E’ l’alba, nella casetta affondata nella neve,
entra trafelato l’elfo Tolky:
«Svegliati, siamo in ritardo, non c’è tempo per dormire»,
esclama scuotendo il grande vecchio.
«Che ore sono? Già le cinque?», risponde lui stirandosi nel
lettone.
«Abbiamo tante cose da fare: c’è ancora qualche regalo da
impacchettare, e alcune letterine da leggere», dice l’elfo mentre l’aiuta a
infilarsi le bragone rosse.
Babbo Natale si alza e guarda fuori: la neve sta scendendo
fitta, tutto è bianco, immacolato, gli abeti hanno le cime incappucciate.
«Brr…che freddo», esclama. Esce e tuffa le mani nella neve
fresca, ne prende un po’ e si lava il viso, la lunga barba si irrigidisce per
il gelo.
«Andiamo prima nella
stalla a dare da mangiare alle renne», dice avviandosi per il sentiero, ad ogni
passo gli stivali affondano nella coltre bianca.
Sdraiate sulla paglia le nove renne (che nella notte della Vigilia
attraversano il cielo trainando la slitta dei doni) aspettano come ogni giorno la
visita del loro padrone.
«Come state amiche mie?», chiede Babbo Natale mentre riempie le
mangiatoie. Le renne lo guardano con occhi sofferenti e nessuna si muove.
«Non avete fame? Forza, alzatevi, fra poco ci aspetta un
lungo viaggio», esclama lui mentre si avvicina a Freccia che sembra la
più pigra.
Le tocca il naso: «E’ un po’ secco, non avrete la febbre per
caso?».
Preoccupato va verso le altre e si accorge che tutte hanno il
naso freddo e secco.
«Tolky, vai a chiamare l’elfo Doc, le renne non stanno bene»,
grida in preda al panico. «Poverine!», si avvicina a ogni renna e, una per
volta le accarezza:
«Cometa, Ballerina,
Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato, Cupido, vedo che proprio non vi
reggete in piedi, e anche tu, Rudolph, il tuo naso rosso è diventato rosa
pallido. Coraggio, sono certo che vi rimetterete presto, sarà soltanto
un’indigestione e domani potremo partire, non si può fare aspettare i bambini».
Babbo Natale cerca di tranquillizzare le povere bestiole
spaventate ma, quando arriva l’elfo Doc il suo responso non lascia sperare
nulla di buono: «Hanno preso un virus, guariranno fra una settimana, hanno bisogno di riposare e di stare al caldo»,
afferma.
Dopo queste parole Babbo Natale si toglie il berrettone rosso
e si gratta la testa, pensieri neri frullano nel suo cervello. Se ne torna in
casa e si accascia davanti al camino. Una lacrima scende lungo la barba bianca.
«Sono disperato», sussurra a Tolky che lo guarda preoccupato.
«Non fare così, vedrai che troveremo una soluzione. Mi ritiro
nel pensatoio, mi verrà in mente qualcosa». Se ne va seguito dallo sguardo
triste del buon vecchio.
Un giorno è trascorso e viene la sera, è la notte che precede
il Natale e i bimbi nei loro lettini non riescono a prendere sonno: sperano di
sorprendere Babbo Natale mentre mette i regali sotto l’albero.
Ma non sanno che, in un paese lontano, fra i ghiacci del Polo
si sta consumando una tragedia: il grande vecchio con la lunga barba bianca sta
singhiozzando davanti al camino, nessuno l’aiuta: le renne stanno male, non sa
come farà a portare i regali. sente solo e disperato.
La luna brilla nel cielo scuro, è una notte serena, però non
è sereno il cuore di Babbo Natale. Il tempo passa inesorabile, la mezzanotte si
avvicina…
Improvvisamente la porta si apre, un vento gelido entra in
casa, e Tolky compare sulla soglia:
«Presto, sbrigati, vai a prendere la slitta….non c’è tempo da
perdere!», grida affannato l’elfo,«un mio amico mi ha trovato la soluzione!»
Babbo Natale si alza: «Cosa stai dicendo? Senza le mie renne,
chi mi porta in cielo?».
In quell’istante si sente un rumore, e all’orizzonte compare
un oggetto scintillante:
«Cos’è? », esclama Babbo Natale strizzando gli occhi.
Poco dopo un elicottero d’argento si posa sulla neve, scende
un elfo con il casco:
«Svelti, salite!», grida affannato.
Tolky, aggancia la slitta traboccante di pacchi, aiuta Babbo
Natale a salire sullo stravagante mezzo di trasporto…e via! Finalmente si va;
davanti alla luna passa uno strano
convoglio: un elicottero argenteo che trascina una slitta, un Babbo Natale che
sorride beato nella notte magica perché sa che i regali arriveranno puntuali ai
piccoli che dormono e non sapranno mai che hanno rischiato di non averli.
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