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domenica 30 ottobre 2016

LA FIAMMA CHE NON SI SPEGNE - quinta puntata




Quella notte dormì male, in preda a sogni angosciosi, il mattino dopo si svegliò con la bocca amara e un cerchio alla testa.

 Nei giorni che seguirono ebbe un sacco di cose da fare, durante la sua assenza si erano accumulati problemi che dovevano essere risolti e questo lo distrasse dai suoi pensieri. Avrebbe voluto anche farsi vivo con gli ex colleghi per sapere com’ era andata a finire dopo che si era dimesso, ma aspettava di essere nello spirito giusto per affrontare l’argomento.

 Una sera era sprofondato sul divano e stava leggendo un libro, quando il suono del telefono ruppe il silenzio e lo fece sobbalzare. Chissà perché sperò di risentire la voce di Fiamma, ma rimase subito deluso:
“Ciao, bentornato”,  era Carlo, un tale che lavorava con lui,  “So che sei stato all’estero, com’è andata?”.

“Molto bene”, rispose distratto, se ci vediamo ti dirò…. e qui? Ci sono novità?”, chiese Giulio tanto per dire qualcosa.

“Ti ho telefonato appunto per raccontarti . Saresti libero questa sera?”, continuò l’altro .

Preso dalla curiosità Giulio rispose: “Certo, vuoi che ceniamo insieme?”

Si incontrarono in un ristorante e Carlo cominciò a parlare: da quando Giulio si era dimesso l’ingegner Morandi non aveva fatto altro che rimpiangerlo.

“Ti stima molto”, disse il collega diventando improvvisamente serio, “gli è spiaciuto che te ne fossi andato così, sapeva di aver perso un collaboratore difficilmente rimpiazzabile. Di cervelli come il tuo ce ne sono pochi in giro”.

 Gli mise una mano sulla spalla: “Perché non sei più tornato?”, chiese.

Giulio non rispose.

“Morandi ti poteva ancora accogliere in ditta, aveva capito che chiunque poteva cadere nel tranello. Quando poi ho conosciuto quella rossa tutti abbiamo pensato che non potevi sfuggirle…troppo affascinante!”.

“Come?…hai visto Fiamma?”, esclamò Giulio sorpreso.

“Certo, dopo che te ne sei andato Morandi è stato contattato dal direttore della ditta che ci ha fregato la formula…”

“Continua”, disse sempre più interessato Giulio.

“Era un’azienda in crisi, non era bastata la crema magica a risollevarla e chiese al nostro direttore una fusione,… praticamente si offrivano come soci minoritari pur di uscire dal crac”.

Giulio era sempre più stupito.

“Allora?…”, era impaziente di sentire la conclusione della storia che gli aveva cambiato la vita..

“Allora il tuo lavoro non è andato perduto…ora loro producono per noi…”

“Non avrei mai immaginato che finisse così”, mormorò Giulio. “Ma c’è ancora qualcosa da spiegare”, riprese “hai detto di aver conosciuto Fiamma?”.

“E’ venuta da noi con il suo capo…credo sia la nipote del proprietario…anzi, ha chiesto di te e, quando ha saputo che avevi dato le dimissioni non voleva crederci”, l’uomo fece una lunga pausa. “Tu ritorneresti da noi?”, chiese poi.

Giulio rimase zitto, questa richiesta lo lusingava molto. Dopo tutto quello che era successo non sapeva cosa rispondere, non sapeva se ancora lo interessava quell’ambiente dal quale era fuggito.

 L’amico stava aspettando una risposta.

“Non so”, finalmente disse, “…ho conosciuto altre realtà migliori che mi hanno elevato nello spirito e dalle quali ho appreso qual è il vero senso della vita. Ti assicuro che, prima di affrontare ancora il vostro mondo, devo pensarci molto.”

 Ma l’altro non lasciò cadere la domanda.

“Il nostro incontro non è casuale, mi ha incaricato Morandi di proporti una nuova assunzione….naturalmente alle condizioni che vuoi tu”.

“Va bene, riferisci che mi farò vivo al più presto, ci devo pensare”, concluse Giulio.

Dopo quella cena per Giulio cominciarono giorni di grande indecisione, più il tempo passava e più non sapeva che pesci pigliare.

Prima di decidere voleva rivedere  Fiamma;  non poteva sopportare di essere nella stessa città e di non vederla, doveva incontrarla e capire chi era veramente !  Ormai sapeva dove trovarla  ma non si decideva a fare quel passo. Cosa doveva fare? Telefonarle? Andare di persona?  Intanto Morandi  l’aspettava per concludere.

 Prima di decidere però, doveva vedere Fiamma, guardarla negli occhi e sapere cosa aveva rappresentato per lei….
 Non riusciva nemmeno più a dormire, di notte si girava nel letto cercando una risposta ai suoi interrogativi.

Finalmente si decise, compose il numero della ditta concorrente e chiese di lei.

“Non è in sede…”, gli rispose una voce femminile.

“Quando potrò trovarla?”, chiese ancora.

“Non saprei, provi fra qualche settimana…la signorina è partita”.

Giulio rimase qualche istante sopra pensiero, dopo aver fatto violenza contro se stesso per decidere di vederla, si ritrovava al punto di partenza: se n’era andata e chissà quando l’avrebbe rivista.

 Ancora non voleva rispondere all’offerta che gli era stata fatta…lasciò passare parecchi giorni, sempre sollecitato dal suo ex direttore a decidersi. Finalmente chiese un colloquio, per cercare di prendere tempo.

Morandi lo accolse come il figliol prodigo:

“Sono felice di vederla e…la trovo bene, nonostante tutto”, esclamò appena si incontrarono, “deduco dalla sua visita che pensa di accettare la mia proposta…”.

“Non nego che mi ha fatto molto piacere…dopo quello che è successo ritrovarmi qui mi fa un certo effetto, ma la prego di avere ancora pazienza…, è molto difficile decidere di riprendere come se nulla fosse accaduto”, rispose Giulio cercando con fatica le parole.

“Non ci pensi più…probabilmente sarei piombato anch’io nella rete, con una sirena così era facile ”, disse sorridendo Morandi.

“Ho bisogno ancora di riflettere”, rispose Giulio, “le chiedo di capire il mio stato d’animo e di lasciarmi ancora un po’ di tempo”.

Morandi ci teneva troppo a riprenderlo nel suo staff e acconsentì alla richiesta. 

Inaspettatamente  da Bombay si fece vivo Rhami:

 “Sono nei pasticci, ho bisogno del tuo aiuto. La nostra medicina sta andando a gonfie vele….tutti me la chiedono e io non sono in grado di far fronte alle domande”, gli disse al telefono, dal tono della sua voce Giulio capì che veramente era nei guai. Forse lo poteva aiutare, quel poco tempo in patria l’aveva messo in confusione, il mondo del lavoro così come gli si era presentato in quei giorni non l’attirava più. Troppi intrighi, troppi interessi nascosti che gli giravano attorno. Aveva l’impressione che volessero accalappiarlo per farlo entrare in una ragnatela dalla quale poi era difficile uscire. Sentire Rhami gli aveva fatto tornare in mente quell’altro mondo, più sereno, dove lo spirito contava più della materia e dove ognuno lavorava per l’altro, in pace. Dopo quella telefonata allungò ancora i tempi con Morandi: voleva guardarsi dentro per capire cosa veramente voleva.

 

La notizia che Giulio era tornato, riempì  di gioia il cuore di Fiamma. Ora non poteva più sfuggirle. Nelle lunghe ore di solitudine in riva al mare aveva pensato molto e si era convinta che era lei che doveva fare la prima mossa: lei l’aveva tradito, lei doveva farsi perdonare. Sapeva che a Giulio avevano proposto la riassunzione e che solo lui doveva prendere la grande decisione di tornare a occupare il posto che aveva lasciato.  Fiamma sperava che accettasse così avrebbe avuto modo di vederlo, come per caso, dato che ormai anche lei frequentava gli uffici della ditta consociata. Quando era sola si immaginava l’incontro: chissà se Giulio aveva per lei solo rancore oppure se anche per lui quelle ore d’amore avevano rappresentato qualcosa e non erano state dimenticate. Erano giorni che aspettava di realizzare il suo sogno e le occasioni di incontrarlo casualmente, stavano sfumando.

 Così…se la montagna non va a Maometto…si fece dare il suo indirizzo e  decise di andare da lui. Cambiò decine di volte l’abito, si truccò e si struccò mai soddisfatta del risultato, poi finalmente, dopo un’ultima occhiata allo specchio si trovò presentabile.

 Giulio stava andando a prendere la macchina in garage quando si sentì chiamare:  nella penombra del portone una figura di donna era in attesa. Non riusciva a vedere il viso, ma quella capigliatura scomposta gli fece battere il cuore.. I capelli rossi erano sempre splendidi e mentre lei si avvicinava un raggio di sole entrò nei suoi occhi facendoli brillare come smeraldi.  Confuso non seppe cosa dire, rimase impietrito dalla sorpresa.

“Sei tu!”, esclamò con la voce strozzata.

“Ho saputo che hai chiesto di me…anch’io ti volevo vedere, ma  non c’eri”, rispose lei facendo ancora qualche passo.

Ormai erano vicinissimi e Giulio era turbato, vedersela davanti all’improvviso, dopo averla tanto cercata, non gli sembrava vero.

“Sono andato via…cosa potevo fare? Mi hai distrutto la vita e ho cercato di rimediare da qualche altra parte”, disse lui amaramente.

“Se sono qui è per chiederti perdono…e se lo faccio è perché non voglio che tu abbia un pessimo ricordo di me…”, nella voce di Fiamma c’era quasi il pianto.

Giulio aveva un gran desiderio di abbracciarla, ma si trattenne. Non voleva scoprirsi subito, aspettava che lei facesse il primo passo, voleva sapere se anche per lei quella notte d’amore  era stata importante.

 Lei era così vicina che non doveva fare altro che stringerla fra le braccia, rimasero fermi per un lungo istante. Tutti i ragionamenti fatti prima di vederla erano svaniti: solo la sua presenza aveva cancellato i dubbi, anche lei l’amava ne era certo. Fiamma si staccò da lui e lo guardò:
“Mi hai perdonato?”, sussurrò.

Lui le prese il viso fra le mani:

 “Non so…rispose”, ci devo pensare ma…credo proprio di sì”, guardava la sua bocca,  lei si offrì e Giulio la baciò con passione…

 

Giulio però era molto cambiato , aveva ritrovato Fiamma,  poteva dirsi felice, ma aveva sempre davanti un bivio: tornare a lavorare in quell’ambiente che l’aveva profondamente deluso, o andarsene per qualche tempo a vivere dove aveva trovato serenità. Doveva cercare la strada giusta per impostare la sua vita.

 Non aveva ancora risposto a Morandi, più il tempo passava più si convinceva che il suo posto non era lì. Pensava sempre più spesso a Rhami, riceveva le sue telefonate di aiuto e all’ultimo appello gli disse di sì: voleva tornare con Fiamma in quei luoghi dove aveva ritrovato se stesso.

Ma non era facile dire a Fiamma:  “Vuoi lasciare tutto, il tuo mondo dorato, la carriera, il lusso…per seguirmi in un altro paese?”.

 Approfittò di un momento di tenerezza:

“Vuoi venire con me?”, le sussurrò dolcemente.

“Ti seguirei ovunque”, rispose lei.

“ Dove ti chiedo di venire è molto lontano”, riprese Giulio con cautela.

“Vuoi tornare in India?”, lui non si aspettava questa domanda, fece una lunga pausa prima di rispondere.

“Sì”, disse poi cercando i suoi occhi.

“Vengo con te…”, rispose lei avvicinandosi: nel suo sguardo c’era la dedizione della donna innamorata. Per seguirlo era disposta ad abbandonare tutto. Quell’esperienza l’aveva molto cambiata, non le importava più avere una bella casa, gioielli o pellicce, aveva capito che l’unica cosa che le importasse veramente era l’amore di Giulio. Con lui sarebbe andata ovunque perché aveva capito che era l’uomo della sua vita..

Giulio la sollevò con un abbraccio:
“Non sai quanto mi fai felice…ma prima dobbiamo fare una cosa molto importante”, disse sottovoce.

“Cosa?”; chiese Fiamma sgranando gli occhi.

“Sposarci…e al più presto. Il nostro viaggio di nozze lo faremo a Bombay”.

 

Quando l’aereo atterrò Giulio circondò con un braccio le spalle di Fiamma.

“La nostra vita insieme comincia qui, sono certo che sarà felice…a meno che”, e qui si fermò un attimo.

“Cosa?”, rispose lei.

“A meno che tu non fugga con la nuova formula…sarebbe un bel guaio.”, concluse ridendo.

Rhami, che era andato a prenderli all’aeroporto sorrise e guardò Fiamma.

“Sono sicuro che non lo farà”, disse prendendo le valigie, “vogliamo andare? La nuova casa vi aspetta”.

FINE

 

 

 

 

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