Volle interrogare la domestica e le chiese cosa aveva notato.
«Quel giorno avevo la giornata libera, sono tornata alle otto di sera e ho intravisto un tale che usciva accompagnato dalla signora. Però non l’ho guardato in faccia, non saprei riconoscerlo», si affrettò a dire la donna.
«Aveva un basco blu?», continuò il commissario.
Lei assentì e a questo punto Parisi aveva capito che il vagabondo esisteva e avrebbe potuto essere l’assassino dell’ingegnere.
Il delitto Silvani stava diventando un rompicapo, Parisi ci stava perdendo il sonno, anche perché il giudice gli stava addosso: «Deve assolutamente venirne fuori, mi raccomando commissario, ci stiamo facendo una pessima figura»
«Certo», pensò il poliziotto, «è facile pontificare dietro una scrivania», e quella sera andò a casa con il mal di testa e il fegato a pezzi. Aprì il frigorifero sconsolatamente vuoto, e decise di andare in pizzeria.
Qualche giorno dopo solita irruzione dell’agente speciale Caputo:
«Commissario, abbiamo indagato fra i barboni della città, l’uomo col basco esiste veramente, lo conoscono tutti».
Parisi stancamente fece andare la testa:
«Lo so, lo so, e questo ci riporta alla prima pista».
Ma la poliziotta continuò come se non avesse sentito:
«Era un ragioniere, finito così perché si giocava lo stipendio e la moglie l’ha sbattuto fuori di casa. Adesso però non lo vedono dal giorno del delitto di Silvani, è molto probabile che sia scappato, aveva soldi, gioielli…una fortuna».
Parisi appoggiò i gomiti sulla scrivania e si prese la testa fra le mani: forse aveva ragione la sua aiutante, però era indispensabile trovare il mendicante. Ma dove cercarlo? Non sapevano nemmeno che faccia avesse, era una specie di fantasma che tormentava il sonno del commissario Parisi. .Gli venne un’idea, magari l’ex moglie avrebbe potuto fornirgli qualche notizia sulle sue abitudini.
«Caputo, trovami la moglie di quel vagabondo, vorrei interrogarla, non si sa mai».
La ragazza si allontanò, ma tornò dopo qualche minuto:
«Un’altra novità, commissario. E’ stata intercettata una telefonata interessante della moglie di Silvani, gli addetti all’ascolto vogliono fargliela sentire.
Parisi si precipitò nella saletta dove i colleghi erano alle prese con cuffie e microfoni:
«Commissario, le facciamo ascoltare la registrazione».
«Amore», la voce della signora Franca era eccitata, «ancora un po’ di tempo poi sarà tutto finito, ti raggiungo e finalmente staremo tranquilli. Devi avere ancora un po’ di pazienza».
La risposta dell’interlocutore era soltanto un gracidio confuso.
«E questo chi è?», domandò costernato Parisi guardandosi intorno, i presenti erano altrettanto attoniti.
«Un amante?», azzardò uno di loro.
«Già. Allora la cara signora Silvani c’è dentro fino al collo!», esclamò il commissario.
(continua) .................Chi è l'assassino?