FINE NOTTE TEMPESTOSA
«Mi fido di lei, non la stanchi troppo».
Il commissario Parisi replicò: «Dottore, ho fatto una promessa…può cominciare a cronometrare se vuole…», poi si avvicinò al letto di Lisa:
«Brava! vedo che ce l’ha fatta, è stata fortunata, quel tale era venuto per ucciderla».
Gli occhi della donna erano fissi sul suo viso: lui capì che si stava chiedendo chi fosse quel tipo un po’ originale che era venuto a trovarla.
«Non si agiti, sono il commissario Parisi, e ho bisogno di lei. Non le farò perdere molto tempo», disse parlando con calma per non metterla in agitazione.
Trasse dalla tasca della sua vistosa giacca un oggetto e lo mostrò a Lisa.
«Conosce questo?», chiese. Lei chinò il capo e sussurrò: «Sì, è di mio marito».
«Si ricorda se l’aveva con sé quando è partito?».
Parisi colse lo sguardo interrogativo della donna.
«E’ stato trovato nella doccia dove il suo aggressore si è lavato prima di fuggire».
Dentro Lisa si era scatenata la tempesta, ormai le ferite fisiche non contavano più, il suo cuore era a
pezzi. Rivide distintamente la scena della colazione, quando Manuel, fumata la prima sigaretta della giornata, si era rimesso in tasca l’accendino d’oro con le sue iniziali che lei gli aveva regalato per il compleanno: proprio quello che brillava fra le dita dell’uomo che le stava davanti.
Ormai il commissario non aveva più dubbi, la verità che cercava l’aveva trovata negli occhi disperati di Lisa.
Parisi mise una mano su quella di lei abbandonata sul lenzuolo:
«Non è facile accettare certa realtà, ma deve farsi forza…ha vinto la battaglia per la vita, questo è l’importante. Suo marito non vale le sue lacrime: è un cattivo soggetto, già schedato dalle polizie internazionali. Uccidendola ereditava il suo patrimonio, ma gli è andata male …non si disperi, ora pagherà le sue colpe», concluse amaramente.
Lisa volse il capo dall’altra parte, stava piangendo in silenzio.
«I tre minuti sono scaduti, devo tornare di là, adesso sono costretto a fare il mio dovere…mi dispiace», disse a bassa voce il commissario mentre stava uscendo. Chiuse lentamente la porta e il suo sguardo si posò sulla donna in lacrime. “Poveretta”, pensò, “non se lo meritava”.
Qualche minuto dopo l’agente speciale Loredana Caputo faceva scattare le manette ai polsi di Manuel Garcia, mancato assassino e “inconsolabile” marito di Lisa.
FINE
haaaaa!!!!! adesso ho capito chi è stato è stato
RispondiEliminail marito...
non l'avrei mai pensato.
io sinceramente pensavo fosse stato l'idraulico
va be... ciao da alice
Ti è piaciuto???Adesso ne sto scrivendo un altro che spero ti piacerà!Ciao,Lucilla.
EliminaMa caspita, non indovino mai! Comunque davvero un bel racconto, attendo con impazienza il prossimo!
RispondiEliminaGrazie!!! Nin demordere il prossimo sarà molto più facile e diverso dagli altri.
EliminaCiao, a presto.
Lucilla
Hmmmm, ora sono curiosa... non vedo l'ora! Continua così!
Eliminasi anche io non vedo l'ora di assaporare il prossimo giallo!
RispondiEliminae questa volta spero di indovinare prima!!!
Era non ti preoccupare se non indovini mai, neanche io
indovino!
ciao da alice!!!
Sinceramente sospettavo fosse il marito ma ho cambiato idea subito.....devo esercitarmi a leggere gialli!!!Bellissimo comunque...da Clara.
RispondiEliminasi mi sa che anche io come Clara devo esercitarmi a leggere
RispondiEliminagialli!!!!! ero su tutta altra strada non avrei mai
pensato fosse stato il marito!!!!!!!!ciao....da Alice
Fantasticoooo ero vicino alla SOLUZIONE! BRESY
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