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domenica 12 febbraio 2017

L'AMORE E' PASSIONE




Rita si guardò allo specchio con occhio critico e convenne che il tempo era stato clemente con lei: a quarantacinque anni era ancora una bella donna. Il corpo si era conservato sodo e con le curve al posto giusto, i capelli corvini folti e ricci non avevano ancora nessun filo d’argento, anche lo sguardo degli occhi scuri e vellutati era rimasto quello di una volta…soltanto alcune rughe ai lati della bocca e sulla fronte rivelavano che era trascorsa qualche primavera.
Era sposata con Matteo da dieci anni, il matrimonio funzionava soltanto perché lei sopportava le frequenti scappatelle del marito. Nel piccolo paese sul mare dove abitava, le donne erano abituate a non lamentarsi e a chiudere gli occhi per non vedere: così faceva lei, ma non era felice, era soltanto rassegnata. La sua vita era piatta e incolore anche perché non aveva avuto figli. Matteo faceva il rappresentante di biancheria intima femminile e stava fuori casa tutta la settimana, perciò lei era spesso sola e, quando lui rientrava era stanco morto. Il sabato e la domenica li passava per la maggior parte a dormire e a guardare la televisione. Se uscivano era solo per andare sulla passeggiata a mare vestiti con gli abiti della festa oppure a farsi vedere al bar Medusa per fare quattro chiacchiere con gli amici. Le giornate erano lunghe e noiose in quel posto dove non succedeva mai niente; il tempo sembrava non passasse mai…così, aveva accettato di aiutare una zia nel suo negozio di parrucchiere. Meglio lavare teste e mettere bigodini che intristirsi nella casa vuota.
Quella mattina era in ritardo, si truccò in fretta e si accinse a uscire. Aveva appena varcato la soglia che il telefono squillò, tornò indietro e sollevò il ricevitore, una voce maschile sconosciuta chiese:
“Signorina, sono il tecnico per riparare il computer… c’è il dottor Bellotti?”.
Rita rimase un attimo interdetta:
“Probabilmente lei ha sbagliato numero…questa è una casa privata…”, rispose titubante.
L’altro si scusò e interruppe la comunicazione. Dopo qualche secondo, quando lei stava chiudendo l’uscio, il telefono si fece sentire di nuovo. Rita corse all’apparecchio: la stessa voce di qualche attimo prima le rifece la stessa domanda.
“Insomma, le ho già detto che ha sbagliato…il mio numero é…”, e sciorinò nervosamente uno dopo l’altro le cifre.
“Probabilmente c’è un contatto, mi perdoni…però”, dopo una piccola pausa riprese, “lei ha una bella voce…io mi chiamo Fabio e lei?”.
La donna rispose seccata: “Lasci perdere…”, e troncò la conversazione. “Ce ne sono di tipi strani al mondo…”, borbottò quando finalmente riuscì a chiudere la porta di casa.
Quella sera Rita trascorse la serata davanti alla TV , con l’uncinetto tra le dita per terminare l’ennesimo centrino, come faceva sempre durante i giorni di solitudine. Ma non sapeva che, se fino  allora la sua vita era stata senza slanci, da quel giorno si sarebbe movimentata alla grande.
La sorpresa del mattino dopo la lasciò di stucco:  un fattorino le portò un grande fascio di rose rosse accompagnate da un lungo biglietto: “Questi fiori la sorprenderanno, ma è stato un impulso al quale non ho saputo sottrarmi. Si chiederà come ho scoperto il suo indirizzo: è stato facile, dal suo numero di telefono. Non so niente di lei, ma il timbro della sua voce mi ha colpito, perciò mi piacerebbe tanto conoscerla…so di essere sfacciato, ma è quello che mi sento di fare in questo momento. Forse le chiedo l’impossibile ma, se non fosse così, si affacci alla finestra, io sono in strada, accanto ad una vettura rossa…non può sbagliare. Fabio”
Rita finì di leggere l’incredibile biglietto e rimase senza fiato. Sembrava l’episodio di una soap opera!. Si avvicinò cautamente ai vetri e scostò le tende:  in effetti al di là della strada c’era un uomo davanti a una macchina rossa che stava osservando attentamente le finestre del palazzo. Era alto, ben vestito, non giovanissimo…
“Se andassi a raccontarlo non ci crederebbe nessuno”, si disse emozionata. Cominciò a girare per la casa nervosa, era quasi attratta da quella situazione assurda, però aveva paura di mettersi nei guai: chi era quell’uomo? Per essersi comportato in quel modo doveva essere un tipo stravagante. Decise di non farsi vedere e, quando uscì di casa sentendo gli occhi dello sconosciuto che la seguivano curiosi, affrettò il passo e scomparve in breve dietro l’angolo.
Non riuscì a lavorare bene quel giorno.
 “Cos’hai oggi Rita, stai annaffiando la signora Rossi…”, la rimproverò la zia mentre tamponava il collo bagnato della malcapitata con un asciugamano asciutto.
Tornò a casa agitata, guardava l’apparecchio telefonico temendo che quel tale telefonasse, si sentiva presa di mira e aveva paura: cosa voleva da lei?. Fece un balzo sulla poltrona quando il silenzio della casa fu interrotto da uno squillo:
“Perché non hai voluto incontrarmi?”, chiese la voce misteriosa, “ho sperato che tu scendessi…ma non l’hai fatto”.
Rita tremava per la collera:
 “Mi lasci in pace”, gridò, “lei è pazzo”,
L’altro rimase zitto, poi ricominciò:
“Va bene… ma ti prego non riattaccare…dimmi almeno come ti chiami” disse.
“Rita “, rispose meccanicamente lei senza aggiungere altro.
“E’ un bellissimo nome…parla un po’ con me, Rita,  stasera sono giù di morale…mi sento abbandonato dal mondo”, quasi implorò lui.
La donna non ebbe il coraggio di riattaccare e rimase ad ascoltarlo, il misterioso interlocutore iniziò a parlare di tante cose, le disse della sua vita di uomo solo, senza affetti dopo che la moglie l’aveva lasciato, volle sapere di lei…se era sposata e…se era felice. Chiacchierarono, il tempo passava ma non se ne accorsero tanto erano coinvolti in quella singolare conversazione fra due persone che non si erano mai viste.
“Allora buonanotte Rita”, disse infine lui, “ti chiamerò ancora domani…non so perché, ma ho bisogno di sentire la tua voce così calda e sensuale, vorrei conoscerti ma se non vuoi non importa, aspetterò….mi dirai tu quando”.
Rita posò il ricevitore turbata: si stava rendendo conto che nessuno le aveva mai parlato così e nessuno era stato ad ascoltarla con pazienza , con lui era riuscita ad aprirsi e a raccontare le sue emozioni. Quello sconosciuto aveva trovato la porta per entrare nella sua anima. Quando poco dopo il marito telefonò lo sentì lontano, non solo fisicamente e non andò oltre alle solite parole che si scambiavano ogni sera: “Come stai…cosa hai fatto oggi…”. Erano anni che il loro amore si era spento, ma il matrimonio continuava per abitudine e per rassegnazione da parte di lei.
Ogni sera Fabio telefonava sempre alla stessa ora, Rita aspettava quel momento con trepidazione; la loro intesa era perfetta, stavano ore a parlare e Rita era divisa fra il desiderio di conoscerlo e la sua onestà interiore che le impediva di lasciarsi andare a nuovi sentimenti.
Però una sera, quando Fabio le disse: “Ti voglio vedere…vieni adesso…non posso più aspettare”, lei non riuscì a dire di no: era arrivato il momento che anche lei desiderava da quando era cominciata la loro storia  strana.
L’appuntamento  era sul lungomare, la serata era calda e l’aria tiepida, Rita incontrò Fabio come se fosse il principe di una favola: lui le prese le mani e le scrutò il viso:
“Sei come ti pensavo….con quegli occhi, quella bocca…non mi sono sbagliato, sei bella dentro e fuori…”, mormorò turbato senza staccarle lo sguardo di dosso.
“Tu non potevi essere diverso…ti immaginavo così”, rispose lei con un filo di voce. In quel momento si accese fra loro la scintilla magica dell’amore, si guardarono negli occhi e capirono che erano fatti l’uno per l’altra.
Passeggiarono vicini incuranti delle persone che, incontrandoli, bisbigliavano alle loro spalle, quando si lasciarono le loro bocche si baciarono nel buio di un angolino discreto.
Da quel giorno si videro spesso, si incontravano in un paese vicino, lontani da sguardi pettegoli e la passione li travolse una notte, sulla sabbia ancora calda dai raggi del sole, complici la luna, le stelle e lo sciabordìo delle onde del mare.
 I loro corpi si unirono e si intesero, come si erano intese le loro anime. Provarono momenti di intensa emozione liberando il desiderio che li aveva attratti dal momento in cui si erano conosciuti.
Rita tornò a casa quella notte felice di aver vissuto finalmente un amore completo, quello che aveva provato con Fabio era ciò che aveva sempre sognato. Si rese conto che fino ad allora aveva sacrificato la sua vita passando sopra ai tradimenti di Matteo per non creare scandali in quel paese bigotto; era stata obbligata a convincersi che una buona moglie doveva accettare il marito con tutti i suoi difetti…Non aveva mai conosciuto l’ardore dei sensi alimentato dalla passione
Da quel momento magico, nel quale i due amanti si erano dati uno all’altra senza falsi pudori, si incontrarono ancora in un paese vicino, lontani dagli sguardi pettegoli: la camera di una pensioncina nascosta nella pineta ospitò il loro amore appassionato:.
 “Vieni con me, non possiamo più nasconderci, tu mi ami, e io non posso più fare a meno di te”, sussurrava Fabio fra i capelli profumati di Rita, dopo aver fatto l’amore. Ogni volta che lei ritornava a casa era sempre più combattuta, era decisa a vivere la sua felicità ma non aveva il coraggio di affrontare il marito, i parenti, tutti quelli che la conoscevano…si faceva tanti scrupoli e si sentiva in colpa. Però non poteva rinunciare a Fabio, la sua passione per lui era così forte che tremava quando gli era vicina e il suo cuore aveva già fatto la scelta, le mancava soltanto la forza per andare fino in fondo. L’occasione arrivò insperata quando Matteo tornò dai suoi viaggi con una sorpresa:
“Ti presento Nadia”, le disse accennando a una giovane donna rossa vistosamente truccata, “dovresti essere così gentile da preparare un letto in più perché rimane da noi a dormire”. Rita rimase senza parole:
“Come mai deve restare qui?”; chiese poi guardando l’altra interrogativamente.
“Deve andare dai suoi in Toscana….e io l’accompagno…niente di più”, le rispose il marito voltandole le spalle e uscendo dalla stanza.
Rita non ci vide più: gli andò dietro e l’affrontò:
“ Hai passato il limite…cos’è questa novità? Adesso devo anche ospitare le tue amanti?  Se pensi che accetti ancora i tuoi tradimenti, questa volta hai capito male…io me ne vado”, esclamò piena di rabbia. Matteo, sorpreso della reazione della moglie cercò di calmarla:
“Non fare così tesoro…quella donna non è niente per me, l’accompagno solo a casa dato che lunedì dovrò lavorare da quelle parti”, le prese il viso fra le mani e tentò di baciarla. Lei si ritrasse disgustata:
“Ascoltami bene, ti assicuro che non scherzavo…rimani tu in casa con lei. Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, ma ho trovato qualcuno che mi ama veramente…e che io amo da morire…”, disse tutto d’un fiato Rita irrigidendosi.
Matteo la guardò e sorrise sarcastico:
 “Ho capito…sei molto arrabbiata, non credo a quello che mi hai detto…non è da te”.
“Lo so…anch’io non ci credevo, ma è successo e non posso farci nulla. Non mi trattenere,  qui non ci resto più, ho sofferto troppo in questi lunghi anni”.
Dall’amarezza con cui la moglie aveva pronunciato queste parole, Matteo capì che stava dicendo la verità: la fissò stringendo i pugni: “Sei una sgualdrina!”, sibilò.
“Va bene…accetto anche questo, non m’ importa più di niente, né di te, né di questo paese ipocrita…ti lascio per sempre”, l’affrontò Rita senza paura, “se ti fa piacere puoi anche picchiarmi…sono qui”, lo sfidò con occhi ardenti.
Matteo le andò vicino sconvolto dall’ira, ma in quel momento entrò la sua rossa:
“Cosa succede? C’è qualcosa che non va?”, chiese guardandoli.
“Ti lascio il posto, Nadia…ti regalo mio marito, spero che tu non te ne debba pentire”, esclamò Rita uscendo e sbattendo la porta.
Afferrò la borsa e corse fuori, così, senza prendere niente di suo, chiudeva con il passato e voleva ricominciare la vita da quel momento. Quando incontrò Fabio l’abbracciò con passione: “Stringimi forte, voglio stare con te, per sempre”.
Le braccia di lui l’accolsero come un porto sicuro:
 “Sarai la mia donna e non ci lasceremo più”, le sussurrò commosso. Dagli occhi di Rita scese una lacrima di felicità.
                                                                                                                                        FINE



   
    
  


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