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domenica 21 giugno 2015

IL RITRATTO DI NORA ultima puntata




Nella redazione di Televerità il dottor Salvi, che sperava d’imbastire una puntata con
il seguito della storia cominciata sulla strada, aspettava impaziente  Nora alla quale aveva ordinato di andare da  Luca per  convincerlo a ritirare la querela in cambio di una notevole somma di denaro… ma lei tornò a mani vuote.

 Non posso credere che quel pittore abbia rifiutato tutti quei soldi , in fin dei conti è un emerito sconosciuto e se avesse collaborato avrebbe trovato un po’ di pubblicità e magari venduto qualche quadro i più!”.

“ Mi dispiace direttore, ho tentato di tutto ma non c’è stato niente da fare!”, mentì lei. La piccola fitta al cuore le ricordò il momento in cui aveva saputo che lui era partito con la fidanzata . Forse era meglio così, rivederlo sarebbe stato troppo penoso!

Il direttore si rassegnò e rinunciò a malincuore a  quella che lui chiamava “un’idea formidabile”,

“O.K., ormai è troppo tardi, dobbiamo metterci al lavoro … ”, congedò Nora che tornò dai colleghi a organizzare la puntata che andò in onda senza il pittore dal cuore tenero.

 

Luca aprì la porta del suo piccolo appartamento e buttò le valigie in anticamera: era distrutto. Il viaggio non era andato molto bene per via del cattivo tempo, sul traghetto aveva avuto il mal di mare a causa delle onde alte e l’aereo era partito con un’ora di ritardo.  Il morale era terra: se aveva sperato di superare la crisi , ora non ne era più tanto sicuro. La vacanza era stata bellissima ma, non era bastato allontanarsi e cambiare ambiente per cancellare ciò che provava per Nora…purtroppo non riusciva a dimenticarla. Pensava anche a Clelia che non era più la stessa da quando aveva incontrato in quel paradiso terrestre il professore, entrato in scena nel momento in cui fra loro si stava rompendo qualcosa.

Sfinito si buttò sul divano, aveva la testa pesante e chiuse gli occhi per cercare di rilassarsi. Rimase così qualche minuto, poi mise in funzione la segreteria telefonica per ascoltare le telefonate ricevute in quella settimana d’assenza. Con suo grande stupore notò che i messaggi erano parecchi e tutti con un solo obiettivo: proposte di lavoro di tutti i generi, dalla pubblicità, alle serate in discoteca…rimase annichilito ad ascoltare quelle voci sconosciute, maschili o femminili che si rivolgevano a lui lasciando indirizzi e numeri di telefono con la preghiera di farsi vivo al più presto. “Ci mancava anche questa per complicarmi la vita”, borbottò furioso. Stava per interrompere, quando sentì qualcosa che attirò la sua attenzione: una galleria d’arte voleva vedere i suoi quadri per un’eventuale mostra. Ascoltò con attenzione e annotò il numero telefonico, forse poteva essere la sua grande occasione per farsi luce nel campo che più gli premeva: la pittura. Andò nello studiolo dove erano ammonticchiate le sue opere, il quadro di Nora era lì, in bella mostra ancora sul cavalletto. Nel vederlo sentì una fitta dentro, si avvicinò e ammirò quel viso, passò le dita sugli occhi e la bocca…”non so se ti potrò perdonare…”, mormorò.

Qualche giorno dopo prese contatto con la galleria ed accettò la loro proposta. Si mise subito all’opera con entusiasmo, passava le serate a valutare ciò che poteva essere messo in mostra, preparò tutti i quadri che, secondo lui, erano i migliori. In quel periodo frequentò poco anche Clelia spiegandole il motivo della sua assenza.  Con sua sorpresa lei non reagì nel solito modo ma, al contrario, fu più accondiscendente del previsto.

 

Tornata dalle Baleari la dottoressa Clelia Valeri riprese il suo posto in ospedale. Anche per lei in quel viaggio non aveva ritrovato la serenità che sperava, anzi…l’aveva scombussolata a tal punto che non era più sicura di se stessa. Nel primo giorno di rientro era tesa, mentre si infilava il camice pensava al momento in cui avrebbe rivisto Federico. Come doveva comportarsi?…e lui, come l’avrebbe accolta?. A toglierla dall’imbarazzo ci pensò proprio Monti che incontrò nel corridoio:

“Sono felice di vederti”, le disse sorridendo, “ti vedo in forma”, aggiunse poi fissandola negli occhi e prendendole una mano fra le sue. A quel contatto Clelia sentì un calore strano che le arrossò il viso.

Cercò di liberarsi ma lui strinse ancor di più:

“Andiamo a prendere un caffè”, l’invitò.

 Lei accettò e, mentre portava alle labbra il bicchierino di carta con la bevanda calda, non sapeva come comportarsi.

“Vedo che porti il mio braccialetto”, notò lui.

Lei accarezzò il bracciale: “Sì…è un bel ricordo”, bisbigliò.

“Luca come sta?”, chiese ancora Federico.

“Non lo vedo da parecchio…sta allestendo una mostra”.

“Allora sei libera…che ne dici di andare a bere qualcosa insieme, stasera?”, propose improvvisamente Monti. Clelia rimase zitta, quella proposta l’aveva presa alla sprovvista.

“Ovviamente come amici”, si affrettò ad aggiungere lui.

Lei mormorò “Va bene…”, e alzò lo sguardo verso di lui, confusa.

I medici che erano presenti davanti alla macchinetta del caffè non credevano ai propri occhi: il professor Monti che faceva il galante con la dottoressa Valeri!  Quella specie di orso era capace di sorridere….cose dell’altro mondo…

 

Luca intanto  aveva già portato i quadri alla galleria, ovviamente il ritratto di Nora doveva avere il posto d’onore…gli era stata proposta la cosa solo se avesse messo in mostra anche il quadro che avrebbe certamente portato pubblicità…Quando aveva saputo che la condizione era quella, in un primo momento aveva rifiutato, ma poi la voglia di emergere aveva preso il sopravvento, sapeva di avere talento e fino ad allora aveva dovuto sempre lottare per farsi conoscere…non poteva certo lasciar perdere quell’occasione…se ne sarebbe pentito per tutta la vita. L’evento era stato annunciato da quotidiani, riviste, televisione, perciò ci si aspettava l’afflusso di pubblico, anche solo per curiosità.

Seduta davanti al computer, Nora stava scrivendo dei testi, quando sentì Raffaella, la segretaria che la chiamava. “Il direttore ti vuole”, stava dicendole da qualche minuto.

Lei si alzò ed entrò nell’antro del dottor Salvi che, dietro un’enorme scrivania l’accolse con un ironico sorrisetto:

“Alle diciannove c’è l’inaugurazione della mostra del suo pittore”, annunciò.

“Lo so…e allora?”, chiese Nora.

“Allora si faccia accompagnare da un cameraman e vada ad intervistarlo”, disse secco l’uomo. Quando il direttore usava il “lei”, voleva dire che tirava una brutta aria, non si poteva replicare.

Nora rimase ferma, immobile, anche il respiro si era bloccato. Poi si riprese:
“Perché proprio io?”, domandò con un filo di voce.

“Perché lei è in confidenza e avete un conto in sospeso…o sbaglio?”, proseguì Salvi imperterrito. “…e poi non voglio discussioni, sarà bene che si organizzi, altrimenti farà tardi”, concluse.

A Nora non restò altro che uscire dalla stanza a capo chino…quella tegola non se l’aspettava. Era riuscita quasi a farsene una ragione e cercava in tutti i modi di dimenticare l’uomo che aveva portato lo scompiglio nella sua vita e ora era costretta ad affrontarlo e…a intervistarlo. Quella carogna di Salvi si era vendicato perché non aveva potuto sfruttare fino in fondo quella storia…

Il vernissage si era aperto con successo, gli invitati, il pubblico di gente comune che andava ad ammirare i ritratti del pittore che aveva aiutato e ritratto la ragazza che chiedeva l’elemosina per strada, senza sapere che fosse una giornalista, era affluito numeroso. Il buffet organizzato con grande eleganza offriva l’aperitivo e snack di ogni genere. La gente si fermava davanti alle tele, l’attenzione era attirata dal ritratto di Nora che aveva già molte opzioni per l’acquisto. Ma Luca era perplesso, gli spiaceva privarsi di quell’opera che amava più delle altre; stava appunto discutendo con una signora che insisteva per aggiudicarsela, quando entrò una troupe televisiva.

“Gervasi, c’è la televisione”, lo informò il gallerista, “vorrebbero un’intervista”.

Luca si preparò ad affrontare i giornalisti, quando vide avanzare Nora cambiò espressione, divenne serio e si estraniò: rivisse in un attimo il momento in cui l’aveva tra le braccia e questo gli trasmise un’emozione intensa.

“Cosa ci fai qui?”, chiese quasi sgarbatamente.

“Il mio lavoro”, rispose pronta lei.

Si squadrarono in silenzio. “Non concedo interviste”, affermò Luca categorico.

“Ce l’hai ancora con me?…cerca di capirmi non potevo fare altrimenti…mi dispiace, non avrei voluto ingannarti”, disse Nora pregandolo con gli occhi.

In quel momento Clelia, che era arrivata in ritardo, si fece largo fra il pubblico.

“Sono qui”, gli fece cenno con la mano alzata.

Nora si voltò e una nube passò nei suoi occhi. “E’ quella la tua fidanzata?”, mormorò.

Luca stava per assentire, ma nello stesso momento vide apparire accanto a Clelia il professor Monti:
“Non ne sono più tanto sicuro”, disse pensoso, “ma non voglio parlare di me…vorrei rispondere alla tua domanda: in questo momento non sono in grado di pensare, forse ti perdonerò ma….se non ci fosse stata l’ultima parte della storia sarebbe stato tutto più facile”.

Nora capì, anche per lei l’ultimo giorno in cui si erano incontrati era stato fatale.

“Allora…posso intervistarti?”, insisté sperando che nel frattempo lui avesse cambiato idea.

“Assolutamente no…non saprei cosa dirti”, tagliò corto Luca.

La ragazza si volse verso i colleghi: “riprendiamo semplicemente la mostra: niente interviste”, affermò indispettita. Lasciò Luca alle prese con la signora ingioiellata e se ne andò voltandogli le spalle decisamente. Si limitò a fare il servizio sulla mostra, sapendo che avrebbe ricevuto una lavata di testa dal suo direttore…”pazienza, forse questo è il minore dei mali”, pensò.

Intanto Clelia si era avvicinata:
“Mi sembra la giornalista del tuo ritratto”, disse a Luca girandosi ad osservare Nora che si allontanava con la troupe.

“Non sbagli, è proprio lei…avrebbe potuto risparmiarsi questa visita”, brontolò lui, aspettava la sfuriata di Clelia e non aveva nessuna intenzione di affrontarla lì, in mezzo alla gente. Ma la dottoressa si rivolse al professor Monti:
“Non trovi che sia molto carina?”, affermò tranquilla lasciando Luca letteralmente sbalordito: non capiva più niente, era arrivato il successo ma stava perdendo le donne della sua vita.

Dopo la mostra era diventato di moda avere in salotto un ritratto di Luca Gervasi, le signore facevano a gara per posare per lui, ormai le sue quotazioni erano salite parecchio e la sua vita era cambiata: si era licenziato dal lavoro di grafico, aveva cambiato studio per uno più grande, sempre in zona dei Navigli. Avrebbe dovuto essere contento, il suo sogno si era realizzato in poco tempo: era diventato famoso, ma non era più in pace con se stesso ed era infelice… praticamente era rimasto solo. Anche Clelia aveva trovato un’altra strada in compagnia del suo professore: si era accorta di essersi pazzamente innamorata di quell’uomo che aveva sempre creduto burbero e scostante e che invece si era rivelato un romantico tenerone.

 Lo confessò a Luca, in un pomeriggio mentre passeggiavano in via Montenapoleone, tranquillamente sottobraccio come una coppia di vecchi coniugi. Erano davanti alla vetrina di un noto stilista: sembrava che Clelia ammirasse i capi esposti, in realtà stava pensando a come dire a Luca che voleva lasciarlo. Glielo disse, in fretta, senza fermarsi:
“Ti devo parlare…”, cominciò titubante. Lui la guardò sorpreso aspettando che lei continuasse.
“…ti voglio bene…ma non sono più innamorata di te…vorrei rimanere soltanto tua amica”, le parole gli erano uscite di getto…. finalmente si era liberata dal grande peso che aveva sul cuore fin dal ritorno da Formentera. Lui la fissò:

 “Stai dicendo sul serio? Lasciami indovinare perché”, fece una lunga pausa e Clelia rimase col fiato sospeso.

“Mi lasci per il tuo professore?”, domandò infine Luca . Lei fece cenno con la testa, non aveva il coraggio di dire sì. Lui le mise un braccio attorno alle spalle e disse mestamente:

 “Forse è la cosa migliore da fare… e ti devo confessare che da qualche tempo mi sta succedendo la stessa cosa”.

“C’è di mezzo la giornalista? Mi sono accorta che da quando l’hai conosciuta sei cambiato…però non voglio perderti, siamo stati bene insieme”. Lo guardò e sorrise :

“Sai una cosa?”, continuò lei, “Quello che mi ha fatto decidere è il fatto che non sono più gelosa di te”.

“Adesso se la sbrigherà quell’altro…povero professore, non lo invidio!”, esclamò Luca divertito.

Quella sera andarono al ristorante insieme, per brindare al loro nuovo avvenire con altri partners.

Anche Nora aveva deciso di  troncare, ma di troncare con se stessa, voleva cancellare Luca dai suoi pensieri e ritrovare la propria libertà…chi credeva di essere quello lì? In fin dei conti se aveva raggiunto la fama era in parte per merito suo…se non fosse apparso in televisione sarebbe rimasto nell’ombra, bravo….ma sconosciuto. Faceva tutti questi ragionamenti ma poi le veniva un groppo alla gola ripensando ai suoi occhi grigi, al suo sorriso particolare, alle braccia nelle quali si era rifugiata, alle emozioni che le aveva trasmesso…

Luca, disteso sul divano nel soggiorno della nuova casa, stava guardando svogliatamente un programma televisivo, nei titoli di coda lesse il nome di Nora Guidi e venne ripreso dalla voglia di lei.

Dopo che il rapporto con Clelia si era interrotto, era stato difficile decidere di non vederla più: una volta sola era stato con lei, ma quella volta aveva lasciato un segno impossibile da cancellare. Doveva cercarla e dirle che l’amava. Passò tutta la notte a rimuginare su come avrebbe potuto riprendere il rapporto interrotto così bruscamente. Provava e riprovava le frasi che doveva dirle…come un liceale al primo amore.

Al mattino, quando non si dorme la notte e il cervello è ancora intorpidito, si fa molta fatica a ritornare alla realtà e la realtà di quel  momento era il telefono che squillava… con la voce impastata di sonno Luca rispose: “Pronto?”

Era Nora: “Questa è l’ultima volta che ti chiedo perdono…ma non posso farne a meno, allora…abbiamo finito di farci la guerra?” .

Luca si svegliò di colpo… il cuore cominciò a battere più in fretta:
“Propongo una pace duratura…però dobbiamo incontrarci. Devo dirti una cosa molto importante”, disse.

“Cosa?”, chiese lei già sulla difensiva.

“Che ti amoooo!!!”, gridò Luca al colmo della felicità.              

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