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sabato 30 maggio 2015

IL RITRATTO DI NORA quarta puntata


  Anche Luca era in confusione, non gli era mai capitato di lasciarsi prendere da un’emozione così intensa : Nora aveva risvegliato in lui qualcosa che si era assopito durante la lunga relazione con Clelia: aveva dimenticato che l’amore è fatto anche di passione e di istinto. Non riusciva a scordare di aver stretto fra le braccia  Nora e di avere sentito che anche lei era stata coinvolta dalla passione esplosa senza che loro nemmeno se ne accorgessero… Non riusciva più a dormire, voleva ritrovarla ad ogni costo: ritornò su quella strada, nel bar, girò per altri marciapiedi nella speranza di incontrarla. Una sera gli parve finalmente di averla vista e corse verso di lei con il cuore in tumulto…ma era solo una zingara che importunava i passanti.

Con Clelia aveva fatto pace dopo averla rassicurata che con la ragazza del quadro non c’era stato assolutamente nulla di più che un rapporto di lavoro…ma verso di lei non era più lo stesso. Le voleva bene e aveva sempre pensato a lei come a una futura moglie, ma ora  non ne era più certo.  Anche Clelia si era accorta che lui era cambiato, lo sentiva distante, distratto, non sapeva a cosa attribuire quella trasformazione. Voleva pensare che fosse solo stress da lavoro, ma la sua natura sospettosa la induceva a cattivi pensieri.

“Cosa ci sta succedendo?”, chiese gli  infine una sera, “non riusciamo più a comunicare…dov’è finita la nostra complicità?… se non mi vuoi più devi dirmelo. Forse è tutta colpa della gelosia che mi fa sragionare. Ti prometto che d’ora in poi non dirò più niente…”. Aveva un’espressione così disperata che Luca si commosse: povera Clelia, come poteva confessarle che in quei giorni aveva la mente occupata da un’altra?

“Stai tranquilla, va tutto bene…sono solo un po’ stanco”.

“Cosa ne diresti di fare una bella vacanza insieme?”, propose lei rinfrancata dalle sue parole.

“In questo momento non posso assentarmi, ho un sacco da fare”, si giustificò Luca preso alla sprovvista.

Clelia capì che era il momento di mettere in atto un po’ di seduzione: si avvicinò, passò le dita con una leggera carezza sulla sua fronte:

“Sei sciupato, hai bisogno di riposo…come tuo medico personale ti prescrivo un bel viaggio”, scherzò sorridendo, poi si accostò ancor di più, “andiamocene via…ti prego. Non vedi che stiamo allontanandoci? Abbiamo bisogno di ritrovarci. Prendiamo un aereo e partiamo, lontani da qui, in un posto dove possiamo stare noi due soli…”, avvicinò le labbra alle sue, “non voglio perderti, ti amo”, sussurrò.

Luca l’abbracciò forte, forse aveva ragione lei, andarsene sarebbe stata la medicina migliore per guarirlo dalla febbre che l’aveva preso da quando aveva incontrato quella strana ragazza, della quale, in fin dei conti  non sapeva nulla. Poteva essere chiunque… e poi era sparita nel nulla e la sua spasmodica ricerca per ritrovarla era fallita. Doveva convincersi a lasciar perdere…era stata solo un’avventura senza nessuna conseguenza, come può capitare a tanti, solo un’attrazione fisica del momento…

“Va bene”, disse dopo una breve pausa, “cercherò di liberarmi dagli impegni, organizza pure dove vuoi tu….per una settimana ce ne staremo in pace, ne abbiamo entrambi bisogno”, concluse accarezzandole affettuosamente il viso. Clelia era al colmo della felicità e il giorno dopo passò subito in un’agenzia viaggi per programmare la sua settimana di vacanza.

Le Baleari le sembrarono una meta adatta: il sole, il mare e un bell’albergo erano senz’altro gli strumenti adatti a cancellare le ombre che si erano accumulate fra di loro negli ultimi tempi. Ritornò con un mucchio di dépliants:

“Ecco, scegli tu “, invitò con tutta la grazia che possedeva buttando sul tavolo gli opuscoli colorati che offrivano vacanze indimenticabili. Luca diede un rapido sguardo .
“Ti lascio la scelta, per me va bene tutto, purché tu sia contenta”, disse conciliante.

“Cosa ne dici di Formentera?”, propose Clelia, è un posto tranquillo con paesaggi stupendi”.

“O.K., per me va bene, prenota pure per la settimana prossima”, concluse lui che non vedeva l’ora di esaurire l’argomento. Partiva di malavoglia, ma aveva deciso di staccare la spina e di tornare ad essere quello di prima: un uomo tranquillo, con una fidanzata che lo amava e che aspettava soltanto di diventare sua moglie.

Quella sera Luca voleva starsene a casa approfittando del fatto che Clelia aveva il turno di notte in ospedale. Non aveva molto appetito, cenò con del pollo freddo avanzato dal giorno prima e dell’insalata, poi si sdraiò in poltrona e accese il televisore. Facendo zapping fra le varie TV si fermò su un canale: una bella bionda stava annunciando un nuovo programma: “Per Televerità una giornalista ha trascorso venti giorni sulle strade chiedendo l’elemosina. Vedremo giorno per giorno ciò che le è successo…”. Luca si fermò incuriosito.

Dopo la sigla cominciarono le immagini: la sagoma di una ragazza che mendicava in mezzo alla gente lo fece sobbalzare: "Nora...non è possibile", mormorò esterrefatto. Non voleva crederci, coltivò la speranza che non fosse lei finché un primo piano non gli tolse ogni illusione: era proprio Nora, con la chioma in disordine, gli occhi lucenti e il giaccone extralarge. Sentì un flusso di sangue salirgli alla testa, poi un brivido lo percorse da capo a piedi, lo stupore l’aveva paralizzato. Rimase inchiodato alla poltrona e seguì il programma sempre più curioso di vedere dove andava a finire. Vide Nora che importunava i passanti, qualcuno la trattava male, qualche altro la scostava come un’appestata, la vide anche alle prese con un vigile che voleva impedirle di questuare…ma la cosa più sorprendente fu quando vide se stesso nel momento in cui toglieva di tasca la banconota, mentre la voce fuori campo stava dicendo: “Un affascinante sconosciuto si commuove e offre a Nora un panino”. Si rivide al bar con lei che stava ingurgitando i bocconi con avidità, interpretando perfettamente la parte dell’affamata. “Brava!…mi hai proprio fregato…”, brontolò Luca al colmo dell’indignazione. Ma, secondo lo speaker, la storia cominciata sul marciapiede non era finita, infatti l’occhio della telecamera era arrivato anche a casa sua, nel momento in cui dipingeva il ritratto di Nora. Per fortuna il servizio finiva lì, le altre sedute non erano state riprese: il loro momento di passione non era andato in onda.. Luca capì allora la presenza di Pablo, evidentemente era un cameraman e aveva girato le immagini senza farsi accorgere usando una telecamera nascosta, una specie di candid camera… Si convinse anche che la donna che aveva visto al ristorante e nel pub fosse lei che, dopo il lavoro, ritornava ad essere una persona normale. Finito il programma Luca rimase annichilito davanti al televisore spento, era talmente stupito di quello che aveva visto che stentava a credere…si sentiva tradito ed era infuriato anche con se stesso per essere caduto nella trappola. Dopo un primo momento di smarrimento si riprese e decise di telefonare alla redazione dell’emittente televisiva che aveva mandato in onda quel servizio senza chiedere nessuna autorizzazione. Cercò sull’elenco telefonico e chiamò immediatamente, furibondo:
“Sono Luca Gervasi…voglio parlare con il direttore di Televerità”.

“A che proposito, signor Gervasi?”, gli rispose una voce femminile.

“Quel servizio appena andato in onda…mi avete ripreso senza l’autorizzazione…siete venuti in casa mia, io vi denuncio!”, gridò con quanto fiato aveva in gola.

“Si calmi….in questo momento il direttore non c’è, può telefonare domani mattina. Se vuole posso farla parlare con la signorina  Guidi”, propose gentilmente la sua interlocutrice.

“Chi…Nora? Assolutamente no”, rispose secco lui interrompendo bruscamente la conversazione.

La rabbia gli ribolliva dentro, era deluso…si dava dello stupido e non poteva perdonare il tradimento. Come un leone in gabbia percorreva i pochi metri quadrati dell’appartamento avanti e indietro. Entrò nello studio e, il primo impulso fu di distruggere il quadro ancora sul cavalletto: solo vedere quel viso che sembrava fissarlo con ironia si sentiva preso in giro. Gli tornava alla mente il piacere che aveva provato a ritrarre i suoi occhi neri e brillanti, la bocca sinuosa…ce l’aveva messa tutta per trasportare sulla tela ciò che stava provando, e ci era riuscito…dal viso di Nora, dal suo sguardo traspariva sensualità, era un quadro molto bello…ma in quel momento l’avrebbe fatto a pezzi… Per finire la serata si aspettava anche che Clelia telefonasse e non era dell’umore giusto per sopportare un interrogatorio, anche se lei aveva promesso di non fare più scenate, la conosceva troppo bene….non avrebbe saputo resistere!  Ma Clelia telefonò più tardi solo per augurargli la buonanotte e non fece cenno alla trasmissione: era in ospedale e non l’aveva vista , Luca si guardò bene dal parlagliene. Per addormentarsi fu costretto a ingurgitare un sonnifero, ma nonostante il tranquillante passò la notte più agitata della sua vita. Incubi di tutti i generi lo tormentarono fino all’alba, infine prese sonno e si svegliò molto tardi. Si buttò sotto la doccia quasi gelata per rinfrescarsi le idee. Mentre si faceva la barba lo specchio gli rimandò l’immagine di un uomo distrutto: le borse sotto gli occhi e il colorito giallastro lo facevano assomigliare a uno zombi.  Poco dopo, verso mezzogiorno ricevette una telefonata:
“Sono Salvi, il direttore di Televerità”, disse una voce d’uomo.

“Ah, proprio con lei volevo parlare… come si è permesso di violare la mia privacy per realizzare la sua TV spazzatura”,  esclamò Luca  facendosi riprendere dalla rabbia.

“Non offenda, signor Gervasi, le dico solo che lei ha perfettamente ragione… c’è stata un’incomprensione con la redazione… le ho telefonato appunto  per proporle un incontro, vedrà che ci metteremo d’accordo”, disse con voce melliflua il suo interlocutore telefonico.

“Non voglio vederla per nessuna ragione al mondo”, ribatté il giovane al colmo dell’indignazione.

“Si calmi”, continuò l’altro imperterrito, “se non vuole venire nei nostri studi le manderò la giornalista che ha realizzato il servizio, con lei forse troverà un punto d’incontro, dato che la conosce già”.

Luca sentì salirgli il sangue alla testa, che sfacciataggine! Se c’era qualcuno che non voleva vedere in quel momento era proprio lei.

“Se lo tolga dalla testa… e la prego di non importunarmi più. La farò contattare dal mio avvocato…”, chiuse il telefono con un gesto secco.

Intanto Nora stava vivendo momenti difficili, il direttore insisteva perché andasse da Luca a proporgli di continuare la storia in TV, molti avevano chiesto chi fosse quel pittore, i giornali avevano messo l’accento sul fatto che l’artista apparso nel servizio fosse rimasto sconosciuto ed era così scattata la caccia al misterioso personaggio. Lei, invece, era piena di rimorsi, e non aveva il coraggio di rivederlo, quando lo pensava sentiva una fitta al cuore; avrebbe dato qualunque cosa per cancellare ciò che gli aveva fatto: aveva tradito la sua buonafede e non se lo poteva perdonare. Purtroppo il dottor Salvi era molto testardo e le ordinò letteralmente di accettare  l’incarico. La chiamò al suo cospetto:

“E’ già passato troppo tempo…vai subito e ricordati ciò che ti ho detto….mi raccomando”, disse in tono che non ammetteva replica.

Nora chinò la testa, doveva muoversi. Mentre, in macchina si recava all’indirizzo di Luca era tesa e nervosa, per calmarsi canticchiava qualcosa ma…non c’era niente da fare. Il momento di affrontarlo era vicino e, quando suonò il campanello stava per sentirsi male. Aspettava di vederlo comparire col cuore in tumulto: cosa gli dico?…si chiedeva mentre attendeva che quella porta si aprisse. Ma dall’interno non proveniva nessun rumore. Suonò ancora e aspettò. Niente. Risuonò invano. “Non è in casa”, si disse quasi sollevata.  L’uscio dell’appartamento accanto si aprì: “Cerca il signor Gervasi?”, chiese una donna osservandola con curiosità. Nora rispose di sì e l’altra: “E’ partito per una vacanza…con la fidanzata”, rispose pronta la vicina. A Nora non restò che ridiscendere le scale ripensando alle parole di quella donna con una piccola fitta dentro. “Con la fidanzata…”, già, aveva dimenticato che era legato ad un’altra..

 

Per Luca i giorni dopo la trasmissione furono un incubo: era quasi diventato celebre. In ufficio non poteva sottrarsi alle punzecchiature, gli amici, i parenti si erano tutti fatti vivi per congratularsi con lui…congratularsi di cosa? Di essere stato raggirato da una giornalista in cerca di notorietà?. Non ne poteva più.  Specialmente con Clelia aveva dovuto fare discussioni infinite per convincerla che la bugia che le aveva detto era stata solo per evitare una lite in più, e che, con la giovane donna che aveva ritratto, non c’era stato nulla… Voleva convincere soprattutto se stesso che non era successo niente, anche se in realtà quel breve incontro gli aveva lasciato nel cuore una ferita.
 La vacanza programmata gli apparve come una liberazione, doveva allontanarsi al più presto per cercare un po’ di pace.

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