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domenica 18 settembre 2016

TUTTO COMINCIO' IN UN GIORNO D'ESTATE-- 4° PUNTATA




Nadia salì le scale dell’antico palazzo dove abitava con una grande tristezza in cuore, aveva fatto bene a rompere con Matteo? Forse aveva ragione lui, lei non conosceva Rudy, il suo gesto era stato precipitoso, ma il solo fatto di poter rivedere quel ragazzo che l’aveva stregata le aveva fatto perdere il giudizio..

 Si arrovellava pensando di aver fatto una vigliaccata nei confronti di Matteo, ma poi trovava ogni giustificazione per arrivare a dirsi: “E’ giusto così…io non lo amo…e me ne sono accorta in tempo.

L’avrei reso infelice, l’ho fatto anche per il suo bene”.

Da quel momento si sentì libera, pensava soltanto a rivedere Rudy, ormai sapeva dove trovarlo e non vedeva l’ora di incontrarlo, ormai che Matteo non era più nella sua vita, poteva confessargli tutto e giustificare il fatto di essersene  andata senza avvisarlo…
Intanto Rudy Garson stava facendo carriera, le sue foto piacevano tanto che, da semplice fotografo era diventato in breve tempo reporter suscitando l’invidia dei colleghi. Il suo nome cominciava a essere conosciuto soltanto per il suo talento e non per la spinta del padre di Nadia (che lui ignorava).

 Si era buttato sul lavoro e non si risparmiava mai, correva da un evento all’altro con la macchina fotografica a tracolla, quando arrivava a casa alla sera era distrutto dalla fatica. Però era contento di essersi realizzato, aveva finalmente coronato un sogno accarezzato fin da quando era ragazzino.  

Si era buttato sul lavoro anche per dimenticare Nadia, il ricordo dei giorni al mare gli tornava nella mente e la delusione era ancora fresca e sentiva dentro di sé una specie di rabbia repressa: avrebbe voluto incontrarla per chiederle perché se n’era andata e soprattutto perché non gli aveva detto che c’era già un altro nella sua vita. Nella redazione del giornale dove lavorava c’erano tante donne che gli facevano il filo: qualcuna, con la scusa di farsi fare delle foto cercava di andare a casa sua, il bell’americano aveva fatto colpo…ma lui si era fatto la fama di essere un intrattabile orso, aveva deciso che in quel momento nella sua vita non ci dovevano essere presenze femminili…voleva stare tranquillo al riparo da altre delusioni.

 Nadia invece, stava prendendo coscienza di essersi cacciata in un groviglio dal quale non sapeva come uscire. Dopo aver rotto con Matteo, e aver deciso di rivedere Rudy era incerta se confessare la verità fino in fondo; cioè di essere la figlia del potente Franchi, oppure continuare a tacere per non metterlo in imbarazzo. Dopo essersi arrovellata il cervello e aver trascorso molte notti in bianco, scelse la strada che le sembrò più opportuna: non dire nulla e continuare a farsi credere una ragazza come tante altre che si guadagnava la vita lavorando. Per il momento voleva solo riallacciare i rapporti con lui…poi ci sarebbe stato sicuramente il modo di farsi perdonare tutte le bugie dette soltanto per amore.  S’informò con i colleghi, ovviamente si guardò bene di  non fare trapelarne il motivo del suo interesse:

“ Ho visto che c’è un nuovo fotografo”, disse con noncuranza a Clara, la redattrice che si occupava della moda.

“Sì, ed è anche un bel ragazzo! Però è un tipo scorbutico, arriva con la moto, consegna le foto e non parla con nessuno”, rispose .

“Va be’ …prima o poi lo vedrò”, riprese Nadia cercando di dare alla voce un tono distratto.

Cercò la scusa e il momento per incontrare Rudy, e si fece trovare, come per caso al parcheggio dove era posteggiata l’inseparabile due ruote.

Lo vide da lontano e fu immediatamente assalita da tachicardia…il giovane stava salendo sul sellino quando si sentì chiamare; credette di avere una visione, Nadia gli stava venendo incontro e anche il suo cuore cominciò a battere velocemente.

“Cosa fai qui?”, il suo sguardo non riusciva a staccarsi da lei, la fissava annichilito aspettando che parlasse per convincersi di non avere davanti un miraggio.

“Rudy…”, Nadia sussurrò il suo nome mostrandosi sorpresa, anche se quell’incontro era stato voluto, vederselo davanti l’aveva emozionata.

“Lavoro in un giornale….ricordi che te l’avevo detto?”, affermò lei arrossendo leggermente.

“Già…”, rispose il ragazzo non ancora convinto del momento che stava vivendo, “ in questo giornale?...che combinazione…il destino a volte mi stupisce !”.

 Tacque per qualche secondo poi si scosse:
“Credevo di non rivederti più…te ne sei andata senza dirmi niente e, quello che più mi ha fatto male è che sei partita con il tuo fidanzato: così mi ha detto tua zia….”, disse con  un tono distaccato.

 Nadia sentì un colpo allo stomaco, non sapeva nulla di tutto questo…

“…e così lo stesso giorno ho lasciato Portofino…non avrei mai creduto, dopo i giorni passati insieme che tu ti comportassi in quel modo…ti amavo molto…”, concluse Rudy con amarezza.

“Non essere in collera con me…è vero, quando ti ho conosciuto c’era un altro nella mia vita, ma ora l’ho lasciato… ho capito che sei tu quello che voglio…quella mattina sono stata costretta a partire improvvisamente per un lutto in famiglia…non sapevo il numero del tuo cellulare perciò non potevo avvertirti. Ho telefonato al locale dove lavoravi e mi hanno detto che ti eri licenziato…ero disperata, credimi”, gli occhi di Nadia erano diventati tristi.

Rudy era perplesso, la stava ad ascoltare e l’osservava: si accorse di essere ancora attratto da quel viso dolce, e quello sguardo che lo turbava ogni volta che si posava su di lui.

“E’ andata così?”, chiese sollevato, le domande che si era posto fino a quel momento avevano avuto una risposta, se era veramente successo ciò che gli aveva detto Nadia, poteva sperare di ricominciare con lei.

Si avvicinò e la strinse fra le braccia, il profumo dei suoi capelli lo stordì: “Ti amo ancora più di prima”, sussurrò. “Anch’io”, rispose lei abbandonando il capo sul suo petto.

Ricominciarono a vedersi e ad amarsi, stavano bene insieme, si cercavano, vivevano i momenti di passione, erano uniti e felici.
Nadia, però, era sempre in allarme…non gli aveva ancora detto la sua vera identità e cercava di non incontrarlo negli uffici della casa editrice …anzi lei non ci andava più, così evitava di fare passi falsi. Ma ogni giorno che passava c’era sempre un pericolo in agguato…stava costruendo un castello di bugie per tenere in piedi la storia della semplice impiegata senza soldi e aspettava il momento giusto per rivelargli chi era in realtà. Ma Rudy non si accorgeva di niente, era sempre più appagato e a volte si domandava cosa aveva fatto per meritare tanto, il suo lavoro andava a gonfie vele, piovevano elogi da tutte le parti, il conto in banca era diventato sostanzioso, aveva ritrovato la sua donna…cosa voleva di più?  In breve tempo tutti i traguardi erano stati raggiunti, sembrava quasi un miracolo, era convinto che ci fosse lassù chi gli voleva bene. Quando però nella vita si raggiungono certe mete, c’è sempre qualcuno che muore d’invidia, fra i colleghi si vociferava che l’americano fosse stato assunto perché raccomandato addirittura dal capo supremo e la carriera che stava facendo non era perché ci sapeva fare con l’obiettivo, ma appunto perché doveva andare avanti spinto dall’alto. Un giorno un fotografo più anziano di lui uscendo dall’ufficio del direttore, l’incrociò in corridoio e lo guardò di traverso:

“Qui fanno carriera solo i raccomandati, vero Garson?”, brontolò sarcastico mentre si allontanava.
Rudy lo guardò senza capire e non rispose, scosse la testa: “lo viene a dire a me?”, pensò.

Poco dopo venne chiamato dal capo redattore:

“Senti Rudy,  dovresti sostituire Giuseppe che ha problemi famigliari, stasera devi andare sul lago di Como, a villa Carlotta a fare le foto per il servizio sulla festa del secolo!  Non possiamo mancare ci sono tutti quelli che contano, dalla moda, agli affari, allo spettacolo…mi raccomando! Ma so che tu ci sai fare”, concluse con una pacca sulla spalla.  

Rudy prese gli arnesi del mestiere, e si accinse a partire .

“Amore, questa sera non possiamo vederci”, disse più tardi al telefono con Nadia, “devo uscire per lavoro”.

Dall’altro capo la voce di lei rispose:

 “Non importa, ti avrei telefonato io perché stasera devo andare con i miei in casa di parenti”.
Si lasciarono così…concludendo la telefonata con un bacio via etere.

Rudy si appostò in un punto strategico davanti all’ingresso della bella villa per cogliere i VIP da fotografare nel momento in cui entravano; dalle vetture che arrivavano senza sosta scendevano attori, registi, personaggi della TV e della moda, calciatori…industriali accompagnati dalle mogli e anche stelline del momento che non mancavano mai in quel mondo effimero. Lustrini e paillettes si sprecavano sui vestiti firmati delle signore che entravano dopo aver sorriso all’obiettivo di Garson, sapendo di comparire su uno dei settimanali più diffusi.

Rudy scattava in continuazione, accanto a lui c’era Sandro, un collega giornalista che gli indicava le persone importanti da ritrarre, dal momento che lui, essendo americano, non era al corrente degli ultimi eventi.

“Rimaniamo ancora mezz’ora poi ci spostiamo dentro”, disse Sandro.

Con l’occhio nel mirino Rudy non si lasciava scappare nessuno: “OK”, rispose senza smettere di scattare.

Lavorarono ancora parecchi minuti, e stavano rientrando, quando il giornalista esclamò stupito:
“Perbacco…guarda chi c’é…aspetta, aspetta…prendi quei due che scendono dalla Rolls”.

Garson rimise la tracolla che reggeva la macchina fotografica e si accinse a riprendere chi gli aveva indicato Sandro. Per poco non gli venne un colpo, rimase paralizzato senza avere la forza neppure di premere un dito: accanto ad un uomo di una certa età, c’era lei…Nadia!

“Cosa fai?…sbrigati, stanno per entrare…non possiamo lasciarci scappare il padrone supremo e sua figlia…tu lo dovresti sapere, o sbaglio?”, disse il collega leggermente polemico.

Rudy si volse: “Cosa stai dicendo?”,

“Muoviti!”, l’incitò ancora Sandro. Per deformazione professionale l’americano scattò una dopo l’altra una serie di foto prima che i due raggiungessero la porta d’entrata, ma lo faceva come un automa, senza quasi capire cosa stesse succedendo attorno a lui. L’elegante fanciulla e il suo accompagnatore sparirono dietro la grande porta.
 Rudy,  ancora sotto choc,  afferrò per un braccio il collega:
“Ripetimi quello che hai detto poco fa”, esclamò.

“Calmati…non stringere, non volevo offenderti”, si scusò l’altro.

“Non capisco niente…spiegati meglio…”, l’incitò lui.

“Non mi dire che non conosci Franchi e sua figlia!”, rispose Sandro sbalordito.

“Sì…sì, la conosco, ma non sapevo..." balbettò Rudy.

“Senti Garson, lo sanno tutti che esci con la figlia del capo...ti hanno visto, non far finta di niente! e non mi dire che non sapevi che Nadia  fosse sua figlia...”, sbottò l’amico risentito.

Rudy sentì il sangue montargli alla testa, si fece sotto e prese il collega per il bavero della giacca:
“Cosa intendi dire, spiegati meglio!”; sibilò.

L’altro con uno strattone si liberò:

“Se dobbiamo dire le cose come stanno,  tutti sanno come sei entrato al giornale…non credo ci sia un altro più raccomandato di te”, affermò Sandro sfidandolo con lo sguardo.

Annichilito Rudy non rispose subito, cominciava a capire le allusioni e i commenti acidi dei colleghi quando si avvicinava. Scosse la testa desolato, questa accusa l’aveva demolito: era la cosa più brutta che aveva sentito dire nei suoi confronti.

“Non so nemmeno di cosa parli…, devi credermi sulla parola, Nadia non mi ha mai detto nulla ... il  comunque questa non è la sede per discutere di queste cose…però voglio chiarire con te e con tutti quelli che la pensano come te…sono partito dagli Stati Uniti per guadagnarmi un posto nella società con le mie forze e non permetto a nessuno di dubitarne…”, concluse duro,  riprese gli attrezzi e rientrò : “Adesso andiamo a lavorare, poi si vedrà”.
Sandro accusò il colpo e non ebbe il coraggio di replicare.

Da quel momento però Rudy cambiò umore e si accinse a fare il suo lavoro col cuore a pezzi…il grande salone dove si svolgeva la festa era zeppo di gente, i tavoli apparecchiati con tovaglie di lino, centrotavola di fiori freschi e le immancabili candele, erano tutti occupati dalle celebrità del momento, c’era solo l’imbarazzo della scelta per l’obiettivo di un fotografo in cerca di novità.

Ma a Rudy interessava soltanto Nadia, voleva guardarla negli occhi e sapere dalla sua bocca perché gli aveva mentito fino a quel momento. Se non fosse stato il caso che l’aveva guidato proprio lì, come sempre era accaduto nella loro movimentata storia d’amore, il loro rapporto sarebbe andato avanti in un clima di menzogna… tutto questo era accaduto proprio a lui che aveva sempre detestato gli imbrogli e i sotterfugi… Essersi comportata in quel modo era stato peggio di un tradimento, l’aveva creduta una semplice ragazza che si guadagnava da vivere, invece era miliardaria…chissà quante volte si era trovata in imbarazzo in sua compagnia! Si sentiva preso in giro e umiliato, girava fra le persone che si divertivano, scattava foto e pensava a lei…
 "...si chiama Franchi...è vero!" si diceva , " ma ho sempre creduto fosse un caso, è un cognome abbastanza comune... non ci ho mai pensato.." .
La sua mente rimuginava continuamente ...era sconvolto! E mentre pensava la cercava fra la gente.
L’aveva persa di vista, aguzzò lo sguardo per individuarla fra le coppie che ballavano al centro, ma c’erano tutti, attrici, veline in cerca di notorietà, signore della alta borghesia cariche di gioielli…meno Nadia.

La vide finalmente che stava parlando in mezzo ad un gruppo di persone, nonostante il risentimento rimase colpito da quanto era bella, indossava un abito rosso generosamente scollato e con la schiena nuda , la gonna asimmetrica di voile accarezzava le caviglie sottili…non l’aveva mai vista così e dovette costatare quanto fosse ancora preso dal suo fascino e quanto fosse difficile affrontarla.

“Un sorriso, prego…”.

Nadia sbarrò gli occhi esterrefatta , si mise la mano sulla fronte :”Mio Dio….”, sussurrò.

                                    

                                                                                                                                                    (continua)

 

 

 

 



 

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