Lorenzo si stropicciò gli occhi stanchi: era al computer per scrivere un articolo, aveva quasi finito, ma non gli veniva la frase finale. Cancellava e riscriveva, scuoteva la testa, e ricancellava. Ormai le idee erano esaurite, capì che era arrivato il momento di andare a prendere un caffè. Si alzò e incontrò lo sguardo di Benedetta: i suoi occhi verdi lo stavano fissando con intenzione.
“Se mi aspetti vengo anch’io”,
propose la ragazza raggiungendolo in fretta.
Lorenzo, quando aveva cominciato a lavorare in
quella redazione l’aveva subito notata per la cascata di capelli neri che
contrastavano con la pelle bianca del viso e la bocca carnosa, ravvivata dal
rossetto acceso.
“Allora…come ti trovi?”; gli chiese
lei.
Lorenzo era stato assunto da poco al giornale,
aveva aspettato a lungo quel posto e finalmente era riuscito a coronare il
sogno di diventare redattore in un mensile di prestigio..
“Molto bene”, rispose
pronto, “…e tu? Da quanto tempo sei qui?”.
“Sono già due anni…il lavoro mi
piace ma vorrei fare un salto di qualità…non mi tiro mai indietro,insomma mi
do’ da fare ma rimango sempre lì.”
“Ti vedo un po’ troppo ansiosa
…dove vorresti arrivare?”, chiese Lorenzo.
“Capo servizio…per esempio”, confessò lei.
Lui sorrise: “Voi donne volete
tutto e subito”, disse scherzoso, “ma…ti spiacerebbe cambiare discorso?. Non
parliamo di lavoro, facciamo una pausa, e gustiamoci questo caffè”, disse
porgendole il bicchierino fumante.
Lei lo portò alla bocca e bevve
alzando gli occhi su di lui che la sovrastava con la sua alta statura.
“Messaggio ricevuto… di cosa
vogliamo parlare?”, disse poi.
" Per esempio, cosa fai stasera?", continuò Lorenzo.
" Per esempio, cosa fai stasera?", continuò Lorenzo.
Benedetta gli lanciò uno sguardo
stupito: “Che fai? …ci provi?”, replicò.
“Non mi permetterei mai, forse
sei già impegnata e ho fatto una gaffe…?”.
Lei rimase silenziosa per qualche
istante: “No…ora non più”, rispose amara.
“Lo sapevo…come al solito ho
parlato a sproposito…ti chiedo scusa”, disse Lorenzo imbarazzato.
Benedetta alzò le spalle :
Benedetta alzò le spalle :
“Però…ripensandoci, stasera non ho niente in programma, non sarebbe una
cattiva idea uscire insieme”, riprese.
“Benissimo”, rispose lui ,
“dimmi dove e quando devo venire a prenderti”.
Scovarono un piccolo locale con un’atmosfera
intima; nell’aria c’era una musica soft.
Si sedettero e ordinarono un drink:
“Si sta bene qui”, disse lei guardandosi intorno.
“Si sta bene qui”, disse lei guardandosi intorno.
Dopo qualche momento di imbarazzo Benedetta cominciò a parlare di sé.
Lorenzo seppe che aveva ventotto
anni, che viveva sola, e che era reduce da una relazione con un uomo più grande
di lei, con moglie e figli, che l’aveva profondamente delusa.
“Sai…la solita vecchia storia:
divorzierò da mia moglie….ti prego di pazientare…poi vieni a sapere che aspetta
un altro figlio dalla legittima consorte”, confessò con tristezza.
Lui ascoltava in silenzio, ma quello che diceva Benedetta lo interessava poco, era attratto dalla sua bocca , dai grandi
occhi espressivi di un verde intenso…e poi dal suo modo di muoversi, di
accompagnare con i gesti delle mani, lunghe e sottili, ciò che diceva. Lei si
accorse che era distratto:
“Mi stai ascoltando?”, chiese
infastidita. Lorenzo si riprese:
“Certo…se ti fa piacere ti offro la mia spalla per piangere sulle tue disgrazie, ma…”, si interruppe un istante,"tu mi piaci molto Benedetta, e vorrei che questa sera fosse tutta per noi".
“Certo…se ti fa piacere ti offro la mia spalla per piangere sulle tue disgrazie, ma…”, si interruppe un istante,"tu mi piaci molto Benedetta, e vorrei che questa sera fosse tutta per noi".
" Hai ragione, ti chiedo scusa…la cosa è
recente e non mi sono ancora ripresa…”.
“Vogliamo ballare?”, propose lui
prendendola per una mano.
Abbracciati si lasciarono portare dalla musica
fra le poche coppie che occupavano la pista. Lorenzo turbato dal profumo dei
capelli neri capì che stava scivolando nella fase dell’innamoramento, nessuna,
prima di Benedetta gli aveva dato quelle sensazioni. Quando l’accompagnò a casa
fece uno sforzo su se stesso per non chiederle di salire, si limitò a baciarla e si accorse che anche per lei non era un semplice bacio ma era un bacio sentito.
Il giorno dopo, in redazione, si
scambiarono quegli sguardi particolari di chi comincia un amore.
Quella mattina, come al solito c’era
la riunione di redazione nell'ufficio del direttore Marta Ferrini , una bella donna sulla quarantina, molto curata
nel vestire, bionda e snella, con il piglio deciso; i suoi occhi chiari e
freddi davano una certa soggezione. I redattori presero posto davanti alla sua scrivania, Benedetta e Lorenzo sedevano vicini
e a volte si guardavano negli occhi. Marta notò quegli sguardi e la sua
espressione si indurì.
“Devo farti i complimenti,
Lorenzo”, esordì rivolta al giovane, “stai facendo un ottimo lavoro, scrivi
bene e hai l'occhio clinico, c’è la stoffa del giornalista…bravo”.
Lui diventò leggermente rosso, Benedetta si
volse a guardarlo stupita. Quando la riunione volse al termine il direttore li
congedò: “Abbiamo finito e…adesso, al lavoro”.
Tutti si alzarono. “Lorenzo…rimani per favore”,
disse a sorpresa Marta Ferrini.
Il giovanotto riprese il posto sulla sedia.
“Vuoi bere qualcosa?”, domandò la
donna porgendogli un bicchiere con un liquido rosato. Il giovanotto non seppe
rifiutare e si trovò in mano qualcosa che, in quel momento non desiderava
ingurgitare. Si stava chiedendo il perché…il periodo di prova stava per finire
e forse voleva dirgli che non l’aveva superato….eppure gli aveva fatto i
complimenti davanti a tutti… Forse per addolcire la pillola amara…
“ Vedo che sei perplesso…c’è
qualcosa che non va?”, domandò Marta e senza aspettare risposta alzò il calice, “alla tua carriera!”, esclamò..
Lorenzo non capiva, ma bevve d’un fiato
l’aperitivo alcolico.
“Senti…stasera devo andare
al vernissage di una mostra, che ne diresti di accompagnarmi?”, continuò lei “così potresti fare un bel pezzo per la rubrica Arte”.
Il giovanotto ebbe la visione della
serata che voleva trascorrere con Benedetta: una cenetta a due in casa, poi un cinema e dopo....concludere in bellezza! perciò rimase muto… non avrebbe rinunciato al suo programma per niente al
mondo.
“Stasera non posso…mi dispiace
direttore…”, ebbe il coraggio di rispondere.
Gli occhi freddi di Marta si chiusero come una
fessura: “Non fa niente”, disse, “sarà per la prossima volta….vorrà dire che ti
avvertirò in tempo. Ora puoi andare”, posò il bicchiere sulla scrivania e si
immerse nella lettura della posta mentre Lorenzo si allontanava in silenzio.
Uscì scuotendo la testa, forse aveva fatto male a rifiutare, forse aveva
compromesso l’assunzione…Con questi pensieri tornò alla scrivania per
riprendere il lavoro interrotto, ma era distratto da pensieri neri.
Benedetta, dal suo posto gli lanciò
un’occhiata e gli fece un cenno come per dire: allora? cosa voleva da te?.
Lorenzo le fece intendere che ne avrebbero parlato dopo. Più tardi, il grafico
più anziano si avvicinò:
“Ti vedo pensieroso, qualcosa è andato storto?”.
Lorenzo non sapeva se confidarsi oppure tenere tutto per sé, poi si lasciò andare considerando che il collega era in quel giornale da tanti anni e sapeva come andavano le cose.
“Ti vedo pensieroso, qualcosa è andato storto?”.
Lorenzo non sapeva se confidarsi oppure tenere tutto per sé, poi si lasciò andare considerando che il collega era in quel giornale da tanti anni e sapeva come andavano le cose.
“C’era da aspettarselo…sei un bel
ragazzo e il nostro direttore è molto sensibile al fascino maschile. Molti
hanno fatto carriera in questo modo”, confessò il suo interlocutore. “Auguri
giovanotto”, concluse l’uomo battendogli una mano sulla spalla.
La notizia sconvolse Lorenzo… come
si doveva comportare? Decise di non dire nulla a Benedetta, se la sarebbe
cavata da solo…
Qualche giorno dopo scadeva il
periodo di prova e venne chiamato in direzione.
Marta Ferrini lo accolse con un
largo sorriso: “meno male”, pensò lui, “non si è offesa”.
“Il tuo periodo di prova è stato
superato brillantemente”, disse la donna, “sei un elemento valido e perciò ho
deciso di confermarti”, si interruppe un attimo…poi, " cose ne diresti come
caposervizio attualità?”
Il cuore di Lorenzo fece un balzo, non
avrebbe mai immaginato di fare un salto di quel genere. Veniva da un giornale
di provincia dove aveva imparato il mestiere, quando gli avevano proposto di
fare parte della prestigiosa testata diretta dalla Ferrini aveva accettato al volo, ora era andato oltre
il sogno…ma…cosa c’era dietro tutto questo? Cosa si doveva aspettare? Tornò in
redazione rosso come un papavero, Benedetta si avvicinò:
“Allora?…com’è andata?”, gli chiese ansiosa.
Lorenzo era così felice che le
rispose di botto: “Sono stato assunto come… caposervizio”.
Negli occhi di lei passò un’ombra, il sorriso
le si spense sulle labbra, diventò pallida e disse con un filo di voce:
“Congratulazioni…”
Ritornò alla scrivania e si mise
al computer senza alzare la testa e Lorenzo restò impalato senza avere la forza
di reagire. Sommerso dalle congratulazioni fu costretto ad ordinare da bere per
tutti, mentre alzava il bicchiere guardò negli occhi Benedetta in cerca di
comprensione ma lei si voltò dall’altra parte, non gli perdonava di averla
scavalcata.
Quando Lorenzo riuscì a parlarle,
cercò di farla ragionare, ma per lei la delusione era stata troppo grande, aspettava quel posto
da tempo e…vederselo soffiare dall’ultimo arrivato, anche se si chiamava
Lorenzo ed era innamorata di lui, non riusciva a mandarlo giù.
Cominciarono giorni difficili,
Lorenzo soffriva per l’assurda situazione che si era creata, ma non si sentiva
in colpa…non era arrivato a nessun compromesso per guadagnarsi la promozione, aveva la coscienza tranquilla.
Da parte sua Benedetta, rigida sulle sue posizioni, stava mettendo in crisi il loro rapporto: nonostante si amassero c'era fra di loro una barriera. Anche sul lavoro c’era qualche tensione perché lei non sopportava di essere sottoposta al fidanzato… non sapeva però che il poveretto faceva salti mortali per sottrarsi alle avances del direttore: declinava spesso gli inviti per gli avvenimenti mondani, ma qualche volta era costretto ad accettare.
Da parte sua Benedetta, rigida sulle sue posizioni, stava mettendo in crisi il loro rapporto: nonostante si amassero c'era fra di loro una barriera. Anche sul lavoro c’era qualche tensione perché lei non sopportava di essere sottoposta al fidanzato… non sapeva però che il poveretto faceva salti mortali per sottrarsi alle avances del direttore: declinava spesso gli inviti per gli avvenimenti mondani, ma qualche volta era costretto ad accettare.
Durante quelle serate si sentiva esibito come
un oggetto dalla Ferrini che lo presentava come il “migliore” giornalista della
sua redazione. Si vergognava di se stesso ma… gli piaceva troppo il suo lavoro
e sperava che la donna si stancasse e capisse che con lui non c’era nulla da
fare.
Purtroppo non sapeva che a lei non
piacevano le sconfitte. Se ne accorse durante una riunione di redazione: Marta
Ferrini, gli chiese, anzi gli ordinò di
accompagnarla a Parigi per le sfilate di moda.
In quell’istante dagli occhi di Benedetta
partì uno sguardo che lo incenerì .
“Ormai hanno capito tutti come hai
fatto carriera….”, sibilò lei appena furono soli.
“Se credi questo, fra noi è
finita….sono stanco delle tue insinuazioni”, replicò Lorenzo offeso tornando
alla scrivania accompagnato dallo sguardo stupito di Benedetta che non si
aspettava quella reazione.
Quel giorno Lorenzo uscì dal giornale, per la
prima volta dopo tanto tempo, da solo …e Benedetta se ne andò per un’altra strada.
Dopo una notte insonne ciascuno prese la
propria decisione: Benedetta, dopo essersi fatta un esame di coscienza capì di
aver esagerato e capì anche che non
voleva perdere Lorenzo, aveva trovato l’uomo della sua vita e non poteva
lasciarlo, la carriera poteva aspettare…il suo amore no!
Non ne poteva più che venisse
giorno per andare da lui e chiedergli perdono
, ma si sentiva morire perché aveva paura che lui non accettasse .
Per Lorenzo, invece, la battaglia
era un po’ più ardua: doveva ribellarsi al ricatto della Ferrini, aveva
deciso di andare da lei e chiarire una volta per tutte la sua posizione. Se per
salire in alto doveva piegarsi ai capricci di quella donna e chiudere con Benedetta, non era quello che voleva.
Bussò
e, senza aspettare, entrò nell’ufficio con passo sicuro:
“Cosa c’è …?”, chiese Marta seccata.
“Cosa c’è …?”, chiese Marta seccata.
“Direttore”, cominciò lui, “la
prego di accettare le mie dimissioni”.
Lo stupore che apparve sul viso di lei lasciò
interdetto anche Lorenzo.
“Perché?”, chiese guardandolo stupefatta.
“Vorrei chiarire, una volta per
tutte, che sono un giornalista d’attualità…lontano dagli avvenimenti mondani.
In questi ultimi tempi sono stato costretto a frequentare salotti e ambienti
che non m’ interessano. Cercherò un altro posto adatto alle mie attitudini “, concluse
in fretta, appoggiandosi spossato allo schienale della sedia…. finalmente liberato da quell'incubo!
Marta Ferrini rimase in silenzio,
lo guardò per qualche secondo mentre un sorrisetto le increspava le labbra:
“Ho capito…non vuoi venire a Parigi
perché c’è di mezzo la tua ragazza …peccato, mi sarebbe piaciuto andarci con
te…”.
Si alzò, passeggiò per la stanza, andò alla
finestra e guardò fuori. Si girò e disse:
“Verrà con me Benedetta…una donna se ne intende di moda, mentre tu…saresti stato in difficoltà”, in quel momento nessun risentimento traspariva dal suo viso.
“Verrà con me Benedetta…una donna se ne intende di moda, mentre tu…saresti stato in difficoltà”, in quel momento nessun risentimento traspariva dal suo viso.
Lorenzo l’ascoltava annichilito, Marta
aveva capito tutto e stava ritirandosi con dignità.
“Ovviamente di dimissioni non se ne
parla…riprenderai il tuo lavoro senza far storie”, concluse bonariamente.
“Grazie”, balbettò Lorenzo e uscì
di corsa in cerca di Benedetta.
Lei lo vide arrivare e gli saltò al
collo:
“Ti prego, scusami, non ti voglio
perdere…”, sussurrò stringendolo, “portami un souvenir dalla Francia”.
Lui la scostò per guardarla negli occhi:
Lui la scostò per guardarla negli occhi:
“Sai la novità ? me lo porterai tu!”.
“Vuoi dire che…andrò a Parigi al tuo posto?”,
domandò stupita la ragazza.
“Non te lo meriti, ma… penso
proprio di sì, me l’ha detto adesso il direttore”.
“Ti amo…ti amo…”, continuava a
ripetere Benedetta abbracciandolo .
Qualche collega osò un leggero battimani, come
spesso succede nei film con lieto fine.
FINE
Nessun commento:
Posta un commento