia la nipote del proprietario…anzi, ha chiesto di te e,
quando ha saputo che avevi dato le dimissioni non voleva crederci”, l’uomo fece
una lunga pausa. “Tu ritorneresti da noi?”, chiese poi.
Giulio rimase
zitto, questa richiesta lo lusingava molto. Dopo tutto quello che era successo
non sapeva cosa rispondere, non sapeva se ancora lo interessava quell’ambiente
dal quale era fuggito.
L’amico stava aspettando una risposta.
“Non so”,
finalmente disse, “…ho conosciuto altre realtà migliori che mi hanno elevato
nello spirito e dalle quali ho appreso qual è il vero senso della vita. Ti
assicuro che, prima di affrontare ancora il vostro mondo, devo pensarci molto.”
Ma l’altro non lasciò cadere la domanda.
“Il nostro
incontro non è casuale, mi ha incaricato Morandi di proporti una nuova
assunzione….naturalmente alle condizioni che vuoi tu”.
“Va bene,
riferisci che mi farò vivo al più presto, ci devo pensare”, concluse Giulio.
Dopo quella cena
per Giulio cominciarono giorni di grande indecisione, più il tempo passava e
più non sapeva che pesci pigliare.
Prima di decidere
voleva rivedere Fiamma; non poteva sopportare di essere nella stessa
città e di non vederla, doveva incontrarla e capire chi era veramente ! Ormai sapeva dove trovarla ma non si decideva a fare quel passo. Cosa
doveva fare? Telefonarle? Andare di persona? Intanto Morandi l’aspettava per concludere.
Prima di decidere però, doveva vedere Fiamma,
guardarla negli occhi e sapere cosa aveva rappresentato per lei….
Non riusciva nemmeno più a dormire, di notte
si girava nel letto cercando una risposta ai suoi interrogativi.
Finalmente si
decise, compose il numero della ditta concorrente e chiese di lei.
“Non è in sede…”,
gli rispose una voce femminile.
“Quando potrò
trovarla?”, chiese ancora.
“Non saprei, provi
fra qualche settimana…la signorina è partita”.
Giulio rimase
qualche istante sopra pensiero, dopo aver fatto violenza contro se stesso per
decidere di vederla, si ritrovava al punto di partenza: se n’era andata e
chissà quando l’avrebbe rivista.
Ancora non voleva rispondere all’offerta che
gli era stata fatta…lasciò passare parecchi giorni, sempre sollecitato dal suo
ex direttore a decidersi. Finalmente chiese un colloquio, per cercare di
prendere tempo.
Morandi lo accolse
come il figliol prodigo:
“Sono felice di
vederla e…la trovo bene, nonostante tutto”, esclamò appena si incontrarono,
“deduco dalla sua visita che pensa di accettare la mia proposta…”.
“Non nego che mi
ha fatto molto piacere…dopo quello che è successo ritrovarmi qui mi fa un certo
effetto, ma la prego di avere ancora pazienza…, è molto difficile decidere di
riprendere come se nulla fosse accaduto”, rispose Giulio cercando con fatica le
parole.
“Non ci pensi
più…probabilmente sarei piombato anch’io nella rete, con una sirena così era facile
”, disse sorridendo Morandi.
“Ho bisogno ancora
di riflettere”, rispose Giulio, “le chiedo di capire il mio stato d’animo e di
lasciarmi ancora un po’ di tempo”.
Morandi ci teneva
troppo a riprenderlo nel suo staff e acconsentì alla richiesta.
Inaspettatamente da Bombay si fece vivo Rhami:
“Sono nei pasticci, ho bisogno del tuo aiuto.
La nostra medicina sta andando a gonfie vele….tutti me la chiedono e io non
sono in grado di far fronte alle domande”, gli disse al telefono, dal tono
della sua voce Giulio capì che veramente era nei guai. Forse lo poteva aiutare,
quel poco tempo in patria l’aveva messo in confusione, il mondo del lavoro così
come gli si era presentato in quei giorni non l’attirava più. Troppi intrighi,
troppi interessi nascosti che gli giravano attorno. Aveva l’impressione che
volessero accalappiarlo per farlo entrare in una ragnatela dalla quale poi era
difficile uscire. Sentire Rhami gli aveva fatto tornare in mente quell’altro
mondo, più sereno, dove lo spirito contava più della materia e dove ognuno lavorava
per l’altro, in pace. Dopo quella telefonata allungò ancora i tempi con
Morandi: voleva guardarsi dentro per capire cosa veramente voleva.
La notizia che
Giulio era tornato, riempì di gioia il
cuore di Fiamma. Ora non poteva più sfuggirle. Nelle lunghe ore di solitudine
in riva al mare aveva pensato molto e si era convinta che era lei che doveva
fare la prima mossa: lei l’aveva tradito, lei doveva farsi perdonare. Sapeva
che a Giulio avevano proposto la riassunzione e che solo lui doveva prendere la
grande decisione di tornare a occupare il posto che aveva lasciato. Fiamma sperava che accettasse così avrebbe avuto modo di
vederlo, come per caso, dato che ormai anche lei frequentava gli uffici della
ditta consociata. Quando era sola si immaginava l’incontro: chissà se Giulio
aveva per lei solo rancore oppure se anche per lui quelle ore d’amore avevano
rappresentato qualcosa e non erano state dimenticate. Erano giorni che
aspettava di realizzare il suo sogno e le occasioni di incontrarlo casualmente,
stavano sfumando.
Così…se la montagna non va a Maometto…si fece
dare il suo indirizzo e decise di andare
da lui. Cambiò decine di volte l’abito, si truccò e si struccò mai soddisfatta
del risultato, poi finalmente, dopo un’ultima occhiata allo specchio si trovò
presentabile.
Giulio stava andando a prendere la macchina in
garage quando si sentì chiamare: nella
penombra del portone una figura di donna era in attesa. Non riusciva a vedere
il viso, ma quella capigliatura scomposta gli fece battere il cuore.. I capelli
rossi erano sempre splendidi e mentre lei si avvicinava un raggio di sole entrò
nei suoi occhi facendoli brillare come smeraldi. Confuso non seppe cosa dire, rimase impietrito
dalla sorpresa.
“Sei tu!”, esclamò
con la voce strozzata.
“Ho saputo che hai
chiesto di me…anch’io ti volevo vedere, ma non c’eri”, rispose lei facendo ancora qualche
passo.
Ormai erano
vicinissimi e Giulio era turbato, vedersela davanti all’improvviso, dopo averla
tanto cercata, non gli sembrava vero.
“Sono andato
via…cosa potevo fare? Mi hai distrutto la vita e ho cercato di rimediare da
qualche altra parte”, disse lui amaramente.
“Se sono qui è per
chiederti perdono…e se lo faccio è perché non voglio che tu abbia un pessimo
ricordo di me…”, nella voce di Fiamma c’era quasi il pianto.
Giulio aveva un
gran desiderio di abbracciarla, ma si trattenne. Non voleva scoprirsi subito,
aspettava che lei facesse il primo passo, voleva sapere se anche per lei quella
notte d’amore era stata importante.
Lei era così vicina che non doveva fare altro
che stringerla fra le braccia, rimasero fermi per un lungo istante. Tutti i
ragionamenti fatti prima di vederla erano svaniti: solo la sua presenza aveva
cancellato i dubbi, anche lei l’amava ne era certo. Fiamma si staccò da lui e
lo guardò:
“Mi hai perdonato?”, sussurrò.
“Mi hai perdonato?”, sussurrò.
Lui le prese il
viso fra le mani:
“Non so…rispose”, ci devo pensare ma…credo
proprio di sì”, guardava la sua bocca, lei si offrì e Giulio la baciò con passione…
Giulio però era
molto cambiato , aveva ritrovato Fiamma, poteva
dirsi felice, ma aveva sempre davanti un bivio: tornare a lavorare in quell’ambiente
che l’aveva profondamente deluso, o andarsene per qualche tempo a vivere dove
aveva trovato serenità. Doveva cercare la strada giusta per impostare la sua
vita.
Non aveva ancora risposto a Morandi, più il
tempo passava più si convinceva che il suo posto non era lì. Pensava sempre più
spesso a Rhami, riceveva le sue telefonate di aiuto e all’ultimo appello gli
disse di sì: voleva tornare con Fiamma in quei luoghi dove aveva ritrovato se
stesso.
Ma non era facile dire
a Fiamma: “Vuoi lasciare tutto, il tuo
mondo dorato, la carriera, il lusso…per seguirmi in un altro paese?”.
Approfittò di un momento di tenerezza:
“Vuoi venire con
me?”, le sussurrò dolcemente.
“Ti seguirei
ovunque”, rispose lei.
“ Dove ti chiedo
di venire è molto lontano”, riprese Giulio con cautela.
“Vuoi tornare in
India?”, lui non si aspettava questa domanda, fece una lunga pausa prima di
rispondere.
“Sì”, disse poi
cercando i suoi occhi.
“Vengo con te…”,
rispose lei avvicinandosi: nel suo sguardo c’era la dedizione della donna
innamorata. Per seguirlo era disposta ad abbandonare tutto. Quell’esperienza
l’aveva molto cambiata, non le importava più avere una bella casa, gioielli o
pellicce, aveva capito che l’unica cosa che le importasse veramente era l’amore
di Giulio. Con lui sarebbe andata ovunque perché aveva capito che era l’uomo della
sua vita..
Giulio la sollevò
con un abbraccio:
“Non sai quanto mi fai felice…ma prima dobbiamo fare una cosa molto importante”, disse sottovoce.
“Non sai quanto mi fai felice…ma prima dobbiamo fare una cosa molto importante”, disse sottovoce.
“Cosa?”; chiese
Fiamma sgranando gli occhi.
“Sposarci…e al più
presto. Il nostro viaggio di nozze lo faremo a Bombay”.
Quando l’aereo atterrò
Giulio circondò con un braccio le spalle di Fiamma.
“La nostra vita
insieme comincia qui, sono certo che sarà felice…a meno che”, e qui si fermò un
attimo.
“Cosa?”, rispose
lei.
“A meno che tu non
fugga con la nuova formula…sarebbe un bel guaio.”, concluse ridendo.
Rhami, che era
andato a prenderli all’aeroporto sorrise e guardò Fiamma.
“Sono sicuro che
non lo farà”, disse prendendo le valigie, “vogliamo andare? La nuova casa vi
aspetta”.
FINE