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domenica 5 marzo 2017

LE SORPRESE DELL'AMORE





Giada uscì dalla doccia con l’asciugamano avvolto attorno a corpo, fece qualche passo e sorrise al suo uomo che l’aspettava tra le lenzuola. 
Michele l’ammirò ancora una volta. Era bella, le gambe tornite e perfette, i capelli biondi e lunghi accarezzavano le spalle bianche, il viso dolce illuminato dai grandi occhi verdi era incantevole: sembrava Venere uscita dalla spuma del mare. Mai come il quel momento  provò il desiderio di averla sempre tutta per sé. 
Si frequentavano da due anni, lui, scapolo super convinto e lei reduce da un matrimonio fallito non avevano avuto ancora il coraggio di mettersi insieme definitivamente, temevano che la convivenza offuscasse l’amore che li univa.
 Specialmente Michele, ancorato alle sue abitudini radicate nel tempo, aveva paura  che una persona in casa avrebbe condizionato la vita così ordinata su binari prestabiliti.
 Era un tipo particolare, tutti gli anni trascorsi da single l’avevano fatto diventare un po’ orso, poco comunicativo e pieno di manie.. Una delle sue innumerevoli ossessioni era l’ordine, ogni cosa doveva essere al suo posto, gli dava un fastidio fisico e lo faceva star male vedere un letto sfatto o il lavandino colmo di piatti da lavare… aveva l’abitudine di mettere a posto ogni cosa prima di andare al lavoro oppure prima di chiudere la porta di casa per qualsiasi evenienza. Lo ammetteva: era un suo grande difetto, e gli amici lo prendevano in giro, ma era più forte di lui…forse per questo alla bella età di trentotto anni non si era ancora sposato…
Da qualche tempo però si era accorto che i suoi ferrei principi stavano capitolando, si stava innamorando sempre più di Giada…Per esempio, quella sera avrebbe voluto che il loro incontro non finisse mai,   passavano i giorni ed era sempre più preso da lei, si accorgeva che non ne poteva fare più a meno… era costantemente nei suoi pensieri.
 La loro relazione, cominciata casualmente con un incontro in casa di amici  stava trasformandosi in qualcosa di più importante… Pensò che sarebbe stato bello passare tutte le notti insieme, tornare a casa e sapere che c’era lei ad aspettarlo…forse era venuto il momento di lasciare da parte le sue stupide fissazioni e fare entrare in casa la donna della sua vita. 
Quella sera non le permise di andarsene come faceva di solito dopo aver fatto l’amore…si svegliò il mattino dopo e la guardò dormire aveva il viso sereno e un piccolo sorriso sulle labbra…Michele decise di proporle di vivere insieme per ritrovare ogni giorno quel piacere infinito di averla vicino .
Giada aprì gli occhi…”Buon giorno amore”; sussurrò.
Lui si chinò a baciarla poi :
“Devo parlarti”, le disse accarezzandole il viso.
“Come sei serio!…è successo qualcosa?”, rispose lei meravigliata dal tono.
“Sì…non ce la faccio più a vederti andare via …e vorrei che finalmente tu venissi a stare con me…”.
Giada non rispose subito, l’attimo di silenzio fece tremare Michele che si aspettava più entusiasmo.
Ma fu soltanto la sorpresa che aveva ritardato per qualche secondo l’abbraccio di lei.
“Sei sicuro di quello che dici?”; chiese poi preoccupata, conoscendo il suo uomo.
“Vai tranquilla…l’amore mi farà cambiare, te lo prometto”, scherzò lui.
“Facciamo una prova…se non va me ne ritorno  a casa mia ,  non voglio perderti per questo…ti amo troppo… ma sono certa che saremo felici insieme”, affermò Giada con gli occhi che brillavano.
“Quando?”; insistette Michele.
“Domani”, ribatté subito lei.
Infatti il giorno dopo Giada arrivò con tre valige e un borsone:
“Dove li metto?”. Michele, ebbe un attimo di smarrimento, vedere l’anticamera invasa dai bagagli gli diede quasi una leggera nausea e un po’di  nervosismo, ma si calmò immediatamente, aveva promesso di dominarsi e doveva mantenere.
Aprì le ante dell’armadio e fece del suo meglio per far posto ai vestiti di Giada, purtroppo il contenuto di una delle tre valige non trovò collocamento…
“La riporterò a casa, poi si vedrà”, disse conciliante lei leggendo negli occhi di Michele un certo disagio.
“ OK però  non facciamoci prendere dal panico, per adesso sistemiamoci alla meglio, poi potremo anche comprare un altro armadio”, disse Michele per mistificare l’agitazione che lo stava prendendo.
 Dopo il primo impatto, tutto si risolse e proseguirono la serata con una cenetta a due, preparata da Michele che si reputava un ottimo cuoco. Finito di mangiare, Giada andò in salotto a bere il caffè lasciando la tavola apparecchiata, lui non sapeva come dirglielo… di solito non faceva a tempo nemmeno a terminare il pasto che piatti, bicchieri, posate erano finiti rapidamente in lavastoviglie, e il resto nell’ordine in cui erano in precedenza.
“Amore, il caffè si raffredda”.
“Vengo subito”, rispose lui mentre si affrettava a riporre tutto per avere la tavola pulita.
Giada non si accorse del traffico e se ne stava beata a guardare un programma sul televisore.
 Michele placò la sua ansia abbracciando stretta la sua donna: aveva voluto averla con sé ed ora doveva dominarsi e cercare di vincersi se voleva vivere felice con lei.
Cominciò così la convivenza , lui cercando una via d’uscita in nome dell’amore e lei, dopo la delusione del suo matrimonio finito male sperava di rifarsi una vita felice. .
Però, nonostante l’amore, la passione e la certezza di aver fatto la cosa giusta,  per Michele ogni giorno aveva la sua dose di piccolo tormento: il tappo del dentifricio vagante nel lavandino, le calze stese ad asciugare, le tazze della colazione dimenticate nel lavello della cucina…la comparsa di un cestino pieno di ombretti, rossetti, matite, creme per le mani, per il viso, da giorno e da notte sulla mensola del bagno…senza contare lo stravolgimento delle sue abitudini, per esempio quella di leggere prima di addormentarsi, mentre Giada piombava immediatamente nel sonno del giusto…oppure fare la doccia in santa pace nell’unica stanza da bagno dell’appartamento senza avere l’angoscia di sentire muovere vigorosamente la maniglia della porta e sentire la voce di Giada:
“Ti prego, Michele, sono in ritardo…aprimi…!”.
Conoscendosi, chiamava a raccolta tutta la sua pazienza, e per amor suo usciva scalzo inondando il pavimento e andandosi ad asciugare in camera.
Quando usciva di casa era nervoso ed arrivava in ufficio intrattabile.
Giancarlo, uno dei colleghi che considerava anche un amico, ascoltava le sue lamentele.
“Se le vuoi bene devi superare…sono sciocchezze, ci sono cose ben più importanti nella vita…”, gli ripeteva.
“Hai ragione…i problemi sono soltanto miei, sono un nevrotico…ma tante volte vorrei tornare indietro, e riprendere la mia vita…però cosa me ne faccio di un’esistenza senza Giada?”, rispondeva lui.
Con tanta buona volontà stava abituandosi alla nuova situazione, era contento di avercela fatta…
Una sera arrivò a casa in ritardo, si accinse ad aprire la porta e sentì al di là un tramestìo insolito. Entrò e si sentì avvinghiare i pantaloni dai denti di un cagnolino bianco, graziosissimo: un batuffolo di pelo in movimento…
“ Si chiama Ricciolo, non è delizioso?”, chiese Giada.
Prese in braccio la bestiola per mostrarla a Michele rimasto senza fiato.  Non è che non gli piacessero gli animali…ma in quel momento non era proprio il caso di complicare le cose…
“Me l’ha regalato una mia amica…so che tu non sei d’accordo, ma appena l’ho visto non ho resistito…è troppo carino! Sembra un peluche...Dai amore, non fare quella faccia, vedrai che non ci darà nessun fastidio….ci penso io, lo porto fuori, gli insegno come deve comportarsi…ti prego, teniamolo…”, pregò Giada sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
Michele si lasciò incantare e non ebbe la forza di dire di no…e cominciò subito quella stessa sera l’insediamento di Ricciolo in casa sua.
Il cucciolo era molto carino e anche Michele si lasciò scappare una carezza, il pelo morbidissimo lo fece sorridere: “Dove lo mettiamo stanotte?”, chiese apprensivo , “non nella nostra camera….non voglio peli dappertutto”.
Giada gli lanciò uno sguardo supplichevole:
“Poverino….è la prima notte che dorme senza la sua mamma”; disse cercando di commuoverlo.
Ma Michele resistette:
“Domani gli compri una cuccia e lo abitui a dormire in fondo all’anticamera per stasera lo chiuderemo in bagno”, affermò lui .
Quella notte però nessuno dormì, nel preciso istante in cui si diedero la buonanotte, il silenzio fu interrotto dal guaito di Ricciolo. Giada si alzò e cercò di calmarlo: “Buono Ricciolo…dormi”, supplicò dietro la porta chiusa. Ma dall’altra parte si scatenò l’inferno:  il cucciolo abbaiava e graffiava l’uscio, non si calmò finché la ragazza non aprì e lo coccolò fra le sue braccia, si presentò così da Michele che in quel momento scoprì di avere un altro tic: stava strizzando gli occhi in modo incontrollabile…. si alzò, andò in cucina dove inghiottì un bicchiere d’acqua con venti gocce di tranquillante.
“Calma, Michele”, si disse, “ non è successo niente…in fin dei conti è solo un cagnolino…”.
 Ma si chiedeva perché, dopo aver superato il primo impatto, doveva affrontare ancora una seconda prova…
Tornò in camera disposto ad essere conciliante…Giada era sotto le coperte e accucciato ai suoi piedi Ricciolo, dormiva finalmente tranquillo.
“Sia ben chiaro”, affermò Michele guardando Giada con la faccia scura, “questa è la prima e l’ultima volta che il cane dorme con noi…”
“Stai tranquillo, domani lo sistemerò nella cuccia…dai, amore, vieni a letto, e non essere in collera”, disse lei andandogli vicino con l’intenzione di farsi perdonare a modo suo…infatti Michele cascò nella trappola degli occhi verdi e, per quella sera fecero pace.
Ma non andò sempre così, dopo diverse immersioni a piedi nudi nel laghetto di pipì di Ricciolo e qualche paio di ciabatte rosicchiate, Michele era ritornato a non sopportare più lo stravolgimento della sua vita.
Era diventato nervoso, aveva perso la concentrazione anche sul lavoro:
“Non ce la faccio più”, si sfogò con Giancarlo, “Amo alla follia Giada ma non riesco più a rientrare nei binari, la mia casa non è più la stessa…devo chiederle di lasciarmi riprendere, solo per qualche tempo…forse ho fatto male a proporle di vivere insieme…non ero ancora pronto…”.
L’amico scosse la testa : “Devi darti una calmata…se vuoi bene alla tua donna accettala così com’è…anche con un cucciolo di barboncino…”.
“No…sto passando un brutto periodo, mi conosco, la cosa migliore da fare in questo momento è di allontanarci per un breve periodo…sono certo che presto mi passerà…spero soltanto che mi capisca”.
“Fai come credi”, rispose Giancarlo,  “ricordati però che stai rischiando, per un amore come il vostro vale la pena di sopportare un po’ di confusione…non credi? In fin dei conti questa è la vita…più è movimentata meglio è”.
Michele scosse il capo in segno negativo, ormai nella sua mente si era già fissata l’idea di chiedere una tregua e così quella sera rientrò prima con l’intenzione di parlare chiaro.
Anche Giada era già a casa, l’abbracciò più stretto del solito. Lui la tenne vicina, il profumo dei suoi capelli gli fece perdere per un istante la determinazione, poi si scosse e la guardò:
“Ti devo parlare”, affermò cercando di dare alla voce un tono meno perentorio.
“Anch’io”, rispose la ragazza.
Michele la guardò sorpreso: “Qualcosa non va?”, le chiese scrutandole il viso per cogliere qualche segno di ciò che stava per dirgli….forse, anche lei si era accorta che fra di loro c’era un certo disagio e, magari aveva preso la stessa sua decisione.
“Ti devo dire un a cosa molto importante…andiamo di là”, disse trascinandolo in salotto e obbligandolo a sedersi sul divano accanto a lei mentre Ricciolo faceva andare la coda in segno di festa.
“E’ un po’ di tempo che ti vedo nervoso, “, cominciò Giada.
 Michele sentì un colpo allo stomaco….aveva previsto giusto e non sapeva se esserne contento…
“So che sopporti a mala pena che la casa sia in disordine ma…un conto è abitare da soli e un altro è una coppia...anzi una famiglia”, continuò lei mentre una luce brillava nei suoi occhi.
Michele era disorientato e non sapeva ancora cosa rispondere: “Continua…”, disse infine.
Giada gli strinse le mani: “Tieniti forte…ne hai bisogno…”, attimi di suspence poi… “aspettiamo un bambino…”, sussurrò guardando il suo uomo intensamente.
Lui sentì qualcosa che gli serrò lo stomaco…era rimasto talmente colpito dalla notizia che non aveva più reazioni…la sua mente si era come offuscata.
“Non sei contento?”, chiese lei leggermente delusa.
Michele si scosse : “Sono talmente felice che non ho più parole per dirtelo!”. Era la pura verità!
Le  prese il viso fra le mani , la  guardò negli occhi e si accorse che avevano una luce languida che non le aveva mai visto…
“Ti rendi conto che sarai sommerso dai pannolini, dalle pappe, dai seggioloni e poi…da lui, o lei…che porterà in casa la confusione più totale?”, chiese Giada.
“E chi se ne importa….ben venga la rivoluzione, la casa deve essere viva…non un museo”, improvvisamente scoprì che quello che diceva era ciò che aveva inconsciamente sempre desiderato, ci voleva l’amore per quella ragazza dagli occhi verdi e l’arrivo di un figlio per farlo tornare a galla.
“Cosa mi dovevi dire ?”, chiese poi Giada.
Michele ormai era entrato in un’altra dimensione e gli sembrò così meschino ciò che aveva pensato di proporle che si vergognò di se stesso. Rimase in silenzio per qualche secondo:
“Volevo chiederti una cosa”.
“Dimmi”, rispose lei.
“Mi vuoi sposare?”, aspettò con gli occhi chiusi che lei sussurrasse “Sì”…e anche Ricciolo abbaiò contento…

 
FINE                                                                                                                        

 



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