“Come stai?”; disse
lui puntandole addosso quegli occhi che la turbavano, “non ti ho più
vista…”.
“Sono andata in giro con amici”, rispose Nadia con un
certo distacco: era in collera con se stessa perché quando lo vedeva si sentiva
rimescolare tutta.
“Fai colazione con me? qui fanno un ottimo cappuccino!”, insistette ancora il
giovanotto.
“ Lo so” rispose lei , “ ci vengo spesso”.
Il cappuccio con brioche che ogni mattina le sembrava
delizioso, in quel momento le andò quasi per traverso:
“Cosa devi fare ?… vuoi venire a fare un giro in barca?”, le stava chiedendo Rudy.
“Cosa devi fare ?… vuoi venire a fare un giro in barca?”, le stava chiedendo Rudy.
Certo che era un tipo insistente!…ci pensò su qualche
secondo poi accettò, sapendo di sbagliare: quel ragazzo aveva un fascino che
l’attraeva... “in fin dei conti non faccio niente di male, solo una gita in
barca”, si disse per giustificarsi.
Al porto affittarono una barchetta e Rudy cominciò a
remare, passando davanti al grosso motoscafo di Nadia si lasciò scappare :
“Guarda qui…quei pieni di soldi…figli di papà che non sanno cos'è la vita , quella vera! e pensare che tanta gente se la guadagna la pagnotta, come me per esempio. Stamattina sono rientrato alle quattro distrutto. Poi ho dovuto lasciare la stanza perché il tale che la divide con me doveva fare entrare una ragazza…avrò dormito tre ore…”, brontolando si avviò verso la piccola barca a remi che li stava aspettando.
Nadia non profferì parola, assentì chinando il capo.
“Guarda qui…quei pieni di soldi…figli di papà che non sanno cos'è la vita , quella vera! e pensare che tanta gente se la guadagna la pagnotta, come me per esempio. Stamattina sono rientrato alle quattro distrutto. Poi ho dovuto lasciare la stanza perché il tale che la divide con me doveva fare entrare una ragazza…avrò dormito tre ore…”, brontolando si avviò verso la piccola barca a remi che li stava aspettando.
Nadia non profferì parola, assentì chinando il capo.
Si allontanarono
vogando lentamente e si diressero verso la spiaggetta di
Paraggi: si erano tolti i vestiti ed erano rimasti in costume. Approdarono in
un angolo nascosto, Rudy tirò in secco la barca e si stesero al sole. Lui si
mise accanto a Nadia e le prese una mano:
"Hai un ragazzo?", le domandò mentre aveva gli occhi chiusi. Perché Nadia aveva risposto di no?. . non se lo spiegava, ma le era venuto spontaneo rispondere così. In quel momento non c’era nessuno nella sua vita, neppure Matteo… stesa su una roccia calda, con i raggi che le bruciavano la pelle, vicina a Rudy, stava vivendo un momento magico. Poi se ne sarebbe pentita, ne era certa, ma quello era l’attimo fuggente che voleva prendere e godere fino in fondo. Strinse la mano del ragazzo e rimase così, immobile ad aspettare che qualcosa la togliesse da quella beatitudine, oppure che il suo destino si compisse in quel momento. E così fu, perché anche per Rudy avvenne la stessa cosa, accarezzò il corpo di Nadia e non si seppe più trattenere: nessuno li osservava in quel momento, la baciò lungamente con tutta la passione che aveva dentro.
"Hai un ragazzo?", le domandò mentre aveva gli occhi chiusi. Perché Nadia aveva risposto di no?. . non se lo spiegava, ma le era venuto spontaneo rispondere così. In quel momento non c’era nessuno nella sua vita, neppure Matteo… stesa su una roccia calda, con i raggi che le bruciavano la pelle, vicina a Rudy, stava vivendo un momento magico. Poi se ne sarebbe pentita, ne era certa, ma quello era l’attimo fuggente che voleva prendere e godere fino in fondo. Strinse la mano del ragazzo e rimase così, immobile ad aspettare che qualcosa la togliesse da quella beatitudine, oppure che il suo destino si compisse in quel momento. E così fu, perché anche per Rudy avvenne la stessa cosa, accarezzò il corpo di Nadia e non si seppe più trattenere: nessuno li osservava in quel momento, la baciò lungamente con tutta la passione che aveva dentro.
Nadia non avrebbe mai creduto che si potesse essere tanto
felici, non aveva termini di paragone perché Matteo era stato il primo e unico
amore e non sapeva che c’era un altro tipo di amore, quello che ti fa vibrare
dentro, tremare, soffrire…
Dopo quella giornata vissuta in un’altra dimensione e come
se i loro corpi appartenessero ad altri, tornarono nel porticciolo, quando il
tramonto tingeva di rosso il mare.
“Ti accompagno a
casa”, propose Rudy.
Nadia sobbalzò: “No…vado da sola…non ti preoccupare”.
Lui sorrise: “Non scherzare…non ti lascerei andare sola
per nessun motivo”, disse, “ora voglio stare con te più tempo possibile”.
Nadia fu obbligata ad accettare, ma fece la strada che la
separava dalla villa col cuore che le batteva forte, non poteva confessare di
essere la figlia del proprietario e quando arrivarono davanti al cancello si
fermò: “Abito qui”, disse sottovoce.
“Accipicchia…ma chi sei?”, chiese lui sgranando gli occhi.
“Solo la nipote del custode”, rispose lei
precipitosamente.
“Allora ci vediamo domani…ciao amore, ti amo!”, l’abbracciò
così stretta che le fece mancare il respiro.
Nadia si avviò verso casa come in trance: era accaduto
tutto così in fretta che ancora non se ne rendeva conto. Si stava svegliando a
poco a poco dal sogno nel quale era stata avvolta fino a quel momento.
A casa trovò i messaggi di Matteo, la sua voce che usciva dalla segreteria le fece un certo effetto: in quella giornata così densa di emozioni l’aveva dimenticato! Come aveva potuto? Mentre ascoltava le sue parole si sentiva sopraffare dai sensi di colpa…però ciò che aveva provato durante il tempo trascorso con Rudy era stato troppo bello…dentro di sé si sentiva un verme nei confronti del fidanzato ma non poteva fare a meno di sentire il cuore palpitare in modo diverso quando pensava al giovane fotografo americano.
A casa trovò i messaggi di Matteo, la sua voce che usciva dalla segreteria le fece un certo effetto: in quella giornata così densa di emozioni l’aveva dimenticato! Come aveva potuto? Mentre ascoltava le sue parole si sentiva sopraffare dai sensi di colpa…però ciò che aveva provato durante il tempo trascorso con Rudy era stato troppo bello…dentro di sé si sentiva un verme nei confronti del fidanzato ma non poteva fare a meno di sentire il cuore palpitare in modo diverso quando pensava al giovane fotografo americano.
Più tardi Matteo le telefonò: “Amore come stai?…mi
manchi…”, il tono affettuoso della sua voce la ferì, in quei pochi giorni lui
era rimasto lo stesso ma lei era cambiata, se ne stava accorgendo in quel
momento.. Dopo la lunga conversazione, dove Matteo le riconfermò il suo amore,
si sentì ancor di più colpevole.
“Cosa hai fatto oggi?”; le stava chiedendo il suo ragazzo.
Come poteva dirgli che aveva preso il sole, sdraiata accanto a un altro e che,
attirata da lui l’aveva baciato appassionatamente? Così mentì rispondendo alla
sua domanda:
“Ti ho pensato tanto…”, poi aggiunse: “Torna presto….”, voleva cercare di superare quel momento di smarrimento e ritrovare la sua vita .
“Ti ho pensato tanto…”, poi aggiunse: “Torna presto….”, voleva cercare di superare quel momento di smarrimento e ritrovare la sua vita .
Il mattino seguente, dopo una notte trascorsa a pensare,
si avviò verso il porto per incontrare Rudy e dirgli tutto di lei: chi era, che doveva sposarsi
presto …insomma voleva rimettere le cose a posto come se nulla fosse
accaduto. Però si accorse che non era
così facile, quando lo rivide ebbe la conferma di aver preso una formidabile
sbandata per quello straniero con lo sguardo tenero, anche se non sapeva niente
di lui…una morsa le afferrò la gola e l’emozione le fece tremare le gambe. Era
questo l’amore? Fino a quel momento aveva creduto che ciò che provava per
Matteo fosse il massimo del sentimento, ma ora accorgeva che le emozioni erano
diverse e intense…non sapeva che si potesse arrivare a tanto…perciò tenne il
suo segreto tutto per sé.
“Vieni…oggi ho preso lo stipendio e sono ricco…ti porto in
un ristorantino dove si mangia benissimo”, Rudy appena la vide la prese per
mano e la condusse verso la moto parcheggiata poco lontano.
“Si va con questa?”, chiese lei, non era avvezza ad andare
su una due ruote, era stata abituata ad essere trasportata su vetture potenti e
di lusso. Salì sul sellino posteriore un po’ titubante; percorsero i pochi
chilometri che li dividevano da Rapallo a velocità sostenuta, ad ogni curva
Nadia si abbarbicava alla schiena di Rudy e chiudeva gli occhi sperando che
quel tormento finisse presto….non era fatta per andare in moto!
La trattoria in un vecchio carrugio era una di quelle a
conduzione familiare, alla buona, con i tavoli con le tovagliette a
quadri. Nadia entrò e il suo sguardo percorse l’ambiente che, a differenza dei
ristoranti che frequentava con Matteo, le apparve squallido e poco
confortevole: l’odore di fritto aleggiava per l’aria, i clienti
parlavano a voce alta, c’era un chiasso fastidioso; Rudy notò il suo disagio:
“Non ti piace?”, chiese, “non guardare l’ambiente, qui fanno le trenette col pesto più buone di tutta la Riviera…dai vieni, sediamoci altrimenti non troveremo più posto”. Si inoltrò e si sistemò ad un tavolo apparecchiato con piatti di ceramica a disegni floreali:
“Ecco qui va benissimo…ho una fame!”, disse entusiasta il ragazzo scostando una sedia.
“Non ti piace?”, chiese, “non guardare l’ambiente, qui fanno le trenette col pesto più buone di tutta la Riviera…dai vieni, sediamoci altrimenti non troveremo più posto”. Si inoltrò e si sistemò ad un tavolo apparecchiato con piatti di ceramica a disegni floreali:
“Ecco qui va benissimo…ho una fame!”, disse entusiasta il ragazzo scostando una sedia.
Lei si sedette un po’ rigida: in quella trattoria non si
trovava a suo agio…ma a poco a poco l’atmosfera paesana la conquistò, mangiò di
gusto il piatto di pasta che una donna
robusta con la faccia simpatica le aveva portato. Quando poi arrivò il fritto
misto di pesce aveva lasciato nel dimenticatoio i vari ristoranti con quattro
camerieri dietro le spalle ed era passata dalla parte della trattoria casalinga
dove tutto ciò che vedeva era tanto semplice da sembrare finto…
Dopo il caffè e l’amaro offerti dal padrone, mano nella
mano camminarono per le vie strette della cittadina ligure, si ripararono dal
sole sotto le palme della passeggiata sul mare, beati di stare vicini, e di
accorgersi di essere fatti l’uno per l’altra.
“Non avrei mai creduto di incontrarti…ti aspettavo da
tempo”, disse ad un tratto Rudy fissando la sua compagna intensamente. Lei non
seppe rispondere, avrebbe voluto dire che anche per lei era la stessa cosa, ma
il pensiero di Matteo la frenava, risentiva la sua voce: “ciao amore…mi
manchi…”.
“Andiamo a casa mia…la stanza è libera, il mio amico è
tornato in città per qualche giorno…”, propose lui accarezzandole dolcemente i
capelli…la sua mano indugiò fra la chioma bionda e un’intensa emozione trasparì
dagli occhi verdi. Lo sguardo di Nadia percorse il volto di Rudy: doveva
decidere della sua vita in quel momento…il desiderio era forte, avrebbe voluto
rispondere di sì, subito…perché doveva respingere quel sentimento?…ma le si
pararono davanti tutte le difficoltà in cui andava incontro se avesse scelto il
suo istinto…oltre al fatto di confessare a Matteo il tradimento, avrebbe dovuto
affrontare il giudizio dei genitori e di tutto il mondo cui apparteneva…amici,
parenti, praticamente sarebbe diventata la pecora nera della famiglia.
“Ti senti bene?”, le chiese Rudy vedendola così assorta,
“sto aspettando una risposta, amore mio”.
Lei si scosse e finalmente trovò dentro di sé il coraggio
di scegliere ciò che in quel momento le dettava il cuore. “Andiamo”, rispose
stringendosi a lui. La strada del ritorno le sembrò molto più lunga e quando
entrarono nella stanzetta in una vecchia casa che era stata in passato di
pescatori, si strinsero fino a farsi mancare il respiro e si amarono
appassionatamente su un lettino col copriletto azzurro a disegni astratti che
in quel momento sembrò a Nadia quello di un hotel a quattro stelle.
Dopo, sdraiato accanto a lei Rudy le stava accarezzando i
capelli biondi e lisci come la seta.
“E’ stato bellissimo…”, mormorò, “mi chiedo come ho fatto
a vivere fino ad oggi senza queste emozioni”.
Lei lo fissò negli occhi: “Ti sarai fatta un’opinione
pessima di me…non ci conosciamo e sono già a letto con te…”, disse a bassa voce
vergognandosi un po’.
Il ragazzo si alzò a sedere:
“So che doveva succedere…non penso nulla , sento che è stata la stessa magia che mi ha colpito appena ti ho vista….e per te è stata la stessa cosa…”.
“So che doveva succedere…non penso nulla , sento che è stata la stessa magia che mi ha colpito appena ti ho vista….e per te è stata la stessa cosa…”.
Nadia annuì in silenzio, si accostò a lui e lo baciò, gli
accarezzò il viso e passò una mano sui capelli arruffati: “Come mai sei venuto
in Italia?”, gli chiese poi.
“Te l’ho detto, voglio fare il fotografo… un richiamo
prepotente mi ha portato in questo meraviglioso paese….qui c’è l’arte, la
storia…qui ci sono mille occasioni per fotografare la bellezza. Sono partito contro
il parere della mia famiglia, ed ora sono felice di averlo fatto…ho incontrato
te…in un secondo tempo verrà anche il lavoro, ne sono sicuro”, affermò Rudy, “…
ora vorrei sapere tu chi sei, oltre ad essere la ragazza speciale che ho
incontrato sulla mia strada?”, concluse sorridendo.
Lei non rispose
subito, decise di non rivelare la sua vera identità ormai non poteva più
smentirsi….si ricordava di aver detto che lavorava in un giornale:
“Sono impiegata in una casa editrice di Milano…”, rispose
a mezza voce.
“Interessante…”, rispose lui, “ho sempre desiderato
lavorare per la stampa… fare servizi per un settimanale, sarebbe il massimo”,
confessò lui, “ma sono soltanto sogni…vedremo…finita la stagione mi metterò
seriamente in cerca di un lavoro. Qui la vita è cara e non mi rimane in tasca
nulla dello stipendio di barman…”.
Nadia sentì una fitta allo stomaco, perché non poteva
aiutarlo, lei che poteva? Ma ormai si era messa su una strada dalla quale era
difficile tornare indietro.
“Rudy guardò l’orologio: “Accipicchia…è tardi, devo andare
a lavorare. Sapessi quanto mi dispiace lasciarti!”, esclamò accarezzandole il
viso, “ti accompagno a casa poi me ne vado”.
Scesero in fretta le scale strette e buie, la moto li
aspettava in strada.
“Andiamo nella tua bella villa….certo che sei fortunata ad
avere uno zio che abita lì”, esclamò montando in sella.
Dal grande cancello
di ferro battuto stava uscendo la moglie del custode, la donna sgranò gli occhi
nel vedere Nadia scendere dal sellino della moto di uno sconosciuto. La ragazza
si sentì morire: “ecco, si disse, adesso viene fuori tutto…speriamo che Rosa
non faccia qualche gaffe… “, pensò allarmata.
“Fermati qui per favore”, disse a Rudy poco prima di
arrivare, “non mi voglio far vedere da mia zia”.
“Ormai ci ha già visti”, rispose lui incamminandosi per
andare a salutarla.
Quasi un grido strozzato uscì dall’ugola di Nadia. “No!”,
Lui si voltò stupito: Perché?”, chiese serafico.
“Tu non la conosci…è severissima, mi ha proibito di andare
in moto…mi farebbe una scenata”, riuscì a dire tutto d’un botto la ragazza che
aveva il cuore in gola.
Rudy si fermò: “OK non sapevo questo lato del carattere
della zia”.
“Sai…si sente responsabile nei confronti dei miei
genitori…ha paura che mi succeda un incidente”, ormai mentiva con disinvoltura
meravigliandosi di se stessa…
Salutò Rudy e s’incamminò per il vialetto, nella villa
vicina la finestra del salone era illuminata. Di solito a quell’ora era tutto
buio tranne le luci della dependance. Le venne il sospetto che fosse tornato Matteo,
infatti controllò il cellulare che aveva lasciato a casa e vide che c’erano
diverse chiamate senza risposta, tutte dal numero del suo fidanzato. Uscì di
nuovo e andò suonare al cancello vicino.
Matteo l’accolse un po’ freddamente, ma Nadia non volle
accorgersene.
“Sei tornato improvvisamente…perché non mi hai avvertito?”, gli chiese.
“Sei tornato improvvisamente…perché non mi hai avvertito?”, gli chiese.
“Ti ho chiamata tutto il santo giorno…al telefono fisso e
al cellulare, ma non sono riuscito a parlarti…dove sei stata?”, domandò
leggermente seccato
Nadia presa alla sprovvista non seppe rispondere subito,
poi ebbe un lampo di genio: ormai era diventata una professionista nel creare
bugie da spifferare con disinvoltura.
“Sono stata a Rapallo a fare shopping”, disse stirando le
labbra in un sorrisetto e cercando di dare un tono veritiero alle sue parole.
“Da sola?…ho chiesto anche a Paolo ma mi ha detto che non
ti vede da tre giorni…”, affermò lui sarcastico.
“Paolo mi ha seccato…non stavo bene e sono rimasta in
casa”, ribatté Nadia continuando a mentire.
“Va bene…non parliamone
più…vieni qui”, disse lui abbracciandola e cercando la sua bocca. La giovane
sentì irrigidirsi qualcosa dentro…tentò di scostarsi, ma capì che non lo poteva
fare.
Il bacio, che fino a tre giorni prima era stato
un’attrazione reciproca era diventato un dovere al quale non si poteva
sottrarre. Il suo cuore era a pezzi, il pensiero andava a qualche ora prima
quando aveva fatto l’amore con Rudy, si sentiva a disagio e non sapeva come
affrontare il futuro da quel momento in poi…Si era cacciata in un pasticcio dal
quale era costretta ad uscire: o mandava all’aria il matrimonio, ed allora
avrebbe dovuto dire anche a Rudy che aveva mentito, oppure doveva accettare di
restare la tranquilla fidanzata in attesa delle nozze…a meno che non decidesse
di confessare tutto! In quei brevi minuti decise della sua vita: capì che non
poteva rinunciare al grande amore, piuttosto avrebbe affrontato quello che
l’aspettava… e allora scelse di dire la verità.
“Devo parlarti”, disse a Matteo facendo uno sforzo
tremendo. Lui si accorse del suo disagio e lo scambiò per risentimento:
“Scusami per prima, non volevo offenderti…”, disse abbracciandola.
Nadia con il viso contro il suo petto tremava, stava
cercando dentro di sé il coraggio che non aveva…Matteo si scostò e la guardò intensamente:
“Mi hai perdonato? Non parliamone più…anzi usciamo stasera?”, disse
conciliante. Lei assentì in silenzio, non ebbe l’animo di mettere in pratica il
suo proposito, capì di aver perso la battaglia contro se stessa e…rinunciò a
parlare..
“Prima andiamo a mangiare la zuppa di pesce al “Gambero
rosso”, poi finiamo la serata al Covo…noi due soli…sperando di non incontrare
nessuno che ci conosca. Voglio stare con te stasera”.
Nadia sobbalzò: al Covo no, non ci poteva andare…al
massimo sarebbe andata al ristorante, e dopo avrebbe trovato una scusa..
La cena a due si trascinò senza entusiasmo, Matteo si
stava accorgendo del distacco della sua ragazza.
“Tesoro…ti senti bene?”; domandò ad un tratto rompendo un
silenzio imbarazzante.
“Perché mi fai questa domanda?”.
“Hai un atteggiamento strano, come se dovessi dirmi
qualcosa”; continuò lui guardandola con intenzione.
Nadia pensò che aveva proprio ragione, eccome se doveva
dirgli qualcosa….doveva dirgli che gli voleva bene dopo tanti anni passati
insieme, ma che non l’amava più…doveva dirgli che aveva incontrato l’amore
quello vero, quello che lei non sospettava nemmeno che esistesse…quante cose
doveva dirgli…ma non disse niente…allungò una mano sul tavolo per cercare una
delle sue:
“No…non c’è nulla che devi sapere….tutto è come sempre…ma ho un feroce mal di testa, scusami ma faccio fatica a parlare…”, disse la ragazza stringendosi le tempie.
“No…non c’è nulla che devi sapere….tutto è come sempre…ma ho un feroce mal di testa, scusami ma faccio fatica a parlare…”, disse la ragazza stringendosi le tempie.
“Se è così andiamo subito a casa…prendi un calmante e ti
stendi sul letto…forse hai bisogno di dormire”, concluse Matteo.
“Ti ringrazio, domani starò meglio, stasera non sono nella
forma migliore…mi dispiace”.
( continua)
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