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mercoledì 19 giugno 2013

FINALE: "IL KILLER DELLA NOTTE"

 Lo strano presagio si rivelò realtà quando nel corpo senza vita riconobbe con orrore Paco pugnalato selvaggiamente e buttato in un fosso non molto lontano da dove era stato rinvenuto il cadavere dell’amico Manuel. Quel secondo delitto riportava all’origine le indagini…perciò si doveva ricominciare tutto da capo.
Il commissario pensò molto alle parole della bionda Mirka, “quei tre si odiano”, aveva detto, e un altro di quel terzetto se ne era andato nello stesso modo, si chiedeva chi potesse volere la morte di quei poveri disgraziati arrivati da un paese lontano a fare quel mestiere per soldi… ne era rimasto uno solo.  Il commissario Parisi, era tenace come un mastino…quando aveva per le mani un caso non mollava e voleva andare a fondo…di solito ce la faceva. Non si dava tregua, il suo cervello lavorava come un computer e non lasciava mai niente di intentato.  Di quei tre ormai era rimasto José… forse era il colpevole…ma non poteva inquisirlo senza delle prove certe perciò non gli rimaneva che convocarlo al commissariato per un ulteriore interrogatorio
Seduto di traverso sulla sedia José era pallido come un morto, rispondeva alle domande del commissario facendo forza su se stesso per non scoppiare in lacrime: sapeva di essere in una brutta posizione e sapeva anche di non avere un alibi nell’ora del delitto. Secondo le testimonianze dei frequentatori della zona un’auto blu aveva caricato Paco all’una di notte e lui non era lì. Era tornato alle tre per ricominciare a battere sulla strada. “Con chi sei stato fino a quel momento?”; chiese Parisi .
“Era un tale che non avevo mai visto, non so come si chiama e nemmeno dove abiti…non so dirle niente commissario, soltanto che non sono stato io….glielo giuro”, balbettò il ragazzo tormentandosi le mani.
Alex Parisi l’osservava in silenzio, era incerto se credergli o no, sembrava dicesse la verità, ma…quante volte aveva visto un assassino mentire con naturalezza! Anche in quel momento forse aveva davanti a sé un bravo attore che stava interpretando la parte dell’innocente…ma il dubbio lo tormentava.
Non poteva arrestarlo senza un minimo indizio, così lo lasciò andare, ma decise farlo sorvegliare in ogni sua mossa: prima o poi avrebbe fatto un passo falso, ne era sicuro…
Purtroppo se l’avesse fermato gli avrebbe salvato la vita perché soltanto dopo due giorni dal loro colloquio anche il cadavere di José fu trovato in una discarica.
 “Siamo alle prese con uno spietato serial killer che odia i transessuali”, esclamò Parisi davanti a quel corpo ancora una volta straziato da una lama affilata. 
Dopo una notte insonne l’idea che gli venne gli sembrò decisiva. Appena arrivato convocò nel suo ufficio Loredana:
« Cosa ne pensi dell’agente Lojacono?», chiese a bruciapelo.
Lei rimase un attimo zitta un po’ meravigliata della strana domanda, ma era abituata ormai alle stranezze del suo capo:
« e’ un ottimo poliziotto», rispose .
«Non lo trovi bello?», continuò Parisi mandando nel pallone la Caputo.
«Sì…ma non vedo cosa c’entri con le indagini», disse sconcertata.
«Ti assicuro che c’entra…anzi è fondamentale!», continuò imperterrito lui, «anzi, vallo a chiamare , gli devo proporre qualcosa di insolito».
 Poco dopo entrò in ufficio del commissario l’agente Lojacono:
«Comandi commissario», e batté i tacchi mettendosi sull’attenti.
 “Sei un bel ragazzo, Lojacono….”, cominciò Parisi osservando attentamente il poliziotto impalato davanti a lui. L’agente sbarrò gli occhi per la sorpresa evidentemente imbarazzato. Loredana ebbe un sussulto e pensò che questa volta il commissario stava passando i limiti.
Ma Parisi proseguì tranquillamente:
“Non ti preoccupare…non sto facendo delle avances, sto solo mettendo in atto un mio piano”, lo rassicurò il commissario che aveva notato lo sguardo smarrito del giovanotto, “in poche parole, dovresti conciarti in modo da sembrare un travestito e metterti sulla strada con le altre donne del Viale delle Rimembranze”, concluse in fretta .  
 “Commissario, è proprio necessario che mi mascheri?”, domandò l’agente.
“E’ fondamentale…l’assassino mira soprattutto ai viados perciò, con le dovute cautele dovresti per qualche giorno farti credere uno di loro.
“Devo anche salire in macchina con lui se mi invitasse?”, chiese preoccupato.
“Certo…poi ovviamente ti dovrai arrangiare per evitare situazioni spiacevoli…fai attenzione e cerca di portare a casa qualche notizia interessante”, concluse il commissario.
Così, il povero Lojacono, trasformatosi in una bionda esplosiva con tanto di minigonna e tacchi a spillo, si mise a battere sul viale.
Non tardò molto ad arrivare una vettura nera guidata da un tale con un berretto calato sugli occhi. Si accostò e aprì lo sportello:
“Sei nuovo?”, chiese con una voce rauca.
Il poliziotto confermò con un cenno del capo e l’altro lo invitò a salire. Percorsero una decina di chilometri in silenzio. Poi il tipo accostò ai margini di una strada poco frequentata. Frenò con calma, si abbassò a prendere qualcosa e, quando risalì aveva in mano un coltello affilato:
 “Credevo di aver finito con i brasiliani…non la volete capire di lasciarci in pace?….vi ucciderò tutti uno ad uno…venite a rubarci il lavoro…dovete stare a casa vostra!”, urlò con la voce stridula.
Il poliziotto con una mossa fulminea riuscì a togliergli l’arma e lo immobilizzò. Gli strappò gli occhiali scuri che nascondevano metà del viso: gli occhi neri, lucidi di follia lo stavano fissando. 
 “Stai fermo…finalmente ti ho beccato!”, esclamò carico d’adrenalina. Quando gli tirò via il cappello una cascata di capelli biondi cadde sulle spalle del suo aggressore.
“Sei una donna…”, gridò al colmo dello stupore, davanti a lui c’era il viso grazioso di una ragazza, sconvolto 
dalla pazzia.
L’agente Lojacono si strappò la parrucca e si tolse il rossetto che lo metteva a disagio, prese il telefonino e chiamò il suo superiore: “Commissario, venga subito…l’ho preso!”.
Quando Alex Parisi si vide davanti Mirka infagottata in un abito maschile, la guardò con tanta pena: “Perché”, chiese accostandosi. Lei gli lanciò uno sguardo di sfida:
 “Ho due figli da mantenere e questi qui mi rubano il pane…devo farli fuori tutti…”,  sbraitò mentre lo fissava con occhi sbarrati, poi scoppiò in una risata isterica:  “ Commissario…guardati le spalle, la prossima volta faccio fuori anche te”.
Si lasciò portare via senza fare resistenza, ormai perduta nel suo mondo fatto di ombre.

FINE





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