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giovedì 12 aprile 2012

Seconda parte notte tempestosa

Aspettava infatti i risultati delle indagini dei tre sospettati, voleva saperne di più, com’era sua abitudine, prima di prendere decisioni affrettate. Li aveva interrogati a lungo, ma non aveva ricavato un granché, brancolava sempre nel buio più fitto. Forse il più probabile poteva essere l’idraulico: un tipo con trascorsi di droga, già noto alla polizia per piccoli furti. Oppure Giorgia, l’amica disperata disposta a tutto per di uscire dalle grinfie degli usurai. Dal marito poi non aveva avuto nessun aiuto: troppo disperato per la sorte della moglie! Durante l’interrogatorio aveva risposto a monosillabi, distrutto dal dolore.
«Mi può dimostrare di avere preso quell’aereo quella mattina?», gli aveva chiesto Parisi.
«Commissario, sembra una fatalità ma l’ho perso, sono andato a Parigi con  la Porsche», si era interrotto e a vev a guardato il poliziotto meravigliato, «…cosa pensa, che sia stato io? Non ne sarei mai capace…», si era messo le mani sul viso ed era scoppiato a piangere.
«O.K. se ne può andare…», aveva risposto rassegnato Parisi ma, scrupoloso com’era, si riprometteva di approfondire le indagini per sincerarsi che il bel Manuel gli avesse detto la verità.
Si abbandonò sulla sedia girevole mentre la mente vagava, i pensieri si accavallavano, un dolore alla fronte preannunciava la solita emicrania che si presentava puntuale quando un caso era complicato.
Era passata da un pezzo l’ora di pranzo e lo stomaco reclamava. Decise di uscire, aveva bisogno d’aria…ma mentre s’ infilava la giacca l’agente speciale Loredana Caputo si fiondò nell’ufficio.
«Capo, ecco il dossier che aspettava», disse mettendo sulla scrivania una grossa busta.
«Proprio adesso dovevi venire? Sto morendo dalla fame, però devo guardare subito quei documenti, non posso resistere», poi rivolgendosi all’agente immobile accanto a lui . «Caputo…cosa fai qui impalata, vammi a prendere un panino!». La ragazza uscì a testa bassa brontolando, le sarebbe piaciuto assistere all’apertura del plico per vedere cosa conteneva.
Parisi si rimise a sedere e si immerse nella lettura delle carte, mano a mano  che passava i fogli si poteva leggere sul suo viso stupore misto a soddisfazione.«Guarda… guarda…questa sì che è una sorpresa! », mormorò.
Nel frattempo Loredana tornò con il panino:
«Ecco commissario, il suo pranzo e questo pacchetto arrivato adesso dalla villa, l’hanno trovato poco fa nella doccia», la ragazza consegnò il tutto a Parisi che, mentre addentava la pagnottella al prosciutto apriva il piccolo involucro per vedere cosa c’era dentro.
ʺAh, questa sì che è una cosa interessante», esclamò rigirando fra le mani l’oggetto trovato.
Non restò molto tempo a pensare, si alzò di scatto: «Andiamo Caputo, non c’è un minuto da perdere», esclamò. Poco dopo la sirena della polizia squarciò il silenzio pomeridiano della tranquilla cittadina.
Tre minuti per la verità
La prima cosa che colpì Lisa svegliandosi, fu l’odore acre dei medicinali, socchiuse gli occhi e si trovò in un ambiente estraneo, un mormorio sommesso le giungeva all’orecchio: “…è un miracolo se è ancora viva…sette ore di intervento…hanno rubato tutto, gioielli, pellicce, quadri d’autore…anche la cassaforte è stata svuotata…”.
Con uno sforzo la donna sollevò le palpebre e si accorse che suo marito era seduto accanto al letto.
«Manuel!», riuscì a mormorare. Lui si avvicinò.
«Si svegliata!», esclamò rivolto ai presenti.
Mentre tutti si accostavano al letto di Lisa, entrò un tizio di media statura con un’incolta barbetta fulva, che indossava un’incredibile giacca a quadri su dei jeans slavati.
«Posso? », chiese inoltrandosi nella stanza.
Manuel lo vide e l’apostrofò:
«Commissario, le sembra il momento ? Ci lasci in pace!».
Parisi stava ribattendo quando un medico cercò di ricondurlo alla porta.
«La paziente non può essere disturbata…la prego se ne vada», gli mise una mano su un braccio, ma il commissario si liberò con uno strattone:
«Devo parlare alla signora, le dò la mia parola che non rimarrò con lei più di tre minuti, però…», si interruppe il suo sguardo percorse tutti i presenti, «da solo, per favore».
Continua

10 commenti:

  1. OK, credo proprio sia l'amica se tutto è stato rubato. Aveva un gran bisogno di soldi, ma non era certa che l'amica potesse darglieli ed è andata sul sicuro. Semplice, no? Peroooò... chissà, l'idraulico o il marito potrebbero averci a che fare... ma io punto sull'amica.

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    1. Per ora non rivelo nulla...ovviamente è stato uno dei tre...
      Ciao, a presto

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  2. Haha.....è stato uno dei tre....quindi non poteva essere stato il medico......non è che è stato il medico a ucciderla(quasi)per poi curarla perchè l'intervento costava molto??????(e lei era molto ricca?????)
    bboh.....da Clara

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    1. Quale medico? Quello dell'ospedale? Sei fuori strada,poi vedrai...
      Ciao

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  3. anche io come Era credo sia stata l'amica se tutto è stato rubato,
    ma siccome l'idraulico ha fatto qualche furto ho sospetti anche su di lui.
    da Alice

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Non è stata l'amica...domani ci sarà la verità

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    3. ok allora secondo me è l'idraulico.
      perche al marito cosa gli serviva rubare se avendola
      sposata era diventato ricco?

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  4. quando verra pubblicato il seguito sono curiosa di scoprire
    chi è stato?

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  5. La storia del volo perso del marito, la possibile storia della vicina con Manuel? bre

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