Powered By Blogger

domenica 25 settembre 2016

TUTTO COMINCIO' IN UN GIORNO D'ESTATE


 

ULTIMA PUNTATA

 

Chi le stava accanto la guardò con curiosità, suo padre le mise una mano sulla spalla:

 “C’è qualcosa che non va?”, domandò preoccupato dal pallore della figlia.

La ragazza si riprese e rassicurò tutti:

 “Forse qui fa troppo caldo…non è successo nulla, sto bene”.

Lo sguardo di Rudy era costantemente fisso su di lei:
“Vuole che l’accompagni fuori a prendere un po’ d’aria?”, propose lasciando i presenti strabiliati per la sua sfacciataggine. Il commendator Franchi lo guardò con simpatia:
“Va bene, giovanotto, dal momento che è così gentile si prenda cura di lei”, disse accennando a Nadia che era immobile con gli occhi bassi, senza il coraggio di guardarlo in faccia..

 Attraversarono la sala in silenzio, in giardino l’aria frizzante della notte diede a Nadia quel coraggio che le serviva per affrontare un momento così difficile. Non aspettò di essere accusata ma cominciò lei:
“Sapevo che prima o poi sarebbe venuta fuori la verità”, disse guardandolo dritto negli occhi, “volevo dirti tutto, trovare le parole giuste, farti capire che ciò che ho fatto è solo per amore…io ti amo e non ti volevo perdere…purtroppo non ho fatto in tempo. Stasera  mio padre mi ha pregata di accompagnarlo, non ho saputo dire di no.  Ho accettato perché sapevo che il servizio fotografico  lo avrebbe fatto Giuseppe….e quando ti ho visto mi sono sentita morire… ”.

Rudy sentì dentro di sé tanta  rabbia :
“Mi hai detto un sacco di bugie…chi sei veramente?…non l’ho ancora capito”, disse scrollandola per le spalle. Lei subì senza reagire, era inutile difendersi, lui era fuori di sé e non l’avrebbe ascoltata.

“Ma quello che mi ha ferito di più in tutta questa storia è il fatto che ti sei presa l’arbitrio di raccomandarmi…certo, la signorina non ha nessun problema…è bastata solo una parola del potentissimo papà, vero? Ti rendi conto che fino ad ora sono stato guardato come quello che sta facendo carriera perché amico della figlia del commendator Franchi?…mi hai offeso e non posso passarci sopra, ”, aveva la voce roca, non era più padrone di se stesso.

Vedendolo così infuriato Nadia cercò di calmarlo:

“Cerca di capirmi…se ho sbagliato l’ho fatto solo perché non ti volevo perdere…ti amo e non posso pensare di vivere senza di te… perdonami”, lo pregò con la voce rotta dal pianto, ma Rudy non la stava a sentire. La guardò con occhi cattivi:
“Non ti voglio più vedere…”, disse, le voltò le spalle e rientrò mentre le lacrime bagnavano il viso di Nadia.  Si allontanò e continuò a scattare, con una stretta nel petto impugnava la macchina fotografica come un’arma, riprendeva pieno di livore la gente di quel mondo effimero che gli aveva sempre dato la nausea…persone piene di soldi che non sapevano cosa fosse la fatica del lavoro.

 Intanto Nadia era rimasta impietrita , lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava, disperata: questa volta l’aveva allontanato per sempre, il castello di menzogne che aveva tenuto in piedi per non perderlo, era crollato e con esso anche la possibilità di riaverlo.

Quando, il giorno dopo, Rudy tornò in redazione era di pessimo umore, non salutò nessuno e si sedette alla scrivania per scegliere i provini delle foto a testa bassa, i colleghi si guardarono bene dal rivolgergli la parola, aveva un’aria così truce che lasciarono perdere. Avrebbe voluto affrontare tutti e subito per una spiegazione chiara, ma preferì tacere, in attesa di poterlo fare in un’occasione migliore.

 Dopo qualche giorno il direttore lo chiamò.

“Un ottimo lavoro, Garson, sono molto contento ”, affermò cordialmente.

Rudy lo guardò in faccia per scoprire se ciò che diceva corrispondesse a verità oppure se dipendesse sempre dalla tanto esecrata raccomandazione.

“Dice sul serio, direttore? Non vorrei montarmi la testa e credere di avere un po’ di talento”, disse infine sarcastico dopo qualche minuto di silenzio.

L’altro si sporse dalla scrivania: “Senti…ho capito dove vuoi andare a finire…se non avessi talento  a quest’ora avrei fatto in modo di liberarmi di te con qualsiasi scusa…”, affermò serio.

“Ad ogni modo vorrei che fosse chiara una cosa: io non conosco Franchi e non sapevo di essere stato raccomandato…la prego di credermi. Se non fosse così sarei costretto a dimettermi”, dichiarò con fermezza.

“Se me lo dici in questo modo non posso fare altro che crederti…sei un bravo fotografo e mi spiacerebbe molto perderti”, rispose il direttore mentre l’osservava con simpatia.

 A quel punto Rudy si calmò, da quando aveva saputo che doveva l’assunzione a Nadia, aveva dubitato del lavoro fatto a fino a quel momento…aveva perso la fiducia in se stesso e quelle parole lo risollevarono.

 In seguito si buttò nella sua professione per non pensare, si stava affermando nel suo campo e, quando una casa editrice concorrente gli offrì un posto di prestigio accettò subito, per non avere sempre il dubbio che l’aveva logorato fino ad allora.

Con Nadia non si rividero più, lei tentò varie volte di incontrarlo per avere una spiegazione, ma l’orgoglio ferito del giovane americano vinse sul sentimento…e non volle più incontrarla.

Cominciò a girare il mondo, in breve divenne celebre raccontando la vita con le sue foto cariche di verità e umanità, era fiero della sua carriera ma…non era felice. Non aveva più incontrato nessuna donna che gli avesse fatto battere il cuore come Nadia. Non l’aveva mai dimenticata e quando pensava a lei si pentiva di essersi comportato in quel modo, guidato dall’irruenza del suo carattere orgoglioso, aveva troncato in un momento una grande storia d’amore…alla fine aveva capito che lei aveva agito così soltanto per amore. Era l’unica che aveva suscitato in lui un sentimento profondo mai provato, gli mancava la sua dolcezza le sue carezze, in certi momenti avrebbe voluto averla vicina per stringere a sé quel corpo che l’aveva fatto impazzire.
Una sera, quando la malinconia lo stava sopraffacendo, fu tentato di telefonarle…il cellulare era sul tavolino e allungò la mano per prenderlo, ma si ritrasse…a quel punto non aveva più il coraggio di affrontarla.

Sperava di incontrarla in qualche occasione mondana, ma gli dissero che non si faceva vedere da molto tempo, era scomparsa dal jet set festaiolo che frequentava i locali.

Era passato un anno ed era arrivata un’altra estate, Rudy sentì prepotente il desiderio di andare a rivedere i luoghi che erano stati testimoni del suo amore per Nadia. In un giorno di festa inforcò la fedele moto e, dopo nemmeno tre ore, era già arrivato nei luoghi che gli ricordavano i giorni felici dell’estate dell’anno prima.  

Cominciò il suo pellegrinaggio: rivide la baia di  Portofino  con le suggestive case dai colori vivaci protese sul mare, quella di Paraggi che gli ricordava quando l’aveva baciata per la prima volta, andò su fino alla chiesa di San Giorgio, si stordì d’azzurro e volle anche rivedere la villa dove lei aveva detto di abitare con la zia….ora sapeva che la donna con la quale aveva parlato l’anno prima era semplicemente la moglie del custode…nessuna parentela con la legittima proprietaria della grande casa nel parco.

 Sostò un po’ indietro, era quasi certo di non incontrarla perché gli avevano detto  che Nadia si era stabilita all’estero in una delle innumerevoli case di famiglia. Guardava quella villa da lontano e il ricordo di lei lo faceva stare male…. In quel momento il cancello cigolò e si aprì , stava uscendo  una coppia che spingeva una carrozzella. Aguzzò lo sguardo: era Nadia! Con lei c’era un giovanotto alto e ben piantato . Improvvisamente gli mancò il respiro, la morsa che l’aveva afferrato alla gola gli impediva di emettere qualsiasi suono. Si limitò ad osservare i due che se ne andavano chiacchierando.

 Rudy rimase annichilito, l’aveva trovata ma era di un altro! Ormai le speranze di riaverla per sé erano del tutto svanite…era naturale che fosse finita così dopo che l’aveva allontanata per il suo maledettissimo orgoglio! Riprese la strada del ritorno mestamente, si sedette al solito bar della piazzetta e ordinò una birra, il suo sguardo vagava senza interesse dal piccolo porto alle case gialle e rosa del borgo marinaro, sotto i portici, vicino ad un negozio di souvenir un gruppetto attirò la sua attenzione: riconobbe Nadia, il suo accompagnatore, il bimbo e i genitori di lei…tutti uniti in un bel quadretto familiare.

Distolse gli occhi: non voleva vedere! si fermò a fissare le lussuose imbarcazioni che galleggiavano alla rada cullate dalle onde. Si stava alzando per andarsene quando si sentì chiamare, girò la testa e vide arrivare Nadia che spingeva la carrozzella. 

“Rudy…sei proprio tu!”, esclamò lei.

Lui la guardò : non era cambiata, anzi era ancora più bella, con un’espressione più matura e una luce particolare negli occhi. Rimasero muti per qualche secondo.

“Ti avevo già vista, avrei voluto salutarti ma non volevo disturbare…sei con tuo marito e il bambino, io sono di troppo”, disse lui amaramente.

“Non sono sposata e quello non è mio marito…è il segretario di mio padre”, puntualizzò la giovane donna guardandolo negli occhi

“E il bambino?”; domandò ancora lui accennando al piccolo che dormiva beato.

“E’ solo mio…”, mormorò.

“Cosa vuoi dire?”, un pensiero, un presentimento si affacciò nella mente di Rudy.

Lo sguardo di lei si chinò sul bambino che aprì gli occhi e sorrise alla mamma. Nadia lo prese in braccio e lo coccolò stringendolo a sé. Rudy osservava senza dire una parola.

“Guarda quanto è carino!”, esclamò lei.

Lui fu tentato di prenderlo in braccio, quel pargoletto era proprio bello: aveva i capelli color rame, la carnagione chiara e gli occhi verdi con bagliori dorati, un impulso lo spingeva ad accarezzarlo, non volle cedere a quel moto istintivo e si ritrasse.

“Non hai risposto alla mia domanda, ti ho chiesto cosa vuol dire…. è solo mio”, insistette.

“Voglio dire che il padre non ha fatto in tempo a vederlo…ci siamo lasciati prima…però…”, Nadia s’interruppe, sul suo viso c’era una strana espressione …

 cosa tentava di dirgli Nadia? 

“Continua”, sollecitò lui con impazienza..
“….però il destino o il caso, come vuoi tu, ci ha fatto incontrare ancora …guardalo bene, questo è tuo figlio e si chiama Rodolfo, come te, ha i tuoi capelli e lo sguardo dolce, come il tuo.”

L’espressione completamente stravolta del viso di Rudy la colpì: “ma non voglio nulla da te, tranquillizzati, il regalo che mi hai lasciato lo tengo per me…”, Nadia aveva gli occhi lucenti di lacrime represse, “sono contenta di averti rivisto, ma preferisco seguire la mia strada, forse ci rivedremo”, concluse in fretta mentre stava per allontanarsi.

Rudy la fermò stringedole un braccio: “Non dire così, sono stato vittima del mio smisurato orgoglio…e me ne sono pentito, ti prego…parliamone con calma, non decidere anche della vita del nostro bambino”, si chinò sulla carrozzella e  prese in braccio il bimbo, delicatamente, con la paura di fargli male, il contatto di quel corpo morbido e profumato di borotalco gli diede alla testa.
“Mio figlio!”, sussurrò incredulo,  sapere improvvisamente di essere diventato padre l’aveva sconvolto.

 “Non sai quanto mi hai fatto felice…ritrovarti e sapere di essere papà è stato meraviglioso e… ti amo più di prima. Questo è il giorno più bello della mia vita…fra di noi ci sono state troppe incomprensioni, ma ora, se vuoi, possiamo ricominciare”, disse fissandola negli occhi mentre il piccolo Rodolfo cominciava a frignare per la poppata.

Sul viso di Nadia c’era un velo di tristezza, era felice averlo ritrovato ma nello stesso tempo era  combattuta fra l’amore per lui e il ricordo dei giorni trascorsi in solitudine, il ricordo  della gravidanza portata avanti convinta che non avrebbe più visto il padre del bimbo che portava in grembo. Anche per lei erano stati giorni terribili e adesso non se la sentiva di perdonare così facilmente, come se non fosse successo nulla.

“ Hai ragione, parliamone con calma….devo pensarci, non vorrei commettere un altro errore, se mi hai lasciato senza voltarti indietro voleva dire che non mi amavi abbastanza, Non hai voluto nemmeno sentire le mie parole…”, Nadia si fermò e Rudy la stava fissando senza avere il coraggio d’ interromperla…in fin dei conti aveva ragione !

“Cosa vuoi fare? “ le chiese .

“ Se mi vuoi dare un tuo recapito, ti telefonerò io…, domani torno a Milano, adesso abito da sola, non cercarmi!”.

Lui le allungò un suo biglietto da visita.

“ Ti voglio sentire presto, ricordati che ti amo più di ogni cosa al mondo”, disse con la voce in gola.

Lei se ne andò e da quel momento Rudy cominciò l’attesa. Passavano i giorni ma il telefono rimaneva muto, cercò di chiamarla ma evidentemente Nadia aveva nel frattempo cambiato numero di cellulare.

Non poteva finire così!  Avevano passato insieme giorni felici, si erano amati appassionatamente, da quando l’aveva rivista aveva capito che nella sua vita doveva esserci soltanto lei e il figlio  frutto del loro amore. Dormiva sonni agitati e la pensava sempre. Ad  ogni squillo di telefono sperava che fosse lei!

E una mattina, dopo una notte insonne uscì di casa imbronciato e di malumore.

Sul marciapiede opposto c’era Nadia con la carrozzina. Attraversò la strada di corsa rischiando di essere investito da una macchina, il cuore cominciò a battere, fece un bel respiro per affrontare l’emozione dell’incontro.  Si guardarono e finirono una nelle braccia dell’altro. Le parole non servivano, la passione che li aveva legati era ancora la stessa.

Il piccolo Rodolfo sorrideva e muoveva le gambine, sembrava capisse il momento che mamma e papà stavano vivendo..

Rudy si avvicinò alla carrozzella: “ Posso portarlo io?”, chiese .

“Certamente ti dovrai abituare.”, rispose  Nadia,  lo prese per mano e lui finalmente  si sentì  felice.

 

FINE

 

 

 

  

Nessun commento:

Posta un commento