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domenica 4 giugno 2017

LA SCELTA

 



Lorenzo si stropicciò gli occhi stanchi: era al computer per scrivere un articolo, aveva quasi finito, ma non gli veniva la frase finale. Cancellava e riscriveva, scuoteva la testa, e ricancellava. Ormai le idee erano esaurite, capì che era arrivato il momento di andare a prendere un caffè. Si alzò e incontrò lo sguardo di Benedetta: i suoi occhi verdi lo stavano fissando con intenzione.

“Se mi aspetti vengo anch’io”, propose la ragazza raggiungendolo in fretta.
 Lorenzo, quando aveva cominciato a lavorare in quella redazione l’aveva subito notata per la cascata di capelli neri che contrastavano con la pelle bianca del viso e la bocca carnosa, ravvivata dal rossetto acceso.
“Allora…come ti trovi?”; gli chiese lei.
 Lorenzo era stato assunto da poco al giornale, aveva aspettato a lungo quel posto e finalmente era riuscito a coronare il sogno di diventare redattore in un mensile di prestigio..
 “Molto bene”, rispose pronto, “…e tu? Da quanto tempo sei qui?”.
“Sono già due anni…il lavoro mi piace ma vorrei fare un salto di qualità…non mi tiro mai indietro,insomma mi do’ da fare ma rimango sempre lì.”
“Ti vedo un po’ troppo ansiosa …dove vorresti arrivare?”, chiese Lorenzo.
 “Capo servizio…per esempio”, confessò lei.
Lui sorrise: “Voi donne volete tutto e subito”, disse scherzoso, “ma…ti spiacerebbe cambiare discorso?. Non parliamo di lavoro, facciamo una pausa, e gustiamoci questo caffè”, disse porgendole il bicchierino fumante.
Lei lo portò alla bocca e bevve alzando gli occhi su di lui che la sovrastava con la sua alta statura.
“Messaggio ricevuto… di cosa vogliamo parlare?”, disse poi.
" Per esempio, cosa fai stasera?", continuò Lorenzo. 
Benedetta gli lanciò uno sguardo stupito: “Che fai? …ci provi?”, replicò.
“Non mi permetterei mai, forse sei già impegnata e ho fatto una gaffe…?”.
Lei rimase silenziosa per qualche istante: “No…ora non più”, rispose amara.
“Lo sapevo…come al solito ho parlato a sproposito…ti chiedo scusa”, disse Lorenzo imbarazzato.
Benedetta alzò le spalle :
“Però…ripensandoci, stasera non ho niente in programma, non sarebbe una cattiva idea uscire insieme”, riprese.
“Benissimo”, rispose lui , “dimmi dove e quando devo venire a prenderti”.

 Scovarono un piccolo locale con un’atmosfera intima; nell’aria c’era  una musica soft.
 Si sedettero e ordinarono un drink: 
“Si sta bene qui”, disse lei guardandosi intorno.
 Dopo qualche momento di imbarazzo  Benedetta cominciò a parlare di sé.
Lorenzo seppe che aveva ventotto anni, che viveva sola, e che era reduce da una relazione con un uomo più grande di lei, con moglie e figli, che l’aveva profondamente delusa.
“Sai…la solita vecchia storia: divorzierò da mia moglie….ti prego di pazientare…poi vieni a sapere che aspetta un altro figlio dalla legittima consorte”, confessò con tristezza.
Lui ascoltava in silenzio, ma quello che diceva Benedetta lo interessava poco, era attratto dalla sua bocca , dai grandi occhi espressivi di un verde intenso…e poi dal suo modo di muoversi, di accompagnare con i gesti delle mani, lunghe e sottili, ciò che diceva. Lei si accorse che era distratto:
“Mi stai ascoltando?”, chiese infastidita. Lorenzo si riprese:
“Certo…se ti fa piacere ti offro la mia spalla per piangere sulle tue disgrazie, ma…”, si interruppe un istante,"tu mi piaci molto Benedetta, e vorrei che questa sera fosse tutta per noi".
" Hai ragione, ti chiedo scusa…la cosa è recente e non mi sono ancora ripresa…”.
“Vogliamo ballare?”, propose lui prendendola per una mano.
 Abbracciati si lasciarono portare dalla musica fra le poche coppie che occupavano la pista. Lorenzo turbato dal profumo dei capelli neri capì che stava scivolando nella fase dell’innamoramento, nessuna, prima di Benedetta gli aveva dato quelle sensazioni. Quando l’accompagnò a casa fece uno sforzo su se stesso per non chiederle di salire, si limitò a baciarla  e si accorse che anche per lei non era un semplice bacio ma  era un bacio sentito.
Il giorno dopo, in redazione, si scambiarono quegli sguardi particolari di chi comincia un amore.
Quella mattina, come al solito c’era la riunione di redazione nell'ufficio del direttore Marta Ferrini ,  una bella donna sulla quarantina, molto curata nel vestire, bionda e snella, con il piglio deciso; i suoi occhi chiari e freddi davano una certa soggezione. I redattori presero posto davanti alla sua  scrivania, Benedetta e Lorenzo sedevano vicini e a volte si guardavano negli occhi. Marta notò quegli sguardi e la sua espressione si indurì.  
“Devo farti i complimenti, Lorenzo”, esordì rivolta al giovane, “stai facendo un ottimo lavoro, scrivi bene e hai l'occhio clinico, c’è la stoffa del giornalista…bravo”.
 Lui diventò leggermente rosso, Benedetta si volse a guardarlo stupita. Quando la riunione volse al termine il direttore li congedò: “Abbiamo finito e…adesso, al lavoro”.
 Tutti si alzarono. “Lorenzo…rimani per favore”, disse a sorpresa Marta Ferrini.
  Il giovanotto riprese il posto sulla sedia.
“Vuoi bere qualcosa?”, domandò la donna porgendogli un bicchiere con un liquido rosato. Il giovanotto non seppe rifiutare e si trovò in mano qualcosa che, in quel momento non desiderava ingurgitare. Si stava chiedendo il perché…il periodo di prova stava per finire e forse voleva dirgli che non l’aveva superato….eppure gli aveva fatto i complimenti davanti a tutti… Forse per addolcire la pillola amara…
“ Vedo che sei perplesso…c’è qualcosa che non va?”, domandò Marta e senza aspettare risposta alzò il calice, “alla tua carriera!”, esclamò..
 Lorenzo non capiva, ma bevve d’un fiato l’aperitivo alcolico.
“Senti…stasera devo andare al vernissage di una mostra, che ne diresti di accompagnarmi?”, continuò lei  “così potresti fare un bel pezzo per la rubrica Arte”.
Il giovanotto ebbe la visione della serata che voleva trascorrere con Benedetta: una cenetta a due in casa, poi un cinema e dopo....concludere in bellezza!  perciò rimase muto… non avrebbe rinunciato al suo programma per niente al mondo.
“Stasera non posso…mi dispiace direttore…”, ebbe il coraggio di rispondere.
 Gli occhi freddi di Marta si chiusero come una fessura: “Non fa niente”, disse, “sarà per la prossima volta….vorrà dire che ti avvertirò in tempo. Ora puoi andare”, posò il bicchiere sulla scrivania e si immerse nella lettura della posta mentre Lorenzo si allontanava in silenzio. Uscì scuotendo la testa, forse aveva fatto male a rifiutare, forse aveva compromesso l’assunzione…Con questi pensieri tornò alla scrivania per riprendere il lavoro interrotto, ma era distratto da pensieri neri.
 Benedetta, dal suo posto gli lanciò un’occhiata e gli fece un cenno come per dire: allora? cosa voleva da te?. Lorenzo le fece intendere che ne avrebbero parlato dopo. Più tardi, il grafico più anziano si avvicinò:
“Ti vedo pensieroso, qualcosa è andato storto?”. 
Lorenzo non sapeva se confidarsi oppure tenere tutto per sé, poi si lasciò andare considerando che il collega era in quel giornale da tanti anni e sapeva come andavano le cose.
“C’era da aspettarselo…sei un bel ragazzo e il nostro direttore è molto sensibile al fascino maschile. Molti hanno fatto carriera in questo modo”, confessò il suo interlocutore. “Auguri giovanotto”, concluse l’uomo battendogli una mano sulla spalla.
La notizia sconvolse Lorenzo… come si doveva comportare? Decise di non dire nulla a Benedetta, se la sarebbe cavata da solo…
Qualche giorno dopo scadeva il periodo di prova e venne chiamato in direzione.
Marta Ferrini lo accolse con un largo sorriso: “meno male”, pensò lui, “non si è offesa”.
“Il tuo periodo di prova è stato superato brillantemente”, disse la donna, “sei un elemento valido e perciò ho deciso di confermarti”, si interruppe un attimo…poi,  " cose ne diresti come caposervizio attualità?”
Il cuore di Lorenzo fece un balzo, non avrebbe mai immaginato di fare un salto di quel genere. Veniva da un giornale di provincia dove aveva imparato il mestiere, quando gli avevano proposto di fare parte della prestigiosa testata diretta dalla Ferrini  aveva accettato al volo, ora era andato oltre il sogno…ma…cosa c’era dietro tutto questo? Cosa si doveva aspettare? Tornò in redazione rosso come un papavero, Benedetta si avvicinò:
 “Allora?…com’è andata?”, gli chiese ansiosa.
Lorenzo era così felice che le rispose di botto: “Sono stato assunto come… caposervizio”.
 Negli occhi di lei passò un’ombra, il sorriso le si spense sulle labbra, diventò pallida e disse con un filo di voce: “Congratulazioni…”
 Ritornò alla scrivania e si mise al computer senza alzare la testa e Lorenzo restò impalato senza avere la forza di reagire. Sommerso dalle congratulazioni fu costretto ad ordinare da bere per tutti, mentre alzava il bicchiere guardò negli occhi Benedetta in cerca di comprensione ma lei si voltò dall’altra parte, non gli perdonava di averla scavalcata.
Quando Lorenzo riuscì a parlarle, cercò di farla ragionare, ma per lei la delusione  era stata troppo grande, aspettava quel posto da tempo e…vederselo soffiare dall’ultimo arrivato, anche se si chiamava Lorenzo ed era innamorata di lui, non riusciva a mandarlo giù.
Cominciarono giorni difficili, Lorenzo soffriva per l’assurda situazione che si era creata, ma non si sentiva in colpa…non era arrivato a nessun compromesso  per guadagnarsi la promozione, aveva la coscienza tranquilla.
 Da parte sua Benedetta, rigida sulle sue posizioni, stava mettendo in crisi il loro rapporto: nonostante si amassero c'era  fra di loro una barriera. Anche  sul lavoro c’era qualche tensione perché lei non sopportava di essere sottoposta al fidanzato… non sapeva però che il poveretto faceva salti mortali per sottrarsi alle avances del direttore: declinava spesso gli inviti per gli  avvenimenti mondani, ma qualche volta era costretto ad accettare.
 Durante quelle serate si sentiva esibito come un oggetto dalla Ferrini che lo presentava come il “migliore” giornalista della sua redazione. Si vergognava di se stesso ma… gli piaceva troppo il suo lavoro e sperava che la donna si stancasse e capisse che con lui non c’era nulla da fare.
Purtroppo non sapeva che a lei non piacevano le sconfitte. Se ne accorse durante una riunione di redazione: Marta Ferrini,  gli chiese, anzi gli ordinò di accompagnarla a Parigi per le sfilate di moda.
 In quell’istante dagli occhi di Benedetta partì uno sguardo che lo incenerì .
“Ormai hanno capito tutti come hai fatto carriera….”, sibilò lei appena furono soli.
“Se credi questo, fra noi è finita….sono stanco delle tue insinuazioni”, replicò Lorenzo offeso tornando alla scrivania accompagnato dallo sguardo stupito di Benedetta che non si aspettava quella reazione.
 Quel giorno Lorenzo uscì dal giornale, per la prima volta dopo tanto tempo, da solo …e  Benedetta se ne andò per un’altra strada.

 Dopo una notte insonne ciascuno prese la propria decisione: Benedetta, dopo essersi fatta un esame di coscienza capì di aver  esagerato e capì anche che non voleva perdere Lorenzo, aveva trovato l’uomo della sua vita e non poteva lasciarlo, la carriera poteva aspettare…il suo amore no!
Non ne poteva più che venisse giorno per andare da lui e  chiedergli perdono , ma si sentiva morire perché aveva paura che lui non accettasse .

Per Lorenzo, invece, la battaglia era un po’ più ardua: doveva ribellarsi al ricatto della Ferrini,   aveva deciso di andare da lei e chiarire una volta per tutte la sua posizione. Se per salire in alto doveva piegarsi ai capricci di quella donna e chiudere con Benedetta, non era  quello che voleva.
  Bussò e, senza aspettare, entrò nell’ufficio con passo sicuro:
“Cosa c’è …?”, chiese Marta seccata.
“Direttore”, cominciò lui, “la prego di accettare le mie dimissioni”.
 Lo stupore che apparve sul viso di lei lasciò interdetto anche Lorenzo.
“Perché?”, chiese guardandolo stupefatta.
“Vorrei chiarire, una volta per tutte, che sono un giornalista d’attualità…lontano dagli avvenimenti mondani. In questi ultimi tempi sono stato costretto a frequentare salotti e ambienti che non m’ interessano. Cercherò un altro posto adatto alle mie attitudini “, concluse in fretta, appoggiandosi spossato allo schienale della sedia….  finalmente liberato da quell'incubo!
Marta Ferrini rimase in silenzio, lo guardò per qualche secondo mentre un sorrisetto le increspava le labbra:
“Ho capito…non vuoi venire a Parigi perché c’è di mezzo la tua ragazza …peccato, mi sarebbe piaciuto andarci con te…”.
 Si alzò, passeggiò per la stanza, andò alla finestra e guardò fuori. Si girò e disse:
“Verrà con me Benedetta…una donna se ne intende di moda, mentre tu…saresti stato in difficoltà”, in quel momento nessun risentimento traspariva dal suo viso.
Lorenzo l’ascoltava annichilito, Marta aveva capito tutto e stava ritirandosi con dignità.
“Ovviamente di dimissioni non se ne parla…riprenderai il tuo lavoro senza far storie”, concluse  bonariamente.
“Grazie”, balbettò Lorenzo e uscì di corsa in cerca di Benedetta.
Lei lo vide arrivare e gli saltò al collo:
“Ti prego, scusami, non ti voglio perdere…”, sussurrò stringendolo, “portami un souvenir dalla Francia”. 
 Lui la scostò per guardarla negli occhi:
 “Sai la novità ? me lo porterai tu!”.
 “Vuoi dire che…andrò a Parigi al tuo posto?”, domandò stupita la ragazza.
“Non te lo meriti, ma… penso proprio di sì, me l’ha detto adesso il direttore”.
“Ti amo…ti amo…”, continuava a ripetere Benedetta abbracciandolo .
 Qualche collega osò un leggero battimani, come spesso  succede nei film con  lieto fine.   
                                                                                                                                                      FINE                                                                                                             

 






    


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